veronica sogni

SOGNI D’ORO - IL RICORDO DI VERONICA SOGNI, MORTA A 28 ANNI DOPO UNA LUNGA LOTTA CONTRO IL CANCRO - SELVAGGIA: ‘NON ERA SOLO UNA MISS, ERA MAGNETICA, SPIGOLOSA, BRILLANTE’ - L’ONCOLOGA CHE L’HA OPERATA: ‘DOPO ANNI DI PROFESSIONALITÀ SUL TEMA EMPATIA MEDICO-PAZIENTE, SONO DERAGLIATA DAI BINARI. VERONICA È STATA COME UN INNAMORAMENTO, UN PUGNO NELLO STOMACO. HA CONTRIBUITO A QUEL CAMBIO DI CULTURA PER CUI IL MALATO DI CANCRO NON SI DEVE NASCONDERE”

 

Estratto dall’articolo di Selvaggia Lucarelli per ‘il Fatto Quotidiano

 

VERONICA SOGNIVERONICA SOGNI

Veronica Sogni è morta a 28 anni dopo una lunga malattia. Un tumore al seno di quelli cattivi e ostinati che l’aveva sorpresa a 24 anni, quell’età in cui pensi che i mostri da combattere siano fuori dal tuo corpo e che le risorse a cui attingere saranno sempre una borraccia piena. La notizia della sua morte è stata data dalla stampa con un risalto insolito e strombazzato non certo per la sua lotta e la sua malattia (perché di donne che lottano contro tumori al seno ce ne sono tantissime), ma perché Veronica era stata una Miss.

 

Basta sfogliare giornali e leggere i siti in questi giorni per vedere la sua vecchia foto con la fascia accompagnata da titoli in cui lei è sempre la Miss. Veronica la Miss, Veronica ex finalista di Miss Italia, Veronica la Miss che non ce l’ha fatta e così via. Eppure Veronica era molto di più.

 

(…)

VERONICA SOGNIVERONICA SOGNI

 

Faceva la fotomodella e le cose andavano bene perché Veronica non era solo bella. Era magnetica, spigolosa, interessante.

 

(…)

 

Il tumore le aveva dato il primo morso feroce la vigilia di Natale del 2012. Era stato scoperto tardivamente e aveva capito subito che la guerra sarebbe stata insidiosa. L’iter era stato inevitabile: chemioterapia, mastectomia, menopausa farmacologica e radioterapia alla fine. Veronica ha combattuto sola (ma non negli ultimi tempi, quando la madre si è riavvicinata), perché con la famiglia i rapporti non erano mai stati solidi e felici.

VERONICA SOGNIVERONICA SOGNI

 

Accanto a lei però, per ben 10 anni, c’è stato quello che è diventato suo marito proprio durante la malattia. L’uomo che l’ha sposata un mese prima che Veronica morisse e che sulla sua bacheca fb oggi scrive “Mi mancherai ma ci rivedremo. Ti amo.”. Veronica non era una miss. Lo era stata per poco, e per sbaglio. Veronica era la cosa più lontana da una miss che si possa immaginare. Aveva accettato il suo cranio pelato per la chemioterapia, non metteva parrucche, si era perfino depilata le sopracciglia. Appena i capelli le erano ricresciuti di un centimetro, li aveva tinti di blu e poi giallo oro.”Little alien” si definiva ironicamente nella sua biografia su twitter. 

 

“Non ho mai patito la mancanza dei capelli. Le terapie portano a sentirsi umiliato. Si rasavano i capelli alle deportate, si annullava la femminilità delle donne. Io non mi sono vergognata, mi sono piaciuta!”, aveva detto. Mentre lottava, mentre cercava di preservare il suo corpo dall’aggressione della malattia, mentre accettava di essere ormai “una modella difettosa”, la vita si faceva sempre più difficile.

 

Un paio di marchi le avevano offerto ancora qualche piccolo lavoro (Trussardi e Mark Wave), ma Veronica viveva con un sostentamento ridicolo, che rendeva il tutto ancora più complicato e doloroso. La notizia delle metastasi, nel 2015, era stata un colpo durissimo.

VERONICA SOGNIVERONICA SOGNI

 

(…)

 

Postava alcuni suoi video in cui cantava sui social, aveva provato ad entrare ad X Factor, stava sognando come una qualunque ragazza di 28 anni. Che però non era una ragazza qualunque. Le parole più belle su Veronica sono quelle della chirurga che l’ha operata al seno, Alberta Ferrari. (…) “Lo ammetto: dopo anni di rigorosa professionalità in tema di relazione empatia medico-paziente, sono deragliata dai binari.

 

Come in un innamoramento fulmineo e puntualmente del tutto fuori luogo, nel caso di una giovane affetta da tumore al seno i solidi e rigorosi argini della giusta distanza emotiva sono scoppiati in un'allegra bolla di sapone. Chi è lei? La fanciulla lo sa bene. All’inizio colpisce la bellezza imbarazzante, immediatamente dopo quanto poco se ne identifichi; è invece un pugno nello stomaco la personalità forte, dura, ossianica, da bambina adultizzata”. (…)

 

SELVAGGIA LUCARELLISELVAGGIA LUCARELLI

“Veronica era ben altro e ben oltre l’aspetto appariscente acchiappa clic. Impegnata in tutte le iniziative per la salute delle donne, Veronica ha contribuito a quel cambio di cultura per cui il malato di cancro non si deve nascondere, vergognare, colpevolizzare e senza essere una Emma Bonino. In giro con la sua testina calva mai dissimulata (che su di lei sembrava un vezzo rocchettaro) raccontava apertamente del suo tumore e anche delle sue metastasi. Sfondando uno dei più forti tabù come una lama in un panetto di burro. Con semplicità.”.

 

ALBERTA FERRARI WONDYALBERTA FERRARI WONDY

Infine, il pensiero della chirurga va a Wondy, ovvero Francesca Del Rosso, morta di tumore a dicembre, che per Veronica era stata un modello e un’eroina: “Ringrazio Wondy. Veronica teneva molto ad avere un suo oggetto tramite l'asta benefica e io le ho portato una maglietta con farfalle. Non sapevo perché l'avevo scelta, non è il mio stile, poi ho capito che era per lei. Se l'è stretta sul cuore e dal giorno dopo Veronica è scivolata in coma; mi piace pensarla aggrappata al volo di quelle farfalle mandate da Francesca per aiutarla a salire lassù.”. Ciao Francesca, ciao Veronica. Due donne incredibili, altro che Miss o figurine acchiappa-like.

francesca del rosso wondyfrancesca del rosso wondyALBERTA FERRARIALBERTA FERRARIfrancesca del   rosso wondyfrancesca del rosso wondyfrancesca del  rosso wondyfrancesca del rosso wondy

Ultimi Dagoreport

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ISRITTI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA INCAZZARE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA. RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL PUTINIANO SALVINI…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…