SCIENZA ERETTA: IL PORNO DIVENTA MATERIA DI STUDIO E RICERCA

Elmar Burchia per "Corriere.it"

Sfortunatamente la scienza è soggetta a un sospetto irrazionale in molti paesi e le riviste scientifiche sono spesso meri contenitori di articoli tecnici, scritti da accademici; dei mattoni pesanti per i nefofiti della materia. Ora, due ricercatrici britanniche hanno deciso di esaminare a fondo una tematica assai popolare e decisamente nuova per la comunità scientifica internazionale: la pornografia.

SCIENZA XXX - Grande Fratello, Italia's got talent, Uomini e Donne: sono tutti format televisivi seguiti da milioni di spettatori, ma che in verità pochi ammettono di guardare. Così accade anche con il porno, un genere relegato negli angoli nascosti delle edicole, cresciuto a dismisura su Internet, che ancora oggi poco si addice alla discussione scientifica.

Ecco perché sorprende la notizia pubblicata in questi giorni dai media del Regno Unito: due scienziate inglesi, Feona Attwood, docente di Scienze della Comunicazione alla Middlesex University, e la collega Clarissa Smith dell'università di Sunderland, hanno lanciato una rivista scientifica denominata «Porn Studies». Il primo numero uscirà nella primavera del prossimo anno per Routledge, l'ossequiata casa inglese che pubblica oltre duemila riviste scientifiche.

RILEVANZA - L'annuncio «della prima (...) rivista internazionale che esplora attentamente tutti quei prodotti culturali e servizi, conosciuti come pornografia», è legato dalle due scienziate a un cosiddetto processo di peer review - ovvero, di revisione e commento da parte di altri ricercatori. La redazione e il comitato scientifico della rivista raccolgono e selezionano i contributi originali (saggi, recensioni) che verranno poi selezionati per la pubblicazione.

In questo caso le discipline prese in considerazione includono la sociologia, la criminologia, gli studi sui media, quelli culturali e di genere. Insomma, una cosa seria. Già in precedenza le due erano dedicate al tema con un progetto di ricerca sull'uso della pornografia su Internet.

Perché le studiose abbiano voluto pubblicare proprio ora una rivista scientifica dedicata interamente al porno non è chiaro. Forse Attwood e Smith erano semplicemente stufe che il loro campo di specializzazione fosse stato fin qui largamente ignorato, nonostante la sua rilevanza scientifica: i Pornography Studies si trovano ancora in una fase embrionale, si legge nel comunicato - che il Guardian interpreta come una critica implicita ai cosidetti Cultural Studies.

PORNOSTAR - Probabilmente la tempistica ha uno sfondo scientifico molto meno nobile: il fenomeno EL James, l'autrice del best-seller Cinquanta sfumature di grigio, è stato il fattore decisivo per il lancio, scrive il Guardian. Difficile però che la nuova pubblicazione delle due inglesi raggiunga il numero di lettori del romanzo erotico.

Resta anche da vedere se Attwood e Smith riusciranno a trovare colleghi che prendano davvero sul serio un tema all'apparenza così piccante. In ogni caso, le ricercatrici hanno già trovato un sostenitore importante: il britannico Jon Millward che nelle settimane scorse ha fatto notizia per uno studio che ha analizzato 10 mila titoli pornografici e relativi protagonisti allo scopo di delineare un ritratto unico di attori e attrici hard.

Grazie a lui, anche coloro che non ammettono di guardare il porno, adesso sanno che la pornostar ideale si chiama Nikki, è bruna e ha una terza di reggiseno.

 

porn studies la pornostar ideale secondo Jon Millward Jon Millward porn studies jpeg

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