1. LO SCRITTORE NON ESISTE PIÙ: ESISTE LA POPSTAR CHE GIRA PER FESTIVAL, TV E PRESENTAZIONI, A PAGAMENTO SE GLI VA BENE, SCROCCANDO CENA E ALBERGO SE GLI VA MALE 2. MICHELE SERRA: “GLI SCRITTORI PER ESISTERE DEVONO DIVENTARE CELEBRITIES. MA TUTTO QUESTO INCONTRARSI, PARLARSI, TOCCARSI, COMPLIMENTARSI, CON I LETTORI, FA BENE?” 3. LO SCRITTORE DAVID LODGE: “TUTTO DIPENDE DAL MARKETING, SIAMO TUTTI OBBLIGATI A PROMUOVERE LE LORO OPERE. MA CI SONO PIÙ ASPIRANTI AUTORI CHE LETTORI”
1. VA IN SCENA LO SCRITTORE
Michele Serra per “la Repubblica"
Sandro Veronesi e Michele Serra salutano il pubblico
Una volta varcate le porte del successo (basta anche un successo medio , anche un successo stagionale, anche un successo precario) per uno scrittore le tentazioni pubbliche sono quasi infinite. Tra festival grandi e piccoli, presentazioni in libreria, dibattiti, reading, convegni è possibile stare in tournée quasi tutto l’anno, nella migliore delle ipotesi inanellando un discreto numero di gettoni di presenza, nella peggiore scroccando cena e albergo a committenti quasi sempre felici di averti con loro.
Siccome non si sputa nel piatto dove si mangia, ogni considerazione supponente o annoiata su questo fiorente indotto della letteratura è del tutto fuori luogo; anche perché non si può passare la vita a deplorare la tendenza della gente a rimarsene a casa in mutande, inchiodata alla televisione e ad altri schermi domestici, e poi rimproverarla perché affolla i festival letterari, anche solo per avere una dedica malferma su un libro magari mai aperto, né destinato ad esserlo.
Sandro Veronesi e Michele Serra
Però è legittimo chiedersi se tutto questo incontrarsi, parlarsi, toccarsi, complimentarsi, tra scrittori e lettori, abbia una ricaduta positiva sulle rispettive attività, appunto scrivere e leggere. O sia, al contrario, molto divagante e dispersivo rispetto all’attitudine solitaria e silente che apparenta entrambi i protagonisti dello scambio letterario, scrittore e lettore.
Sandro Veronesi e Michele Serra
Per quanto riguarda i lettori non saprei bene che dire. È possibile che la trasformazione degli scrittori in celebrities di vario calibro (ce n’è per tutti i gusti) distolga l’attenzione del pubblico dal testo e la sprofondi nel contesto. Dopotutto avere l’autografo dello scrittore Tizio, o addirittura bere un bicchiere con lui al bar adiacente il luogo del dibattito, può essere un’esperienza più intensa, più breve e soprattutto meno gravosa rispetto alla lettura del suo ultimo romanzo, per altro già ampiamente sviscerato nel corso della presentazione (la scena madre è stata letta da una brava attrice, con pathos ineguagliabile da un lettore ordinario).
Ma è anche possibile, al contrario, che si instauri un contagio benefico tra contesto e testo, e dunque la dimestichezza con scrittori, intellettuali, critici, penne illustri, visti in tutta la loro carnale inadeguatezza, magari con una macchia sul pullover e una scarpa slacciata, infranga finalmente l’aura sacrale che mette soggezione, e faciliti l’approccio almeno di qualche non lettore alla lettura; o addirittura che la performance ispirata di uno scrittore, il fascino di una frase o di un concetto, riescano a rendere sexy, appetibile, desiderabile quella Kultura che, in genere, non ha tra le sue infinite virtù la maneggevolezza.
Quanto agli scrittori, mi è un poco più facile provare a mettere giù un paio di regolette, del tutto empiriche e del tutto personali, sperimentate lungo gli anni. La prima, anzi forse l’unica, è che bisogna imparare a selezionare le occasioni non tanto a protezione di se stessi, quanto dei propri libri.
Mi spiego: per proteggere se stessi basterebbe individuare le località più amene, gli alberghi più di charme, il rimborso spese più pingue e i festival più frequentati e meglio illuminati dai media. Ma per proteggere quello che si è scritto, sia un singolo romanzetto sia l’opera omnia, bisogna capire bene come è organizzata, e con chi, la faccenda detta pomposamente “evento”: se il testo ha l’aria di essere solo un pretesto per parlare d’altro, o per sventolare la vanità tua o altrui, bisogna tenersi rigorosamente alla larga.
ROCK DONNE E SESSO MADONNA DALLA COPERTINA DEL LIBRO SEX
Per questo in genere preferisco i reading (in italiano: letture in pubblico), perché sono tecnicamente inespugnabili: la pagina scritta viene letta ad alta voce, al massimo con l’ausilio di un bravo musicista, in un’oretta tutto è finito, se è andata bene o male o così così il merito è tutto e solo delle parole che sono state messe in scena; la piccola vanità di stare on stage è appagata, ma senza danni collaterali. Non c’è equivoco, è un lavoretto pulito, onesto, un servizio supplementare che fai al lavoro che davvero conta, quello precedente, scrivere.
Ho partecipato, temo, a circa un milione di dibattiti sui miei libri o su libri scritti da altri, ricavandone molto raramente la sensazione di avere capito qualcosa in più su quel libro. Più spesso si discute, anche appassionatamente, di tutto ciò che sta attorno al libro, gli fa da cornice o da pretesto.
presentazione del libro di herve falciani
Ma un libro è sempre e solamente un testo, quel testo, ci pensa già la critica a dimenticarlo nove volte su dieci, se Madame Bovary uscisse oggi si scatenerebbe un dibattito mediatico sull’adulterio, la famiglia, la provincia, la morale sessuale in provincia, tutti degnissimi argomenti ma nessuno in grado di surrogare la lettura di quel libro, scritto in quel modo e con quelle parole; così che per leggere il nuovo romanzo di Flaubert senza farsi fuorviare da eventuali illazioni sulle abitudini sessuali di Flaubert, un lettore dovrebbe chiudersi in casa e non parlarne con nessuno, tantomeno con Flaubert.
presentazione del libro di roberto gervaso
Ecco, quando uno scrittore affronta di persona un pubblico, qualunque pubblico, deve stare molto attento a non fare ombra alla propria scrittura. Senza arrivare alla ormai mitologica fuga dal mondo di Salinger, non c’è dubbio che l’eccesso di loquacità, di presenzialismo, di mondanità, anche se frutto innocente di un carattere molto socievole, rischi di indebolire l’opera anche quando rafforzi la figura pubblica del suo autore.
barbara d urso presenta il suo libro con mara venier
Il paradigma al quale riferirsi, per capire meglio di che cosa stiamo parlando, sono Madonna e Lady Gaga.
Strepitosi personaggi planetari il cui repertorio, per quanto possa essere rinvigorito, di qui in poi, da un paio di canzoni o di spettacoli memorabili, è comunque largamente meno noto di loro, meno ammirato di loro. Ma se nello show business la celebrità può anche catalizzarsi sulla figura della star (l’opera omnia di Madonna è Madonna, di Lady Gaga è Lady Gaga), nella scrittura non c’è altra materia degna di attenzione che la scrittura stessa.
corrado passera autografa il libro presentato
La parola scritta, quando è scritta per davvero, parla, suona e danza per suo conto. Lo scrittore, se lo ritiene, può supportarla con discrezione, e accompagnarla in pubblico, ma tenendosi sempre almeno un paio di passi indietro, a scanso di equivoci su chi è la vera star: la scrittura, non lo scrittore.
2. “BISOGNA RASSEGNARSI DALLA POLITICA AL POP È L’ERA DEL MARKETING”
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
marco travaglio presenta il libro di vecchi
Il fenomeno è da tempo sotto gli occhi di tutti. Mancava solo qualcuno che gridasse: il re è nudo! Lo ha fatto David Lodge, 80enne scrittore inglese, autore di romanzi tradotti in tutto il mondo, da Il professore va al congresso a La felicità è di questo mondo fino al recente Un uomo di fascino , ma anche critico e insegnante di letteratura, a cui ha dedicato non pochi saggi, come l’ultimo La coscienza e il romanzo ( tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Bompiani).
buttafuoco autografa il libro presentato
Indossando i panni dell’uno e dell’altro, nei giorni scorsi ha scritto un articolo sul Financial Times sul passaggio degli scrittori «dalla pagina al palcoscenico »: cioè sul ruolo sempre più pubblico di questo mestiere, dalle presentazioni in libreria ai festival letterari, dai salotti televisivi ai social network. «Il successo commerciale di un libro dipende da quanto bene viene pubblicizzato», dice Lodge a Repubblica . «Per gli scrittori c’è l’aspettativa, se non l’obbligo, di collaborare alla presentazione delle loro opere. Dalla politica al pop, oggi tutto dipende dal marketing. La letteratura non poteva sottrarsi».
presentazione del libro di donna tartt 2
Ma scrivere è una professione che si fa in privato. Cosa c’è di buono nell’incontro faccia a faccia tra autore e lettori?
«Scrivere rimane essenzialmente un’occupazione solitaria e silenziosa, come del resto lo è leggere. Gli occasionali incontri tra autore e lettori sono necessariamente brevi e superficiali. Eppure possono rafforzare la fedeltà dei lettori a un autore e portargli nuovi lettori».
Lei sostiene che il successo dei festival letterari è in parte dovuto alla tante persone che vorrebbero scrivere libri, interessate a incontrare chi ci è riuscito.
michaela biancofiore autografa il libro presentato
«In generale è un bene, perché indica rispetto sociale per il valore della letteratura. Ma nell’attuale stato critico dell’editoria tradizionale, causato dall’impatto della rivoluzione digitale sui libri, c’è un lato negativo. Finiscono per esserci troppi aspiranti scrittori e non abbastanza lettori per una sana cultura letteraria».
Come avrebbe reagito qualche scrittore del passato alla pressione a pubblicizzare le proprie opere?
«Shakespeare era un attore oltre che un commediografo, credo che sarebbe stato disponibile e se la sarebbe cavata bene. Dickens aveva una sorta di dipendenza a fare pubbliche letture dei propri libri, eventi incredibilmente popolari, quindi anche per lui non sarebbe stato un problema. Tolstoj, Joyce, li immagino più riluttanti ».
presentazione del libro di candida morvillo malgioglio e morvillo
Un autore introverso è svantaggiato e uno estroverso avvantaggiato dall’esigenza di farsi pubblicità di persona.
«Un autore introverso ci rimette. Ma non basterà un autore estroverso a trasformare un cattivo libro in un bestseller».
Non ha mai la tentazione, durante una presentazione, di rispondere «fatti miei, leggete il libro» alle fatidiche domande su come le è venuta l’idea per un romanzo, che messaggio voleva mandare, quale è il suo metodo?
«Forse perché sono un critico letterario e un docente di letteratura, oltre che uno scrittore, sono abituato a pormi e a ricevere domande. La mia filosofia è rispondere alle domande intelligenti sulla genesi e la forma dei miei libri ed evitare educatamente di rispondere alle domande meno intelligenti».
roberto sommella autografa il libro presentato (3)
Anche alcuni grandi del passato, da Omero a George Orwell, erano adorati dal pubblico: cosa è cambiato oggi?
«La fama di Omero e Orwell è stata principalmente postuma. Sopravvivere al proprio tempo è il test della grande letteratura: un autore muore, ma la sua opera continua a vivere. Vedremo quali autori contemporanei lo supereranno».
E che ruolo ha internet in questa forma di pubblicità per se stessi, in questo dialogo diretto tra autore e lettori? Tempo fa Salman Rushdie ha annunciato su Twitter che non avrebbe più twittato per qualche tempo perché doveva scrivere un nuovo libro.
Carlo Verdone presenta il libro di Marco Giusti
«Internet è simultaneamente un meraviglioso strumento per gli scrittori e una grave minaccia. Rende più facile la ricerca di fonti o informazioni e la composizione di un’opera, ma fa sprecare tempo ed energie con trivialità ed effimero. Per quanto mi riguarda, non twitto e non sono su Facebook. E tuttavia eccomi qui a usare internet per rispondere alle domande di un’intervista per farmi pubblicità».
Invitate alla presentazione del libro Giuliano Ferrara presenta il suo libro ENRICO MENTANA E MICHELE SANTORO presentazione libro Walter Molino CARLO CRACCO PRESENTA IL SUO LIBRO NELLA LIBRERIA ARION A ROMA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DANI DEL SECCO A MILANO