bruna parmesan

SCAGLIE DI PARMESAN SUL CINEMA ITALIANO – FERNANDO PROIETTI RICORDA LA COSTUMISTA DEGLI ANNI D’ORO DI CINECITTA' CHE HA DIVISO LA SUA VITA SENTIMENTALE CON IL CUMMENDA ANGELO RIZZOLI, IL REGISTA MARIO MONICELLI, LO SCRITTORE ENNIO FLAIANO - ENIGMATICA E CARISMATICA, SIMPATICISSIMA PER UOMINI E DONNE, AMICA DI SILVANO MANGANO E DI MARIANGELA MELATO, LE SUE SCORRERIE AMOROSE FECERO SCANDALO NON SULLA STAMPA ROSA, MA NELLE FAMIGLIE DEL CINEMA ITALIANO APPOLLAIATE SULLA COLLINA DEI PARIOLI

Fernando Proietti per Dagospia

 

Caro Dago,

roberto d agostino e ferdinando proietti

nel lento e buio scorrere delle ultime settimane ci hanno salutato, entrambe a 87 anni e in punta di piedi, due grandi “personaggi” del mondo del cinema italiano. “Personaggi” e non solo amici per dirla con una definizione sfuggita a suo tempo dalla penna dello sceneggiatore Furio Scarpelli: la costumista Brunetta Parmesan e l’avvocatessa Giovanna Cau.

 

“Giovanna è la Dea Cali de’ Cinecittà, ha le mani in  pasta in tutto”, aveva osservato tagliente Ruggero Mastroianni, montatore dei migliori registi e fratello minore di Marcello. Una battuta, che fotografava al meglio il ruolo dell’agente artistico che ancora aveva tra i suoi clienti anche Fellini e Moravia.

Bunetta Parmesan con Flaiano

 

Mentre per Brunetta, veneziana purosangue, la sua vita spensierata, e al tempo stesso tormentata, può essere fissata nelle parole della Mirandolina goldoniaina: “Se avessi sposato quelli che hanno detto di volermi, oh, avrei pure avuto tanti mariti”.

 

Già, per l’alter ego di Age, “la cosa curiosa è che tutti sono personaggi”. Sia nella vita sia al cinema. Del resto, osservava - come capiterà anche a noi nel ricordare Brunetta -, quando dobbiamo parlare di un nostro “caro scomparso”, cosa facciamo? di solito ci troviamo a riferire qualcosa di parodistico, i tic, gli sfottò (detestati da Pasolini); rievochiamo “certe sue battute, certi atteggiamenti che poi, messi insieme danno un’idea della psicologia del personaggio”. Tant’è che il passato del defunto, resta alla fine quasi sfuocato all’interno delle sue pur meritevoli vicissitudini professionali.

BRUNA PARMESAN

 

E che “personaggio” è stata nella famiglia del cinema italiano la vecia Parmesan! In tempi ormai andati e nelle mie brevi frequentazioni, la domenica accadeva d’incontrarsi nel salotto dei D’Amico in via Paisiello. O, nelle estati, a Castiglioncello dove incrocerà lo sguardo cupo di Flaiano: “però era di una simpatia irresistibile. Si offrì di riaccompagnarmi a Roma e tra noi cambiò tutto… E per tenere la storia nascosta frequentavamo con Antonello Trombadori, che aveva una insana scuffia per la Mangano, la casa di Nori e Sergio Corbucci”.

Bunetta Parmesan

 

Sollecitata dal Suso, la Gran Signora della sceneggiatura, sulle scorrerie amorose (il cummenda Angelo Rizzoli, il regista Mario Monicelli, lo scrittore Ennio Flaiano…) Brunetta esordiva con “pecato confessà, l’è mezzo perdonà”. La sua storia con Monicelli, scappato da casa abbandonando la moglie Gabriella – siamo all’inizio degli anni Sessanta – quella la storia fece scandalo non sulla stampa rosa, ma nelle famiglie del cinema italiano appollaiate sulla collina dei Parioli.

LJUBA RIZZOLI E ANGELO RIZZOLI

 

“Brunetta era l’amica del cuore di mia madre, Maria Teresa e di mio padre Steno, ed entrambe erano legatissime a Silvana Mangano e a Dino De Laurentiis, ma mia madre non tollerava i tradimenti, finì toglierle il saluto. I tradimenti la mandavano in bestia”, rammenta Enrico Vanzina. “Tutto si ricompose - aggiunge - quando Bruna, un peperino di una simpatia inarrivabile, fu abbandonata da Mario”. Del resto, nelle famiglie del cinema e degli amori segreti c’erano “le mogli” e “le altre”, mai definite amanti o concubine dalle Penelope di Cinecittà.

 

sandra milo giulietta masina giulietta degli spiriti

Ma per Bruna-Mirandolina, paragonabile alla locandiera goldoniana - “raggiante di gioventù e bellezza e di una femminilità irresistibilmente lusingatrice, così la disegna il commediografo veneziano” -, spesso val depì an ora de allegrìa que zhento de malinconia. Così non si tirava indietro nel narrare che nei giorni della bufera amorosa con Monicelli si armò di cero e rosario per sfilare - si era in processione verso il santuario del Divino Amore - al fine di chiedere la “grazia” per riavere il suo Mario, che -spaventato -, la seguiva in macchina per convincerla a desistere da quel farsesco viaggio tra lo sconcerto e lo stupore delle altre pellegrine.

ENNIO FLAIANO E BRUNA PARMESAN

 

Certe sere, e nelle feste natalizie con tombole abbinate ai regali da riciclare, si faceva caciara nell’attico liberty di Lina Wertmuller e dello scenografo Enrico Job. E se qualcuno gli chiedeva la differenza per un costumista nel vestire Sordi o Mastroianni, che avevano casa a Castiglioncello, Brunetta emulava il satiro Flaiano: “Per vestire Marcello basta rovistare nel suo armadio di casa con risparmio per la sartoria; Alberto, invece, si fa rifare il guardaroba dalla produzione ad ogni film”.

MARIO MONICELLI E BRUNA PARMESAN

 

Con Alberto c’è stato un lungo feeling umano e professionale. Per vent’anni e venti film è stata la sua costumista di riferimento: da “Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966) a “Tutti dentro” (1984). Anche lui aveva la fissa per la Mangano. “Ma era un giochino. Sordi la riempiva di buffetti sotto gli occhi divertiti di Dino. Alberto la divertiva. Del resto per Silvana soltanto le persone simpatiche potevano entrare nelle sue grazie”, tagliava corto la Parmesan che della Mangano è stata confidente fino agli ultimi giorni di vita.

BRUNA PARMESAN

 

Lei era timidissima, enigmatica e carismatica per uomini e donne. Anche un po’ “maghetta”: qualcuno l’aveva vista mangiare i vetri di un bicchiere di cristallo appena svuotato di vodka. La Parmesan sosteneva che per far breccia su Silvana dovevi soprattutto farla ridere: “Io ci sono riuscita perché sono una gran chiacchierona, mai pettegola. E dalle mie parti c’è il detto in una dòna val più la simpatìa che la belessa”.

 

Tra i suoi momenti professionali meno felici c’era stato il set di “Giulietta degli spiriti” di cui curava i costumi con il maestro Piero Gherardi: “Uno stronzo cattivo, che mal sopportava gli altri collaboratori. Mi consolava Fellini che con Mastroianni amava certi mie detti fino a piangere dalle risa tipo: ”Dòna nana tutta tana. E facevano a gara per imitarmi”.

 

MARIANGELA MELATO E BRUNA PARMESAN

Prima di lasciare Roma la incrociavo in via dei Coronari nel cuore antico della città. Lei, sempre sorridente, arrivava a braccetto della sua amica Mariangela Melato compagna di viaggi e di confidenze. Mariangela, che accompagnerà nella sua dolorosa malattia incurabile, è stata l’ultima delle Grandi Amiche di Brunetta.

 

A giudizio dello scrittore Czeslaw Milosz le biografie delle persone assomigliano alle conchiglie: “Non dicono granché del mollusco che le abitava.”. Insomma, il loro valore “consiste solo e soltanto nel fatto che consentono di ricreare grosso modo, l’epoca in cui si è dipanata una certa vita”. E’ quella di Brunetta Parmesan è stata l’epoca degli anni d’oro del cinema italiano qui e nel mondo.

Fernando Proietti

 

BUNETTA RICORDA

Da un’intervista di Fabrizio Corallo e Alessandro Ferrucci da Il Fattoqutidiano.it

anita ekberg

 

ANITA EKBERG

Era abituata al trattamento principesco che le riservava Fellini. Non avete idea delle bizze. Un giorno la porto in centro a Roma, da Lancetti, uno dei migliori atelier dell'epoca, e subito inizia a lamentarsi: non le piaceva nulla, fino a quando esasperata le ho urlato quello che pensavo di lei. […] Il silenzio sul momento, lo stupore degli altri poi. Però quando alla fine l'ho vestita, sono scattati gli applausi dei presenti: oggettivamente era di una bellezza non comune.

 

ALBERTO SORDI

carlo verdone alberto sordi

Un po' cupo e serioso, lo era Non era quello che ti aspettavi, non era un battutista; detto questo, lui come attore era un genio assoluto, coglieva delle sfumature e consigliava agli altri delle sfumature che diventavano sostanza. Come? In Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata è stato lui a volere i pantaloni con la vita molto alta, e proprio quei pantaloni che gli arrivavano al petto hanno caratterizzato in modo decisivo il personaggio. […] Lui e la sorella non erano abituati ai ricevimenti nonostante le cinque persone di servizio.

federico fellini con giulietta masina e anita ekberg

 

Nella sua villa aveva una sala di proiezione nella quale amava riguardare anche i suoi film. E si divertiva. Rideva compiaciuto di se stesso, delle sue battute. […] Non era solitario, evitava inutili esibizioni. […] Una volta in America un gruppo di elettricisti e macchinisti iniziarono a lamentarsi […]

 

Mi ricordo una pausa di lavoro, io e lui sul terrazzo dell' albergo, vediamo arrivare in piscina il capo dei macchinisti, il più vivace di tutti nelle proteste per i presunti disagi. Questo tipo si spoglia. Si tuffa. Nuota. Nel frattempo Alberto lo fissa in silenzio, io zitta con lui, sapevo cosa sarebbe avvenuto. […] Questa persona esce dall' acqua, fa schioccare le dita, arriva un cameriere con l'accappatoio. Si sdraia. Le dita schioccano di nuovo, e subito gli portano un cocktail. Improvvisamente Alberto, dopo averlo guardato a lungo, si alza in piedi, allunga un braccio e con il suo vocione gli spara un: "Stai male eh..? Ma li mortaaaa…”

 

ENNIO FLAIANO

silvano mangano alberto sordi

Era un grande scrittore e sceneggiatore, lo conoscevo di fama, frequentava Via Veneto con il gruppo del Mondo, lo avevo incontrato spesso. Però il colpo di fulmine scatta diversi anni dopo, nella villa di Suso a Castiglioncello dove eravamo entrambi ospiti: era di una simpatia rara, un' intelligenza difficile da riscontrare altrove. Finita la serata mi offre un passaggio a Roma e tra noi cambia tutto.

 

Comunque lui era una battuta continua, un uomo che sapeva stare con gli altri, capace di ascoltare con rispetto e pazienza chiunque; un uomo in grado di sorridere nonostante il profondo dolore dovuto a una grave malattia che colpì sua figlia alla nascita. […] tutti lo veneravano. Viene ricordato soprattutto per le sue frasi fulminanti e il suo umorismo, in realtà era un intellettuale raffinatissimo. È stato fondamentale per la mia crescita e il bello era che non ostentava mai la sua infinita cultura.

Flaiano Fellini Ekberg 1960

 

FELLINI E FLAIANO

Litigarono a causa di un viaggio, in occasione della candidatura all' Oscar di 8 e 1/2: prendono l' aereo per Los Angeles e per sbaglio l' organizzatore piazza Fellini in prima classe col produttore Angelo Rizzoli, mentre Ennio finisce in economy. Federico non dice nulla, resta comodo e coccolato nella sua poltrona. Appena atterrati Flaiano neanche esce dall' aeroporto: va in biglietteria e torna immediatamente a Roma.

Amicizia finita.

 

CARLO VERDONE E ALBERTO SORDI

silvano mangano alberto sordi

"In viaggio con papà", invece Lì mi sono divertita da pazzi. Carlo Verdone era bravissimo a tenere a bada Alberto. […] Sordi aveva una personalità preponderante, si prendeva spazi non suoi, mentre Carlo era unico nell'arginarlo con garbo, nel circoscrivere e caratterizzare il suo personaggio. Si volevano bene.

 

MARIANGELA MELATO

Una meraviglia di persona. Abbiamo viaggiato tanto e spesso e ci siamo divertite da matte. Ci siamo conosciute nel 1976, entrambe coinvolte in una delegazione del cinema italiano invitata in Egitto al Festival de Il Cairo. Oltre a noi due c' erano Giovanna Ralli, mia amica, e Renzo Arbore.

 

steno monica vitti

STENO

Persona stupenda, così come lo era sua moglie Maria Teresa. Spiritoso come pochi. Lui e Monicelli all' inizio della carriera hanno scritto e diretto diversi film firmandoli in coppia e Mario lo considerava più bravo di lui, lo diceva sempre. […] Steno era molto rigoroso e attento nella stesura della sceneggiatura, e questo è indiscutibile.

 

ALBERTO SORDI UN AMERICANO A ROMA STENOanita ekberg young

[…]

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...