UN OSCAR-DA-BAGNO PER BELLOCCHIO - LA SCONFITTA VENEZIANO E I MAGRI INCASSI ALLONTANANO LA “BELLA ADDORMENTATA” DALLA DESIGNAZIONE DEL FILM ITALIANO IN CONCORSO AGLI OSCAR - I “NOVE SAGGI” DI ANICA SI RIUNISCONO A FINE MESE PER SCEGLIERE IL TITOLO DA SPEDIRE ALL’ACADEMY: FAVORITISSIMO “REALITY” DI MATTEO GARRONE - OGGI BRUTTOCCHIO PARLA ALLA FANDANGO DI ROMA …

Michele Anselmi per "il Secolo XIX"


E ora come andrà con la designazione per l'Oscar? Doveva essere una passeggiata per "Bella addormentata" di Marco Bellocchio, film intenso e dolente, su un tema divisivo affrontato con problematico sguardo morale ma senza ecumenismo. Invece gli incassi alquanto insoddisfacenti, appena 400 mila euro nei primi quattro giorni, con una media a copia di soli 1.381 euro, e soprattutto il mancato premio a Venezia, che certo non era dovuto ma auspicabile, rischiano di complicare la vita del film in vista della riunione di fine settembre.

Quando, presso l'Anica, la Confindustria del cinema, si riuniranno i nove esperti chiamati a indicare il titolo italiano da spedire all'Oscar, nella speranza che finisca nella cinquina per il miglior film straniero.

Chi sono? Il regista Paolo Sorrentino, i produttori Angelo Barbagallo, Fulvio Lucisano e Martha Capello, l'esportatrice Paola Corvino, il distributore Valerio De Paolis, i critici Piera Detassis e Paolo Mereghetti (alla sua seconda volta in commissione), il dirigente ministeriale Nicola Borrelli.

Verdetto già scritto, secondo alcuni commenti maliziosi lesti a "interpretare" la composizione della giuria curata personalmente da Barbagallo, benché la partita potrebbe riaprirsi con la probabile candidatura di "Reality", premiato a Cannes, che esce giusto in tempo, il 28 settembre, per partecipare alla gara. Pare quasi una maledizione: di nuovo Bellocchio versus Garrone, anche se i due cineasti si dicono amici ed estimatori l'uno dell'altro.

Vedremo come andrà a finire. Nel 2010 l'ottimo "Vincere" non poté partecipare all'Oscar per questioni legate all'uscita americana del film contemporaneamente in sala e nel circuito video on demand, e fu un peccato: perché, insieme all'altro escluso, "Io sono l'amore" di Luca Guadagnino, non avrebbe sfigurato nella sfida planetaria.

Intanto, mentre Bellocchio si prepara a chiacchierare col pubblico oggi pomeriggio alle 18 alla romana libreria Fandango Incontro, ci si chiede se abbia avuto davvero un senso rispondere in modo così piccato, con una dichiarazione scritta e un'intervista nervosa al "Corriere della Sera", al presunto attacco di un giurato veneziano, peraltro anonimo, registrato da Natalia Aspesi.

La solita solfa di ogni fine festival: cinema italiano provinciale, autoreferenziale, "ombelicale", incapace di varcare le frontiere, eccetera. «La citazione è stata notata da tutti. Vera o non vera, se non controbattuta sarebbe stata ripresa e usata per sputtanare il cinema italiano. Opporsi è stato doveroso» spiega il produttore del film, Riccardo Tozzi.

Mentre il coproduttore Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Raicinema, ora smorza le polemiche sulla composizione della giuria dicendosi solo «dispiaciuto» per il riconoscimento negato. Però un suo twitter di qualche giorno fa profetizzava: «16 minuti di applausi sinceri e commossi a "Bella addormentata" sono scolpiti nei nostri cuori. Ma i giurati hanno capito il film?». Evidentemente no, purtroppo.

Certo, alla fine dei conti, resta un'impressione leggermente sgradevole. Tutte queste "ultime parole famose" fanno un po' sorridere. Nel 2003 Raicinema minacciò di non mandare più film alla Mostra dopo l'ingiusta bocciatura di "Buongiorno, notte". Domenica scorsa Garrone ha promesso di disertare le giurie nei festival italiani, Tozzi di preferire d'ora in poi solo Cannes e Berlino, Bellocchio di evitare in futuro i concorsi. Come raccomandava James Bond? Mai dire mai.

 

 

ISABELLE HUPPERT NE LA BELLA ADDORMENTATA MICHELE RIONDINO E ALBA RORWACHER NE LA BELLA ADDORMENTATA MARCO BELLOCCHIO E FIGLIA PIERA DETASSIS MATTEO GARRONE E LA MOGLIE NUNZIA

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