LA SCENEGGIATA DI ALLEGRI HA GIA’ STANCATO I TIFOSI DEL MILAN E DELLA ROMA: E’ SOLO UNA QUESTIONE DI QUATTRINI

1-APPUNTAMENTO AL BUIO
Monica Colombo per il Corriere della Sera

In silenzio dal lunedì successivo all'ultima giornata di campionato, quando - dopo la gara di Siena - Silvio Berlusconi comunicò l'esonero di Allegri attraverso il Processo di Aldo Biscardi, dopo giorni di rinvii e appuntamenti saltati, ieri il presidente milanista è uscito allo scoperto. Lo ha fatto intervenendo telefonicamente dal buen ritiro in Costa Smeralda a «Mattino cinque» dove ha definito le sorti della panchina rossonera una «vexata quaestio».

Poi ha aggiunto: «Credo che entro domenica sera avremo un incontro con Galliani e Allegri e troveremo una soluzione che non sarà difficile trovare se tutti si metteranno una mano sulla coscienza e si deciderà per il meglio del nostro Milan».

Dichiarazione che lascia aperto ogni scenario, non racchiudendo una conferma piena dell'allenatore (al quale il presidente milanista non ha mai fatto una telefonata di complimenti per il terzo posto conquistato: in parole povere le comunicazioni con il tecnico si sono interrotte dalla vigilia della trasferta di Siena quando bucò l'appuntamento a Milanello), ma nemmeno una bocciatura esplicita. Cosa significa mettersi una mano sulla coscienza?

E qual è secondo il Cavaliere la soluzione migliore per il Milan? Interrogativi che aleggiano sospesi in attesa del rientro da Villa Certosa del presidente. La sensazione è che l'ex premier (mai entrato in sintonia con Allegri), pressato dall'insistenza di Adriano Galliani e sensibile agli umori popolari, di fronte alla refrattarietà del livornese a chiedere la risoluzione del contratto, sia disposto ad ascoltarlo.

Non lo licenzierà perché spinto dalla necessità di non avere a libro paga due allenatori, ma nemmeno lo soddisferà nelle sue richieste. Il tecnico toscano esigerà un prolungamento dell'accordo e una campagna acquisti che consenta alla squadra di avvicinarsi ai valori della Juve? Ecco, questo il Cavaliere non lo garantirà: prendere o lasciare. Del resto Allegri, il maestro del doppiogioco, ha flirtato a tal punto con la Roma che nella capitale sono tutti convinti che la rescissione con il Milan sia solo questione di ore.

Non a caso il legale del tecnico ha seguito passo passo la preparazione della bozza del contratto biennale con opzione per la terza stagione che i giallorossi (che ora però si stanno guardando in giro pensando a un piano B: ieri Blanc ha dichiarato: «Voglio tornare ad allenare») hanno approntato. Perciò il quesito resta: Allegri avrà voglia di rimanere a Milano con il contratto in scadenza, senza rinnovo, senza la certezza di rinforzi adeguati e con il rischio di essere travolto da nuovi rumors e frecciate alla prima sconfitta in amichevole?

Il suo successore, Clarence Seedorf, non ha i requisiti per andare in panchina. Così ha dichiarato ieri Renzo Ulivieri: «Seedorf non può allenare il Milan, quello che può fare è il secondo. Il titolo che ha conseguito in questi mesi non è sufficiente per essere il primo allenatore nella nostra serie A». Ecco perché nelle ultime ore è circolato con insistenza il nome di Alessandro Costacurta come co-abitante della panchina rossonera. Altri affari: ieri a Milano si è svolto l'incontro fra Fali Ramadani, agente di Stevan Jovetic, e il presidente viola Cognigni.

Il procuratore della stellina della Fiorentina ha chiarito che il giocatore vuole solo la Juve. I viola hanno ribattuto che l'affare si potrà concludere senza contropartite tecniche (Marrone o Quagliarella) ma solo cash. Il prezzo era e resta 30 milioni. Non ha di questi problemi il Monaco, che neopromosso in Ligue 1, si è accaparrato Falcao per 60 milioni. Vicino l'accordo fra il Palermo e Gattuso come allenatore. «Il nome di Rino è stimolante» ha confermato il dg Perinetti.

2-LA RECITA DI MAX, NOIOSA PERCHÉ SCONTATA
Daniele Dallera per il Corriere della Sera

Sul tormentato caso Allegri, allenatore sospeso tra Milan e Roma, Silvio Berlusconi esorta i suoi più stretti collaboratori: «Avrò presto un incontro con Galliani e il tecnico, mettiamoci tutti una mano sulla coscienza e sceglieremo il meglio per il Milan». Sarà, ma Allegri aspetta che Berlusconi metta una mano sul portafoglio e non tanto sulla coscienza, la cui voce è fin troppo flebile per il tecnico del Milan. Il portafoglio è più utile della coscienza quando si discute di contratti.

Quello di Massimiliano Allegri scade a fine stagione 2014, quindi ha ancora un anno ben pagato, 2 milioni e mezzo di euro netti. Berlusconi non ne può più di Allegri, difatti ha già scelto il successore, Clarence Seedorf. È un suo diritto. Aiutato e sorretto da Galliani, che non vuole Seedorf nei suoi paraggi, soprattutto sulla panchina rossonera, Allegri punta i piedi. La strategia dell'allenatore toscano è fin troppo chiara: vuole l'esonero ufficiale, quindi come minimo quei 2,5 milioni verbalizzati a contratto, magari con l'aggiunta di una buonuscita. È un suo diritto (anche questo).

Per poi andare alla Roma, alla quale si è promesso (ogni smentita è inutile) tempo fa, con la quale ha già discusso di mercato. La recita di Allegri si basa su un copione povero di motivazioni ma ricco di denari. Quelle recite che hanno il fiato corto, che fanno fatica ad arrivare alla fine, perché la fine la si capisce fin dalle prime battute.

Una recita che annoia e infastidisce ben due tifoserie, quelle del Milan e della Roma. Che futuro può avere un allenatore sfiduciato pubblicamente dal suo presidente? Alla prima sostituzione di El Shaarawy, sgradita ovviamente a Berlusconi, risentiremo il ritornello del presidente: «quello non capisce...».

Figuriamoci alla prima sconfitta, in campionato o in Champions. Hanno fatto sapere a Berlusconi che la squadra è con Allegri, giovani e vecchi. Buon segno. Ma da quando gli allenatori sono scelti dai giocatori? Un club non è una cooperativa.

A decidere deve essere la società, e sotto questo aspetto il Milan è ben guidato, da anni, da Adriano Galliani, giudicato da Petrucci, ex presidente del Coni, «il miglior dirigente del calcio italiano». Perché indugi così tanto a portare al Milan l'allenatore che chiede il suo datore di lavoro francamente non lo si capisce.

 

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