renzi by libero

MATTEUCCIO SGRANOCCHIA IL CRUMIRO - I CAMERAMEN RAI SCIOPERANO, SALTANO TUTTE LE DIRETTE RAI, MA IL DUETTO GIANNINI-RENZI S’HA DA FARE: NON SIA MAI CHE FLOPIS VINCA IL DUELLO E IL PREMIER RIMANGA SENZA UNA TELECAMERA ARDENTE

Fausto Carioti per "Libero Quotidiano"

 

GIANNINI E RENZI A BALLAROGIANNINI E RENZI A BALLARO

Telegiornali Rai in onda con la telecamera fissa e tutto il resto è replica. Nelle trasmissioni in diretta, dove il cameraman è indispensabile, si va di accetta: tagliata Uno Mattina, la Prova del cuoco è vecchia di qualche settimana, al posto della Vita in diretta va, anzi rivà in onda il giornalista buono Gigi Proietti, 2Next (Rai 2) e Linea Notte (Rai 3) trasmesse in formato ridotto. Immolato persino Bruno Vespa: al posto del Porta a Porta sul ruolo delle donne nella storia d’Italia, una vecchia puntata rimontata per l’occasione.

 

A un certo punto, nel palinsesto pomeridiano di Rai 3, spunta persino L’Armata Brancaleone, mandata coraggiosamente in onda malgrado le facili battute. Cronaca di ordinaria baraonda in una normale giornata di sciopero (ieri toccava appunto a duecento cameraman, con il sindacato Snater che ha messo in atto l’agitazione proclamata il 24 ottobre contro il piano aziendale di tagli alle spese).

 

MATTEO RENZI A BALLAROMATTEO RENZI A BALLARO

Nemmeno ci sarebbe da scriverne, se non fosse per la coppia che la Rai ha voluto salvare a tutti i costi: quella composta da Massimo Giannini, conduttore di un programma che arranca, e Matteo Renzi, che nei sondaggi scende pure lui, ma a differenza di Giannini non ha concorrenti e resta primo a distanze siderali dagli altri leader. Miracolo reso possibile, giurano a viale Mazzini, dalla concentrazione dei pochi cameraman disponibili sulla prima serata di Rai 3 (smentite con sdegno le voci secondo cui l’azienda avrebbe fatto ricorso a manodopera esterna).

 

Floris diMartedìFloris diMartedì

Morale: lo sciopero uccide o lascia mutilate tutte le trasmissioni, incluso il talk show vespiano di Rai 1, tranne Ballarò. E un motivo c’è. Anzi, ce ne sono due. Il primo riguarda l’ex vicedirettore di Repubblica, che l’azienda è costretta a tutelare come l’ultimo dei panda, visto il costo dell’ingaggio (contratto biennale sui 450mila euro a stagione).

 

Lo scorso anno, affidata a Floris, la trasmissione fece uno share medio del 13,12%; adesso, freddate subito le illusioni generate dalla comparsata di Roberto Benigni, quando passa il 6% Giannini stappa una bottiglia: fare meno della metà dello scorso anno è già un successone.

BRUNO VESPABRUNO VESPA

 

Soprattutto, c’è il duello con quell’altro: Floris su La7 veleggia sulla soglia del 4,5% e questo vuol dire non solo che messi assieme i due non valgono il Ballarò di un anno fa, ma anche che nella guerra tra poveri (di share) basta poco al transfuga per agguantare il rivale. Una giornata in meno di Ballarò, per dire, sposterebbe per una sera tutto il pubblico su Floris e i suoi ospiti, e al turno dopo chissà se gli spettatori tornano su Rai 3 o si riscoprono vittime del fascino di Crozza.

 

Luigi GubitosiLuigi Gubitosi

L’altro motivo che ha imposto la messa in onda militarizzata, ovviamente, è Renzi. Di simpatico e spiritoso il premier ha solo il modo di presentarsi in pubblico; in privato è iracondo e vendicativo (i ministri dispongono di una vasta aneddotica). E chi glielo dice a quello che l’intervista «in esclusiva» (come no) per la quale Giannini e i vertici della rete l’avevano corteggiato e che lui infine aveva concesso non va in onda perché i cameraman sono in sciopero contro la riforma della Rai che lui stesso ha voluto?

 

RAI di viale Mazzini RAI di viale Mazzini

Figura meschina, con chissà quali conseguenze (Renzi in astinenza da video può fare male). E poi col premier di questi tempi lo share vola e quella di ieri sera, nelle speranze di Giannini, proprio grazie a lui avrebbe dovuto essere la puntata giusta per scrollarsi la scimmia di Floris dalla schiena. Stamattina, numeri Auditel alla mano, sapremo se c’è riuscito.

 

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...