CREARE IL TERZO POLO TV? SI POTEVA! - COSA SAREBBE SUCCESSO NEL 1995 SE ENRICO BONDI, AD DELLA FERFIN, INVECE DI CEDERE TMC A CECCHI GORI, L'AVESSE CEDUTA A SANDRO PARENZO, CHE AVEVA IL CASH E UNA SQUADRA FORMIDABILE CAPITANATA DA ANGELO GUGLIELMI? - IL LIBRO “L’ANELLO DEBOLE” RIPERCORRE LA PIÙ GRANDE ANOMALIA DI UN SISTEMA TELEVISIVO ITALIANO, STRETTO TRA RAI E MEDIASET…
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
La storia della tv italiana fatta con i se e con i ma. Cosa sarebbe successo nel 1995 se Enrico Bondi, amministratore delegato della Ferfin, invece di cedere Tmc al gruppo Cecchi Gori, supportato dalla Banca di Roma di Cesare Geronzi e dal Partito Popolare, una formazione di ex Dc nelle cui file Vittorio Cecchi Gori era stato eletto (la storia di questo Paese non finisce di stupire), cosa sarebbe successo se l'avesse ceduta a Sandro Parenzo, che aveva soldi in contanti e soprattutto una formidabile squadra capitanata da Angelo Guglielmi?
A leggere il libro di Giovanni Gangemi, "L'anello debole. Storia dell'altra tv da Marinho a Murdoch" (edito da Bulzoni) si capisce quanto il sogno del terzo polo televisivo (un vaso di coccio stretto tra Rai e Mediaset) sia soprattutto un sogno: annunciato, atteso, abbandonato. La più grande anomalia del sistema televisivo italiano, il suo anello debole.
E se nel 1982 Euro Tv, la syndication che aveva in Callisto Tanzi l'azionista di riferimento, fosse riuscita nel suo progetto di sfondare in quell'area generalista che di lì a poco sarà terreno di conquista di Fininvest?
Il volume cerca di ripercorrere le molte storie di quei network che nel corso degli anni hanno provato a rappresentare un'alternativa concreta al dominio Rai-Mediaset: Euro Tv, Odeon Tv, Tmc, Videomusic, Sky, tanto per citare i più conosciuti.
à curioso come gli studi sulla tv si siano concentrati, ovviamente, su Rai e Mediaset e magari sulle tv locali, ma abbiano quasi trascurato questa avvincente avventura (destinata quasi sempre al fallimento) fatta di imprenditori coraggiosi, di cialtroni, di faccendieri politici, di truffatori, una fauna che comprende nomi ai più sconosciuti ma anche personaggi destinati a fare fortuna. Ogni volta che parte un'avventura nuova, come «Servizio Pubblico» di Michele Santoro, si parla ancora di terzo polo, la chimera di una tv che non c'è, ma di cui non si è persa la necessità .
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