TI FACCIO UNA FIBRA COSÌ – CEFFONE AL GOVERNO DI TELECOM ITALIA, CHE PER INTERNET VELOCE SI ALLEA CON FASTWEB – IL NODO DELLA TRATTATIVA PER ENTRARE IN METROWEB (CDP) RESTA SEMPRE IL CONTROLLO DELLA SOCIETÀ
1.TELECOM SCEGLIE LA FIBRA DI FASTWEB
Maddalena Camera per “il Giornale”
Telecom Italia e Fastweb sperimentano insieme una tecnologia che permette di portare 100 Mb di velocità in rete usando sia la rete in fibra sia quella in rame. Le due società hanno firmato un accordo valido fino a dicembre 2016 che coinvolge anche alcuni tra i principali fornitori di infrastrutture di rete come Alcatel Lucent e Huawei.
La firma è l'evoluzione naturale di quanto annunciato da Fastweb a metà febbraio: portare con un investimento di 100 milioni 100 Mb al 30% della popolazione con un mix di tecnologie che accelerano la rete.
Telecom dunque prova a scegliere, sperimentando, la strada meno costosa per realizzare, insieme a un altro operatore «fisso», i collegamenti a 100Mb che, entro il 2020, secondo l'agenda digitale europea, devono essere disponibili per l'85% della popolazione. Certo è che l'annuncio indebolisce la forza negoziale della Cdp, che con il suo presidente Franco Bassanini aveva accarezzato il sogno, tramite la controllata Metroweb, di realizzare la rete in fibra ottica in Italia, sfruttando anche gli investimenti di Telecom.
L'ex monopolista aveva avanzato proposte concrete per prendere il controllo di Metroweb in due tappe. Bassanini, tramite F2i (che a sua volta controlla Metroweb) ha tuttavia detto di «no», e ha preferito insistere su un altro progetto. Ossia una società partecipata da tutti gli operatori, Vodafone e Wind, oltre alla stessa Fastweb che è già in Metroweb. Alleanza che, però, non piace a Telecom.
A poco valgono anche gli sforzi del governo per cercare di ricomporre il quadro. Ieri, nella sede del Pd, c'è stato un incontro tra tutti i protagonisti della partita della rete in fibra ottica, tra cui l'ad di Telecom, Marco Patuano, ma le posizioni sono rimaste distanti. Certo i costi relativi ai due progetti sono profondamente diversi. Secondo le stime fornite da Fastweb una rete con la tecnologia mista fibra e rame costerebbe intorno ai 3 miliardi di euro l'altra, sola fibra, sarebbe molto più onerosa: 11-12 miliardi.
Dunque il messaggio che l'ex monopolista invia a Matteo Renzi è chiaro: Metroweb può essere un acceleratore dello sviluppo della banda ultralarga, ma noi possiamo fare da soli. E qualcuno tra gli addetti ai lavori già parla di «schiaffo al governo».
La partita comunque non è chiusa. Per la realizzazione della rete Palazzo Chigi ha garantito fino a 6 miliardi di investimenti, oltra a incentivi e vantaggi fiscali, proprio per favorire analoga spesa da parte dei privati. Il governo sperava tuttavia di raggruppare investimenti, pubblici e privati, in Metroweb.
marco patuano ad telecom italia
Nel dettaglio l'intesa raggiunta ieri da Telecom e Fastweb comincia con la sperimentazione in laboratorio della tecnologia Vdsl enhanced, mentre da ottobre partono i collegamenti agli utenti. Per il presidente di Telecom Giuseppe Recchi i due dossier, Metroweb e Fastweb, sono tuttavia separati e alla vicenda sulla società della fibra «si dà una rilevanza superiore al merito». Secondo Recchi comunque «il gruppo punta alla costruzione della rete in fibra usando varie tecnologie».
2. BANDA LARGA, SALTANO GLI INCENTIVI FISCALI PER LA RETE
Alessandro Barbera e Francesco Spini per “la Stampa”
L’idea piace al governo e trova l’accordo delle compagnie. Per non avere sgradite sorprese sul fronte della banda larga e dei relativi impegni presi con l’Europa (almeno 30 Mega per tutti e 100 per metà popolazione entro il 2020), ciascun operatore ogni anno dovrà comunicare nei dettagli il proprio piano triennale di investimenti per gli accessi superveloci e impegnarsi formalmente a rispettarlo. A controllare saranno Infratel (Ministero dello Sviluppo economico), Agcom e Antitrust, e in caso di inadempienze potranno comminare sanzioni.
ALBERTO TRONDOLI CAPO DI METROWEB
Ecco uno degli effetti raggiunti dal vertice che il Pd ieri ha organizzato alle sede del Nazareno per fare il punto sulla banda ultralarga, e che il governo probabilmente inserirà nel «decreto comunicazioni» che secondo il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, dovrebbe vedere la luce entro fine mese.
Nel frattempo un pezzo dell’architettura s’è già persa per strada: i crediti d’imposta (su Ires e Irap) previsti dallo «Sblocca Italia» tra gli incentivi sono stati dapprima informalmente bocciati da Bruxelles e si sono arenati poi sui forti dubbi di copertura formulati dalla Ragioneria generale dello Stato. I relativi decreti sono così finiti su un binario morto.
Ma il governo e la maggioranza provano a ripartire e ieri hanno riunito con Giacomelli i presidenti di Agcom e Antitrust Angelo Cardani e Giovanni Pitruzzella, i numeri uno di Telecom e Fastweb Marco Patuano e Alberto Calcagno, e i presidenti di Vodafone, Pietro Guindani, e di Cdp (nonché Metroweb), Franco Bassanini.
Il sogno dell’esecutivo è quello di recuperare in extremis una trattativa - al momento ufficialmente interrotta - tra Cdp e Telecom per far entrare quest’ultima in Metroweb Sviluppo, veicolo per lo sviluppo della fibra a cui si è già prenotata Vodafone e a cui guarda Wind. Missione al momento quasi impossibile. L’accordo siglato ieri tra Telecom e Fastweb per sperimentare tecnologie che permetteranno di raggiungere i 100 Mega utilizzando (dall’armadietto di strada alle abitazioni) anche il doppino in rame è un chiaro messaggio a un governo che invece punta tutto sull’Fttb/h (in cui è specializzata Metroweb), ossia sulla fibra che arriva fino all’edificio e all’appartamento.
Telecom e governo restano distanti anche sulla governance del soggetto pubblico-privato: Bassanini al tavolo di ieri ha ribadito il no di Cdp a concedere a Telecom la maggioranza di Metroweb. Nel cda di domani Telecom dirà l’ultima parola. C’è chi scommette che il negoziato - sottotraccia e durissimo - continuerà fino all’ultimo secondo.