SANTI SUBITO MA QUANTI DIFETTUCCI PER RONCALLI E WOJTYLA - IL PAPA POLACCO ERA UN SANGUIGNO E DA GIOVANE AVEVA REAZIONI BRUSCHE CON CHI GLI CREAVA PROBLEMI – IL PAPA BUONO AMAVA FIN TROPPO LA BUONA TAVOLA

Marco Ansaldo per "la Repubblica"

Santi sì. Uno sùbito, bruciando le tappe burocratiche, e l'altro senza aver fatto il secondo miracolo necessario dopo la beatificazione. Però santi riconosciuti, senza ombra di dubbio. Ma quanta fatica tenerli a freno in vita, a volte, Angelo Roncalli e Karol Wojtyla. Perché, con tutta la devozione e il rispetto sacro per la loro imminente canonizzazione, i sommi Pontefici di Santa Romana Chiesa, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, erano anche uomini.

E, come tutti gli esseri umani, Roncalli e Wojtyla, benché pazienti come Giobbe, erano soggetti a scatti d'umore e preferenze, conoscevano l'ira e l'astuzia, l'ironia e la battuta salace. Avevano, insomma, carattere. E degli umanissimi difetti. Delle impercettibili debolezze. E forse, proprio per questo, erano santi. Ricordava ieri nella Sala stampa della Santa Sede lo stesso postulatore della causa di Giovanni Paolo II, monsignor Slawomir Oder, che il Grande polacco «aveva difetti come ogni uomo».

E allora «non dobbiamo pensare che la santità sia come un pezzo d'oro che nasce fuori da un contesto. Anzi, la santità vera è proprio correggere i propri difetti ». Qualche esempio? «Certamente - prosegue il postulatore, nel cui ufficio vaticano le carte raccolte arrivano letteralmente fino al tetto - Karol Wojtyla era un uomo emotivo, sanguigno, effettivamente reagiva. Mi viene in mente qualche sua risposta più brusca, un episodio a Cracovia quando uno dei suoi sacerdoti gli creò problemi, allora gli disse di lasciargli lì la patente e di andare a casa a piedi, poi si pentì.

E in uno dei viaggi da Papa - continua Oder guardando timido padre Federico Lombardi, il portavoce ufficiale che gli sta a fianco, dicendogli «non so se questo lei lo possa dire» - gli proposero di indossare il giubbotto antiproiettile perché ci potevano essere dei pericoli. Ma lui non volle perché aveva, disse, un altro tipo di protezione». "Peccato", quest'ultimo, certamente veniale.

Ma chi di noi ha dimenticato quel filmato che mostra un Wojtyla già avanti con gli anni, eppure, appena sceso dalla scaletta dell'aereo, durissimo in volto e capace di inanellare una serie di espressioni non propriamente dolci, non si sa all'indirizzo di chi, di fronte a un contrito don Stanislao, il suo segretario personale? Racconta oggi Philip Pullella, corrispondente in Vaticano dell'agenzia di stampa Reuters e veterano dei voli papali che «un giorno Giovanni Paolo II si arrabbiò moltissimo per la domanda rivoltagli in viaggio da un giornalista, al punto che sembrava che l'intero aereo tremasse».

Non meno umani i difetti del Grande bergamasco. «Giovanni XXIII - racconta il frate Giovangiuseppe Califano, postulatore della causa di Roncalli - sapeva fare ironia di se stesso. C'è l'aneddoto di un vescovo il quale andò a dirgli che da quando aveva assunto la carica non riusciva più a dormire per i tanti pensieri. «Anche io mi trovavo nella stessa condizione », gli rispose Giovanni XXIII, «quando ero stato eletto Papa avevo tanti pensieri, poi ho sognato l'angelo custode che mi ha detto: "Angelo, non prenderti troppo sul serio". Da allora ho dormito benissimo». Ironia tagliente, ma paciosa. E fin qui è quello che raccontano i postulatori, piuttosto delicati, com'è ovvio, per il loro ruolo di presentatori della causa di canonizzazione.

Ma scrive senza remore lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, nel suo libro appena uscito dall'editore San Paolo "L'uomo dell'incontro. Angelo Roncalli e la politica internazionale", che uno dei difetti del Papa del Concilio Vaticano II era la buona tavola, e la convivialità. «Era un uomo - dice Riccardi - che amava invitare ospiti a tavola. Nei suoi diari annota continuamente: "Lo trattenni a pranzo".

Ma questo, in fondo, è un tratto anche evangelico, basti ricordare il banchetto del regno di Dio. Roncalli veniva considerato un "semplice". Valutazione errata. La semplicità roncalliana è piuttosto chiarezza interiore. Il "semplice" Roncalli è un uomo di cultura, uno storico, che penetra in profondità i mondi in cui vive o che incontra». Aggiunge Guido Gusso, aiutante di camera e autista del futuro Giovanni XXIII fin dagli anni in cui fu nominato patriarca di Venezia, che tra le sue battute pronte una un po' più pungente fu quando era nunzio in Francia.

A un ricevimento pubblico gli venne presentato il Rabbino Capo di Parigi, con il quale cominciò a conversare amabilmente. A un certo punto gli ospiti si mossero per andare nel salone. Il Rabbino invitò cortesemente il Nunzio a precederlo, mentre Roncalli senza scomporsi, sbalordì il suo interlocutore dicendo: «Prego, prima l'Antico Testamento... ». Ma diventerà il "Papa buono". Difficile trovargli difetti più grandi.

 

RONCALLI E WOJTYLARONCALLI E WOJTYLAKAROL WOJTYLA E BERGOGLIO papa roncalli

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO