1- IL SENSO DELLA GIUSTIZIA DELL’INFANTA MARINA BERLUSCONI: “DOPO CHE UNO, UNO SOLO BADI BENE, DEI TRE GIUDICI ROMANI ERA STATO CONDANNATO PER CORRUZIONE…”. MA CERTO, PERCHÉ CORROMPERE “SOLO” UN GIUDICE SU TRE È LEGALE? PURTROPPO QUESTA SEMPLICE DOMANDA, NEL PROSIEGUO DELL’INTERVISTA, MANCA (DANIELE) 2- DOPO AMANDA KNOX PROBABILE CHE CI SALUTI ANCHE PULLOVERINO MARPIONNE CON ALTRA SPOCCHIA. IL CADAVERE DELLA FIAT È ALTRETTANTO INSEPOLTO, ANCHE SE IL SUO DELITTO È A FUTURA MEMORIA. INTANTO HA DISDETTO CONFINDUSTRIA PER ALZARE LA POLVERE DEL DEPISTAGGIO E PREPARARSI A DISDIRE L’ITALIA IN NOME DI DETROIT 3- MENTRE I SANTONI DI MOODY’S CI ASSESTANO LA PIÙ ANNUNCIATA DELLE MAZZATE, ESPLODE DI NUOVO LA GUERRA FRA GIULIETTO TREMENDINO E IL CAVALIER POMPETTA 4- “SAN RAFFAELE, PISTA BRASILIANA. ORA CI MANCANO LAVITOLA E UN PAIO DI ZOCCOLE
A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota
1 - PADRONI IN FUGA...
"In queste ore Sergio Marchionne e Amanda Knox si sono lasciati alle spalle l'Italia con lo stesso volo e lo stesso sollievo", scrive Pino Corrias sul Cetriolo Quotidiano (p. 3). "(...) Probabile che Marchionne ci saluti con altra baldanza. Il cadavere della Fiat è altrettanto insepolto, anche se il suo delitto è a futura memoria. Intanto ha disdetto Confindustria per alzare la polvere del depistaggio e prepararsi a disdire l'Italia in nome di Detroit.
I nuovi modelli da produrre sono stati annunciati e annullati, gli investimenti rimandati. La strombazzata Nuova 500 gira al rallentatore tra la concorrenza sfrecciante e affonda in America. La sua Fiat si lascia alle spalle un governo che disprezza, ma di cui fiancheggia la deriva proclamando: "Non è tempo di proclami". E ci lascia qualche migliaio di operai con il destino già segnato nel loro dna: colpevoli anche in appello".
Per il resto, vi risparmiamo il fuorviante dibattito sulla Fiat che lascia la Confindustria. Bastano le poche righe finali dell'onesto pezzo di Mario Sensini sul Corriere delle banche creditrici (p. 14): "La linea di Marchionne divide i sindacati e la politica, ma non viene premiata dai mercati. Dove, più di ogni altra cosa, pesano i risultati industriali, e i dati dell'altro giorno sulle immatricolazioni di settembre (-4,7% sull'anno prima), non sono buoni. Così in Borsa, ieri, Fiat ha lasciato il 7,47%, Fiat Industries l'8,46% mentre la controllante Exor ha perso il 7,05%".
2 - GLI ULTIMI GIORNI DI HARDCORE...
Mentre i santoni di Moody's ci assestano la più annunciata delle mazzate, esplode di nuovo la guerra fra Giulietto Tremendino e il Cavalier Pompetta. "E Tremonti affonda il colpo: "Meglio la Spagna, lì si vota". Il ministro: il cambiamento aita lo spread di Madrid. Brunetta: dice stupidaggini. La rabbia del Cavaliere contro Giulio: "Sapeva e lavora per le mie dimissioni" (Repubblica, p. 3). Identico retroscena sulla Stampa: "L'ira di Berlusconi: "Rotta la tregua: Giulio è diventato matto?". Salta il vertice previsto per oggi tra i due" (p. 3)
Sul Corriere delle Elite Corrucciate s'incazza perfino don Flebuccio de Bortoli. Il bis-direttore di via Solferino oggi chiede a Papi Silvio, tutto intento a farsi l'ennesima legge ad puttanam, di "fare com'è accaduto in Spagna: annunciare che non si ricandiderà , chiedere le elezioni e non trascinare con sé l'intero centrodestra" (p.1). Prende coraggio anche padre Massimo Franco nella sua soporifera "Nota" politica, anche oggi mortificata da una titolazione avvincente: "Le parole di Tremonti evocano la prospettiva del voto anticipato" (Corriere, p. 8).
3 - CAVALIER POMPETTA, NON METTERMI IL BAVAGLIO...
"Intercettazioni, il Terzo Polo stoppa il Pdl. No alla mediazione sull'udienza-filtro. Bongiorno: potrei dimettermi da relatore" (Repubblica, p. 10). Sì, potresti. Oppure farti cacciare, come hanno fatto altri. Sul Cetriolo, Silvia Truzzi intervista Giulio Anselmi che parla di "saldi di fine regime" e di "un mondo dell'informazione che ha un apparato digerente capace di far passare anche le pietre" (p. 6). Poi, finalmente, gli viene fatta la domanda sulla cacciata sua e di Paolo Mielig dalla direzione di Stampa e Corriere, dopo che Berluskaiser aveva detto nel 2008: "Certi direttori dovrebbero cambiare mestiere".
Ecco la risposta di Anselmi - che pochi anni prima era stato cacciato dalla direzione dell'Espresso dal democratico De Benedetti e sostituito con un'amica della nuora - : "In quel momento Berlusconi aveva appena vinto le elezioni e nel mondo dell'informazione un sacco di gente stava aspettando solo un ordine del Cavaliere a cui obbedire. E nell'establishment, non solo politico, erano in tanti quelli che avrebbero fatto qualunque cosa lui avesse fatto anche solo capire di volere. Checché ne dicano ora gli imprenditori. Adesso il clima è diverso e gli industriali sono prontissimi a mollare il cavallo azzoppato".
4 - L'INFANTA MARINA CHIEDE GIUSTIZIA...
E mentre De Bortoli chiede a Re Silvio un passo indietro, sullo stesso Corriere Marina B. si fa intervistare dal solito Daniele Manca (p.9) per protestare contro la sentenza che la costringe ad aprire il portafogli in favore della Cir dell'Ingegner Cidibbì. A parte l'isterico capriccio finale ("Mio padre non deve assolutamente mollare e non mollerà . Per molte ragioni. Intanto in un momento come questo la stabilità è un bene prezioso..."), ci è piaciuto questo passaggio del Marina-pensiero: "Dopo che uno, uno solo badi bene, dei tre giudici romani era stato condannato per corruzione...". Ma certo, perché corrompere "solo" un giudice su tre è legale? Purtroppo questa semplice domanda, nel prosieguo dell'intervista, Manca.
5 - LA VERA SECESSIONE...
"Barletta, delitto nazionale. Morte e paga in nero. I parenti delle operaie rimaste sotto le macerie: "Quattro euro senza contratto". Aperte due inchieste. Napolitano: sciagura inaccettabile" (CQ, p. 1). "Barletta, sono morte per quattro euro l'ora", titola Repubblica in prima pagina, affidando poi il commento a Luciano Gallino, uno dei pochi professori-commentatori che in questi anni non s'è venduto.
Le parole di Napolitano svegliano perfino il Corriere degli Ichini: "Senza contratto, 14 ore al giorno. Il sindacato: era una delle centinaia di aziende che qui lavorano in nero. I parenti: pagate 3,95 euro l'ora. Il sindaco: non criminalizzare" (p. 25). Pare che l'azienda fosse "completamente sconosciuta all'Inps". Pensateci, prima di fare il prossimo condono.
6 - DISECONOMY...
"Montenegro elettrico. Terna fa affari con la rete slava, A2A compra a un prezzo fuori mercato l'ex società pubblica. Il 17 marzo 2009 Berlusconi va in visita da Djucanovic, l'ex premier che l'Italia voleva arrestare". Sulle tracce di Katarina, la fidanzatina ventenne del Cavalier Pompetta, il Cetriolo Quotidiano (p. 5) scoperchia un po' di business con il Montenegro. Prossime puntate: l'arrivo in Italia dell'ex giallorosso Vucinic (con il suo grave passaggio alla Juventus) e il misterioso ginocchio del viola Jovetic. Poi dicono che dal Montenegro importiamo solo armi.
7 - ULTIME DAL SAN RAFFAELE, L'ANGELO STERMINATORE DEI BILANCI...
Il pozzo di san Verzè, il prete tanto amico di Craxi, Berlusconi e Pollari, non delude mai: "San Raffaele, pista brasiliana. Nel pasticcio contabile emergono ospedali e fazendas a Salvador de Bahia. Cinquanta contabili delle varie società saranno sentiti dalle Fiamme Gialle" (Stampa, p. 38). Ci mancano Lavitola e un paio di zoccole e poi la storia è perfetta.
8 - FREE MARCHETT...
Le pagine economiche dei giornali italiani servono sostanzialmente a tre scopi: indorare le supposte in tempi grami, invogliare gli acquisti di titoli e fondi d'investimento in tempi rosei (con pessimismo generalizzato al momento dello stacco dei dividendi) e combattere guerre tra editori impuri con astrusi articoli scritti perché solo chi deve intendere intenda.
Appartiene alla prima categoria la penosa intervista del Corriere a un tizio di Equitalia, dopo la valanga di cacca che su tutti i principali giornali viene rovesciata sui metodi e sulle regole della riscossione. Al posto del solito onnipresente Attilio Befera, questa volta viene mandato avanti "il direttore generale di Equitalia Renato Vicario". Con un cognome così (e la foto da caro estinto) non poteva che venire fuori un'intervista riparatoria. Degli articoli altrui (Corriere, p. 39).
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