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INDOVINA CHI TORNA A SANREMO? PAOLA TURCI - “SOLO 4 DONNE IN GARA? È SEMPRE LA SOLITA STORIA E MI DISPIACE..." – POI RICORDA LE MOLESTIE SUBITE ALL’ETÀ DI 13 ANNI: “AVEVO LA NAUSEA: DURO'POCHISSIMO E FU INTERMINABILE. QUANDO IL MOLESTATORE E’ MORTO HO PROVATO SOLLIEVO" – E POI IL RAPPORTO CON IL PADRE, GLI ATTACCHI DI PANICO DOPO IL FESTIVAL DEL 2017 E IL RECORD DI PREMI DELLA CRITICA – VIDEO
paola turci e francesca fagnani
Anno 2005. Paola Turci canta Fiore di giardino, brano che tratta il tema delle molestie, le stesse subite dalla cantante in persona quando era una bambina. Di quell’episodio l’artista ha già parlato recentemente in tv a Belve, il programma di Francesca Fagnani, ora torna sull’argomento e rivela: “Quand’è morto, ho provato sollievo”.
“Avevo tredici anni. Ricordo il senso di vergogna, dentro qualcosa di innaturale. E una responsabilità, come fosse stata colpa mia. Successe che eravamo in casa. Lui, io e una mia amica della mia età. Iniziò a farci le stesse cose. Ci mise a sedere su uno sgabello, sfogliava giornali pornografici e chiedeva se ci piacesse e quanto” racconta Paola Turci intervistata da Vanity Fair. “Io avevo la nausea come quando mangi ed è troppo e non ce la fai più. Durò pochissimo e fu interminabile. Finché m’implose dentro un ‘adesso basta’ e fermai tutto scappando veloce, via”. Il molestatore era un uomo più grande e la cantante non nasconde che alla notizia del suo decesso si è sentita sollevata.
paola turci e francesca fagnani 4
Attacchi di panico dopo Sanremo 2017
Paola Turci è in gara al Festival di Sanremo 2019 con L’ultimo ostacolo, e la sua rinascita professionale è passata proprio dal Teatro Ariston con la partecipazione all’edizione 2017, ma dopo quel successo l’artista ha dovuto fare i conti con un periodo delicato psicologicamente: “I mesi seguiti all’ultimo Sanremo e disco non sono stati facili. Come la fine della festa, svegliarsi la mattina dopo. Sei contenta, ma hai un gran cerchio alla testa, e domande aperte senza risposte. Ho avuto un down fisiologico […] Gli attacchi di panico non li avevo mai conosciuti. Poi al concerto di Emma, io e Giorgia ci siamo sedute in mezzo alla gente: aumentava e non ci ho capito più niente. Mi sono alzata. Facendomi largo a spintoni sono corsa fuori, in lacrime, spaventando tutti”. Ad aiutarla a sconfiggerli è stata la meditazione: “Ho raggiunto un equilibrio” chiosa.
2. PAOLA TURCI
Marco Molendini per “il Messaggero”
La prima volta non si scorda mai, e Paola Turci il primo dei suoi undici Festival lo ricorda così: «Non sapevo nulla, ci sono andata da incosciente. Prima di debuttare, era la mia prima volta in tv, mi sono vista davanti Donatella Rettore alta due metri e vestita da angelo che mi fa in bocca al lupo. Ho cantato in preda al panico e mi hanno eliminata». A casa, ma senza scoraggiarsi: perché poi, Paola, a Sanremo c' è tornata altre tre volte di fila, vincendo ogni volta il premio della critica.
IL RECORD Follie da Festival: «Si, ho un record, non so perché sia successo e me lo chiedo anch' io. Bisognerebbe domandarlo ai miei discografici di allora, io non capivo davvero nulla. Ero giovanissima, all' esordio appena ventunenne». Molto bella, la voce da donna forte capace di nascondere ogni debolezza, la determinazione di voler riuscire, a Sanremo ha continuato a tornarci fino a diventare, con quell' aria da ragazzina, la più festivaliera dei cantanti in gara, a pari merito con Loredana Bertè: «Ho detto di sì a Baglioni per una sfida a me stessa. Vengo da un periodo professionalmente felice. Ho fatto finalmente il tour che sognavo nei grandi spazi teatrali, le cose sono andate benissimo. Ora mi diverte l' idea di misurarmi con me stessa. L' ultima volta, tre anni fa, non avevo nulla da perdere e non avevo aspettative. Stavolta sfido proprio l' aspettativa».
La canzone di Paola, L' ultimo ostacolo, è una solida ballata rock ma dal contenuto intimo.
Parla di una perdita, di un' assenza e canta: «Ricordo quando tu mi hai detto: non aver paura di tremare». Va dritta al cuore del suo rapporto con il padre: «Sì, mio padre è stato l' ispirazione. Ma non il fatto di averlo perduto di recente, ma al contrario per averlo scoperto nella perdita. La canzone parla del bisogno di aver una persona forte vicino e che ti faccia sentire bene». Dichiarazione di fragilità da parte di una donna che ha sempre rivendicato la sua indipendenza.
Potrebbe, persino, essere una confessione, quella del bisogno di avere vicino una figura forte: «Non ho nessuno che copra quel ruolo ammette -, l' unico riferimento forte che c' è nella mia vita é mio padre». Comunque, L' ultimo ostacolo, è un pezzo insolito per un' interprete che si è sempre dedicata all' universo femminile, in tutte le sue dimensioni, compresa quella personale e intima (mesi fa ha rivelato in un programma tv che la canzone Fiori di giardino del 2005 parlava di una molestia da lei subita quando aveva 13 anni).
L' ALLEANZA «Ma io replica -, penso che sia necessario trovare un' alleanza proprio ora che la donna ha fatto grandi passi avanti. Penso sia una stupidaggine perdere l' occasione di costruire insieme qualcosa». Per i paradossi della vita, nel momento in cui Paola Turci rivendica l' importanza della figura maschile, si trova ad essere protagonista di un Festival assai poco femminile, con sole quattro presenze: «È sempre la solita storia e mi dispiace, anche se è molto bello sfidare gli uomini. Spero, comunque, che sia perché la commissione non ha ascoltato altre proposte interessanti».
Viene da pensare a un dato oggettivo, l' ondata rap e trap ha portato alla ribalta soprattutto figure di sesso maschile: «Ma, nel mondo, rap e trap vengono fatti da tante donne con successo. La verità è che è un nostro problema culturale. Non siamo capaci di venirne fuori», sentenzia Paola Turci che, tanto per restare in tema, nella serata del venerdì avrà una voce maschile al suo fianco, quella di Beppe Fiorello: «Ci conosciamo da tempo, abbiamo già cantato assieme. Una volta durante il suo spettacolo su Modugno mi chiamò sul palco per cantare Dio come ti amo.
Gli ho fatto sentire la mia canzone e gli è piaciuta moltissimo. Ci voleva una voce che interpretasse il ruolo di mio padre».
La canzone farà parte di un album che è quasi terminato: «È il più nuovo che abbia mai fatto e uscirà il 15 marzo. Sarà un disco che racconta la vita nei suoi paradossi e in chiave molto moderna. Ammetto che mi sono divertita a farlo, succede così da quando ho cominciato a lavorare con Luca Chiaravalli che ha scritto varie canzoni compresa la title track, di cui ancora non posso parlare». A maggio Paola farà due anteprime di un tour, il 13 a Milano, il 20 a Roma, che riprenderà in estate e in autunno.
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paola turci con loredana berte photo andrea arriga
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