SCIÒ- SCIÒ-MACHER - ANCHE PER LA LEGGENDA DELLA FORMULA UNO IL TRAGUARDO PIU’ DIFFICILE E’ QUELLO DI USCIRE DI SCENA - UN RITORNO SENZA UNA VITTORIA, MAI UNA POLE POSITION, TANTI INCIDENTI - IL SUO EX CAPOMACCHINA ALLA FERRARI SU TWITTER: “ORMAI HA PROBLEMI DI PROSTATA” - SPERIAMO CHE SI RITIRI PRIMA CHE A MANDARLO IN PENSIONE CI PENSI LA MERCEDES...

Stefano Zaino per "La Repubblica"

Giura che è stata solo una battuta, ma fa effetto che pure lui ironizzi su Schumacher, sui suoi ormai ricorrenti disastri in pista e sulla sua età decisamente avanzata. Parole e musica di Luca Baldisserri: "Michael ormai ha problemi di prostata, largo ai giovani". Il mezzo di comunicazione del tagliente messaggio è il solito twitter, cinguettii che fanno male e soprattutto percorrono in fretta il giro del mondo.

Fa effetto perché Luca Baldisserri non è un tifoso qualunque, scoperto a imprecare davanti alla tv per l'ennesimo tamponamento del suo beniamino, il plurititolato tedesco con la rombante Mercedes che tampona il povero Vergne e la sua Toro Rosso; ma è un dipendente Ferrari, il responsabile della "Driver Academy", la "cantera" di Maranello che sui giovani talenti investe e punta molto (ne fa parte il messicano Perez).

Soprattutto, in un passato neanche troppo lontano, quando Schumacher non portava in pista la sua leggenda ma era impegnato nella prima carriera a collezionare titoli mondiali, Baldisserri era il capo della sua macchina, il responsabile degli ingegneri, con Brawn il suo fido stratega, colui il quale con tattiche a volte anche azzardate (si ricorda un incredibile trionfo a Magny Cours con 4 pit stop) aiutava super Michael a vincere.

Baldisserri è impietoso (in questo allineandosi al pensiero di molti appassionati), e con la sua battuta c'è il rischio di un serio incidente diplomatico tra Ferrari e Mercedes, la scuderia che ancora non sa se rinnovare a Schumacher il contratto in scadenza (il tedesco farà sapere qualcosa a ottobre) oppure pensionarlo per sempre. Tira aria di scontro, forse è per questo che un paio di ore dopo il cinguettio tagliente dal profilo di Baldisserri sparisce, lasciando spazio ad un'opportuna precisazione: "La mia su Michael era una battuta condivisa con lui stesso: gli auguro di superare tutti i record che ancora non è riuscito a conquistare. Il solo pensare che io voglia il suo ritiro significa non capire cosa ancora ci lega".

Era un gioco, non una cosa seria. Una presa in giro, non un invito a farsi da parte, lasciando il suo volante magari ad un arrembante Hamilton, che dopo il ritiro di Singapore ha sempre meno voglia di McLaren. Serio però è il declino di Schumacher, 43 anni compiuti a gennaio, che nella sua seconda vita da pilota ha combinato davvero poco e che in questa stagione, se possibile, ha fatto ancora peggio delle prime due che hanno segnato il ritorno in pista.

In tre campionati mai una vittoria, nel libro dei record restano 91, ma non c'era bisogno di rimettersi in gioco per dimostrare di essere il più grande di sempre. Mai una pole position, rimangono 68, e pure qui è primatista indiscusso. Ma rara è stata anche la sua presenza sul podio, quest'anno solo a Valencia, il 24 giugno, unico lampo in un Mondiale da comprimario, con sette volte su 14 fuori dai punti.

In compenso copiosi sono stati gli incidenti da lui provocati, pugno nello stomaco per uno che non sbagliava mai, con l'ultimo (gli costerà 10 posti in griglia a Suzuka) che rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso dei dirigenti Mercedes. "Non avevo i freni in temperatura", si è giustificato, ma c'è chi insinua che abbia rallentato in ritardo, perché i riflessi ormai sono quelli che sono e ha visto Vergne solo all'ultimo. Quale sia la verità, diventa difficile ipotizzare un suo rinnovo contrattuale. Tranquillizzando tutti, a cominciare da Baldisserri, è sano come un pesce. Ma forse, anche in ossequio alla sua leggenda, è davvero venuto il momento di dire basta.

 

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