monroe joe di maggio

‘’SEMBRI UNA FOTTUTA PUTTANA!’’ SCENE DAL MATRIMONIO DI MARILYN E DI JOE DIMAGGIO - LUI NON AMAVA APPARIRE SUI GIORNALI. MARILYN INVECE ADORAVA ESSERE IN PRIMA PAGINA, AVEVA UN FORTE APPETITO SESSUALE E NON RICORDAVA CON QUANTI UOMINI AVESSE DORMITO - DIVORZIARONO NEL 1961, DOPO CHE LEI AVEVA SCOPATO CON YVES MONTAND, JOHN E BOBBY KENNEDY. NONOSTANTE TUTTO DIMAGGIO LE CHIESE NUOVAMENTE DI SPOSARLO. LA DATA DOVEVA ESSERE L’8 AGOSTO 1962, MARILYN MORÌ TRE GIORNI PRIMA

da www.dailymail.co.uk

 

marilyn monroe e joe dimaggiomarilyn monroe e joe dimaggio

Era la leggenda vivente del baseball e Marilyn Monroe non capiva quanto fosse grande. Apprese dopo dello stallone italiano Joe DiMaggio, il mito dei “New York Yankees”. A rivelarlo è il nuovo libro di C. David Heymann, intitolato “Joe and Marilyn”.

 

Lo sportivo si era ritirato da poco, sul giornale vide la foto di questa bionda esplosiva in tacchi alti e mazza da baseball e volle incontrarla. L’appuntamento si svolse a Los Angeles, al ristorante “Villa Capri”, e Marilyn si presentò con un’ora e mezzo di ritardo. Pensò: «Non sembra affatto un giocatore. Direi piuttosto un magnate dell’acciaio o un parlamentare».

 

L’attore Mickey Rooney li raggiunse al tavolo e non fece che tessere le lodi di Joe. Fu così che la Monroe capì quale uomo eccitante fosse, questo DiMaggio. Raccontò poi: «Sedere accanto a lui, era come stare vicino a un pavone con la coda bene esposta».

 

marilyn con arthur millermarilyn con arthur miller

Lo portò in giro in macchina per tre ore, intorno a Hollywood, prima di passare la notte insieme al “Beverly Carlton”. Continuarono a vedersi in segreto nella suite del “Knickerbocker Hotel”, scoprendosi felici ma diversi. Joe illetterato, insicuro, timidissimo, sebbene un dio nel suo campo. Era bello, ricco e famoso, inseguito dalle groupie, ma non amava prestarsi a fotografie e apparire sui giornali.

 

Marilyn invece adorava essere in prima pagina, aveva un forte appetito sessuale e non ricordava con quanti uomini avesse dormito. Joe riteneva che lei fosse sfruttata dagli studios, pagata troppo poco e ingaggiata solo per i ruoli procaci. Sulla sua sensualità loro guadagnavano milioni, lei qualche migliaio di dollari. Le diceva: «Per loro sei solo un pezzo di carne».

 

Marilyn chiamava Joe “paparino” e diceva che “la sua più grande mazza non era quella che usava sulla base”.

 

Scoppiò l’amore e lui era pronto a farsi scomunicare dal vescovo, quando gli negò il divorzio dalla sua prima moglie. Voleva sposare l’attrice a tutti i costi e disse: «Preferisco marcire all’inferno, che perdere il mio giardino dell’Eden».

marilyn annuncia il matrimonio con joemarilyn annuncia il matrimonio con joe

 

Aveva sposato Dorothy Arnold nel 1939, ma durante l’unione l’aveva tradita molte volte. Voleva che lei facesse la brava moglie mentre lui si dava alle feste. Dorothy accettò il compromesso per un po’ ma nel 1943 firmò il divorzio, consumata dalla “crudele indifferenza” del marito.

 

Alla lunga Joe voleva che Marilyn smettesse di recitare per mettere al mondo dei figli. Dichiara Jane Russell, all’epoca amica della coppia: «Sapevo da subito che non sarebbero durati. Erano innamoratissimi ma non si capivano. Venivano da mondi distanti e non potevano restare insieme». Dopo grandi momenti di tenerezza, i litigi divennero la norma.

 

Marilyn non sarebbe mai stata la massaia che Joe desiderava. Non sapeva cucinare, non le piaceva fare le pulizie di casa. La sua stanza era disordinata, piena di fazzoletti, bottiglie e lattine vuote, in cucina impilava piatti sporchi. Joe ne era infastidito e, quando non ne poteva più, trovava rifugio in hotel.

 

Dopo essersi ritirato dal baseball, DiMaggio divenne vicepresidente delle pubbliche relazioni della “Buitoni”. Quando era fuori per lavoro, chiamava Marilyn almeno dieci volte al giorno. La controllava, la faceva spiare, voleva sapere cosa faceva e chi frequentava. Be’, la lista era lunga: Mel Torme, Eddie Robinson, Jr., Nico Minardos, Elia Kazan, Paul Shields. Sono solo alcuni nomi.

la monroe posa in tacchi e mazza da baseballla monroe posa in tacchi e mazza da baseball

 

Continuava a non sopportare quando lei posava in abiti indecenti. Una volta scoppiò: «Sembri una fottuta puttana!»

 

Comunque, pur di sposarla, rinunciò al prete cattolico e i due convolarono a nozze nel municipio di San Francisco, il 14 gennaio 1954. Trascorsero la luna di miele a Paso Robles. Due settimane dopo volarono a Tokio, dove Joe doveva lanciare la stagione di baseball nipponica. Lei passò tutto il tempo chiusa in albergo, sotto antibiotici per via di una leggera polmonite. Qui discussero ampiamente e lui capì che l’attrice non avrebbe mai lasciato il suo lavoro. Durante quel soggiorno Marilyn già teneva la corrispondenza con lo scrittore Arthur Miller, in gran segreto. Pensava di avere più cose in comune con lui che con suo marito, e il matrimonio era appena iniziato. Era stressata e prendeva più sonniferi che mai.

 

Marilyn disse alla stampa che intendevano mettere in cantiere dei piccolo DiMaggio, ma Joe capì presto che erano dichiarazioni fatte per alimentare i gossip sui giornali. La tensione fra i due cresceva e lei intanto dormiva con il suo insegnante di dizione Hal Schaefer. Quando Joe scoprì la relazione, chiese di incontrare l’amante. Marilyn scongiurò Schaefer di non accettare. Joe lo avrebbe ucciso. Dichiara Schaefer: «Le credetti. Mi raccontava che era un tipo violento. L’aveva picchiata più di una volta».

 

Il dramma scoppiò dopo le riprese della famosa scena di “Quando la moglie è in vacanza”:

joe rea pronto a farsi scomunicare per marilynjoe rea pronto a farsi scomunicare per marilyn

la griglia di aerazione solleva la bianca gonna di Marilyn e Joe se ne va sdegnato. Nel 1957 arriva il divorzio. ma bisognava aspettare un anno prima che fosse effettivo e Joe non cessò di essere ossessivo. Convinto che Marilyn dormisse con altri uomini, fece irruzione (insieme a Frank Sinatra e altri) in una camera d’albergo ma si ritrovarono davanti solo una vecchia signora. Avevano sbagliato piano. Nel frattempo Marilyn era scappata dalle scale antincendio, secondo l’autore del libro.

 

L’attrice andava dallo psicanalista 5 volte a settimana. Le fu diagnosticata un personalità borderline, paranoica e schizofrenica. Frequentava Marlon Brando e Miller allo stesso tempo. Lei e Arthur decisero di convolare a nozze. Diceva la diva: «Per la prima volta sento che starò con qualcuno che mi protegge. E’ come uscire dal gelo». Il matrimonio avvenne nel 1956 e non fu l’idillio che Miller credeva.

 

Marilyn era piena di ansie, si imbottiva di pillole, soffriva di insonnia e abusava di alcol. Divorziarono nel 1961, dopo che lei aveva avuto relazioni con Yves Montand, John F. Kennedy e suo fratello Bobby.

joe pensava che marilyn fosse trattata come un pezzo di carnejoe pensava che marilyn fosse trattata come un pezzo di carne

 

Nonostante tutto DiMaggio non smise mai di amarla. Anzi le chiese nuovamente di sposarlo. La data doveva essere l’8 agosto 1962, Marilyn morì tre giorni prima.

 

Il figlio di Joe racconta il momento in cui l’ex giocatore di baseball venne a sapere del decesso: «Un suono inumano gli uscì dalla bocca, quasi un ruggito del leone». Non smise di piangere e singhiozzare. Ordinò al fioraio di mettere fresche rose rosse due volte a settimana sulla tomba della sua amata, per gli anni a venire. 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…