il padrino

LO SAPEVATE CHE "IL PADRINO" È ISPIRATO ALLA CRUDELISSIMA MADRE DI MARIO PUZO? - A RIVELARLO È LO SCRITTORE AMERICANO MARK SEAL: IL PERSONAGGIO DI DON VITO CORLEONE NON SAREBBE STATO COSTRUITO A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI UN BOSS. MENTRE FRANK SINATRA AVREBBE ISPIRATO IL RUOLO DEL CANTANTE JOHNNY FONTANE - TRA I RETROSCENA SVELATI DALL'AUTORE, C'È ANCHE LA SCELTA "CASUALE" DI FRANCIS FORD COPPOLA COME REGISTA DOPO VARI RIFIUTI E QUELLA DI MARLON BRANDO,  CHE ERA CONSIDERATO...

mario puzo 1

Steve Della Casa per “La Stampa – TuttoLibri”

 

Oggi sono trascorsi cinquant'anni da quando Il padrino è uscito con enorme successo sugli schermi di tutto il mondo, e la verità è sotto gli occhi di tutti. Quel film è stato il vero «cambio di passo» che ha consentito all'industria hollywoodiana di uscire dalla crisi che l'aveva attraversata per tutti gli anni Sessanta e che ha fatto pensare a più di un critico (e soprattutto a molti spettatori) che il cinema americano fosse finito, che fosse una cosa del passato.

 

 Il padrino è l'opera di un regista indipendente che si trova a lavorare per una major, la Paramount, che gli mette a disposizione cifre che il giovane Coppola (è di lui che stiamo parlando) non si sarebbe mai potuto immaginare. Ma è anche un film che, proprio parlando di mafia, racconta tante storie che riguardano i rapporti tra la mafia e il potere economico (e anche con l'industria del cinema).

leave the gun take the cannoli di mark seal

 

 Ed è un film sul quale storie e fantasie, aneddoti e leggende si sono moltiplicate negli anni. Mark Seal ha lavorato per anni raccogliendo e incrociando informazioni, cercando personaggi che non volevano affatto rilasciare dichiarazioni e trovando tanti che non stavano nella pelle dalla voglia di parlare. Ne è uscito un libro gustoso, voluminoso, ricco di sorprese, che esce adesso anche in Italia per i tipi di Jimenez editore.

 

Ogni protagonista ha la sua storia, il suo medaglione, raccontato con dovizia di particolari e senza timori reverenziali. Lo scrittore Mario Puzo, ad esempio, è raccontato nella sua dimensione di bulimico e diabetico pasticcione, pieno di debiti, ludopatico, capace di riversare nel suo romanzo più noto tante letture (soprattutto i Valachi Papers, gli interrogatori cioè del primo grande pentito di mafia) ma anche tante persone da lui davvero conosciute, con qualche sorpresa.

 

johnny fontane frank sinatra

Seal sostiene infatti che il personaggio principale, il padrino che dà il titolo al libro e lo darà anche al film, è ricalcato sulla madre di Puzo stesso, mentre anche la moglie di Gay Telese ha una sua presenza nel film. Un ruolo poi lo ha anche Frank Sinatra, per cui Puzo aveva grande ammirazione e che sicuramente è alla base del personaggio di Johnny Fontane, cantante italo americano affiliato ai clan. Come è noto, di questa vicinanza le cronache di quegli anni non fanno mistero, ma Sinatra se ne ebbe molto a male e sottopose Puzo a una vera e propria scenata quando un incauto amico comune insistette per farli incontrare in un ristorante.

il padrino francis ford coppola

 

Si rappacificherà solo in parte quando Coppola gli prometterà che il ruolo di quel cantante, importante nel libro, sarebbe stato ampiamente ridimensionato nel film. Peraltro, un piccolo mistero ruota sull'assegnazione di quella parte: sembrava fatta per il cantante Vic Damone, che però improvvisamente rinunciò aprendo la strada allo sconosciuto Al Martino, molto apprezzato dai clan: fu soltanto una coincidenza?

 

il padrino

Il casting, peraltro, fu oggetto di un vero e proprio assalto alla diligenza, e i racconti si susseguono. Coppola, scelto a sua volta dopo molti rifiuti (Richard Brooks, Peter Yates, Otto Preminger, Arthur Penn…) e molte autocandidature rifiutate tra le quali spicca Sam Peckinpah che aveva tratteggiato un riduzione cinematografica piena di sparatorie e di morti, dovette simulare una crisi epilettica per convincere i produttori a prendere in considerazione Marlon Brando che era considerato un rompiballe e un attore finito (e scopriamo inoltre che tra i nomi presi in considerazione per quel ruolo c'era anche Carlo Ponti, che avrebbe così abbracciato la professione di sua moglie Sophia Loren).

 

mark seal

E soprattutto fuoriesce la figura del produttore Robert Evans, già attore e diventato poi il geniaccio che salva la Paramount sull'orlo del fallimento con la doppietta Love Story e Il padrino, due film tratti da best seller che erano considerati improponibili per il cinema. Evans, che parteciperà alla prima di Il padrino entrando nella sala a braccetto con la moglie Ali Mac Graw (quella di Love Story, ovviamente) e di Henry Kissinger, ha dichiarato all'autore del libro di aver lottato tutta la vita contro il sistema e i soldi, contro la mafia e la Paramount, sostenendo che i due termini potrebbero essere sovrapponibili.

mario puzo 7

 

Ed è lui che ha portato Coppola (fino a quel momento regista indipendente che faceva per vivere gli horror con Roger Corman e i nudies che andavano di moda in quegli anni) e Polanski (autore polacco che aveva cercato Hollywood spinto da un grande amore per la classicità) alla Paramount, risultando anche l'ispiratore del bellissimo Chinatown.

 

mario puzo 5

Sono migliaia, come dicevamo, le storie e le rivelazioni che si hanno dalla lettura di questo libro. E da questa considerazione esce ancora una volta una conferma: il cinema, come diceva Bertolucci, è l'arte del Novecento, un secolo che non si può raccontare senza il cinema. Dietro ogni grande capolavoro si nascondono sempre grandi storie: succede sempre, quando la fonte è la realtà e la pellicola è stata usata come una spugna capace di assorbirla e poi di restituirla nei suoi racconti. —

mario puzo 6mario puzo 4il gatto del padrino marlon brando ne il padrinomario puzo 3mario puzo 2johnny fontane

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…