UN CINGUETTIO CINESE A WALL STREET - “SINA WEIBO”, LA COPIA CINESE DI TWITTER, VUOLE QUOTARSI AL NASDAQ. VALUTAZIONE: 7-8 MILIARDI

Arturo Zampaglione per "Affari & Finanza - la Repubblica"

Le comunicazioni ufficiali della banca centrale cinese arrivano sotto forma di "cinguettii" da 140 caratteri disseminati attraverso Sina Weibo. La stessa piattaforma è usata da Kim Woo Bin, uno dei giovani attori più famosi, il protagonista di School 2013, per dialogare con i suoi fans, che hanno ormai superato il milione.

E sempre su Weibo, che in mandarino significa micro- blogging, si assiste a un sofisticato gioco di guardie-e-ladri: da un lato ci sono masse di cinesi che si informano su quel che succede veramente nel loro paese e nel mondo dei dissidenti, o che esprimono le loro delusioni e i loro sogni, o che comunicano tra di loro a velocità digitale; da un altro lato, con la stessa rapidità, una schiera di invisibili censori privati si affrettano a ripulire il "Twitter cinese", come viene soprannominato, da ogni argomento che possa infastidire la censura ufficiale.

Nessun riferimento a Tienanmen, insomma, né alla primavera araba, né tanto meno alle ruberie dei vertici del partito. Il 30 per cento delle "trasgressioni" viene eliminato entro mezz'ora, il 90 per cento entro le prime 24 ore. Con 61,4 milioni di utenti giornalieri attivi e 503 milioni di iscritti, Weibo è insomma un simbolo della Cina di oggi: del suo dinamismo economico- tecnologico e, assieme, delle sue contraddizioni ideologiche. Ma quasi a conferma di queste ambivalenze, la Sina Corporation, la società quotata al Nasdaq che ha lanciato nell'agosto 2009 questo servizio di micro-blogging, ha deciso di procedere alla quotazione di Weibo a Wall Street per raccogliere almeno mezzo miliardo di dollari di capitali freschi.

E' stato il Financial Times a darne per primo la notizia la settimana scorsa, precisando che due banche d'affari, Goldman Sachs e Crédit Suisse, sono state assoldate per guidare il collocamento al pubblico previsto per il secondo semestre del 2014. L'obiettivo del chief executive di Sina, Charles Chao, appare chiaro: approfittare del clima euforico nel settore hi-tech (qualcuno direbbe anche irrazionale) per massimizzare il valore di Weibo, di cui la società-madre controlla il 71 per cento, e averne un beneficio indiretto nelle quotazioni della Sina stessa, che appaiono sottovalutate e che nelle ultime settimane hanno perso il 9 per cento.

Secondo gli analisti della Barclays, Weibo - che negli ultimi tre mesi del 2013 ha avuto introiti pubblicitari per 56 milioni di dollari e ha registrato per la prima volta un utile, sia pure limitato a 3 milioni - potrebbe valere 5,8 miliardi di dollari. Il Financial Times ipotizza persino 7-8 miliardi di dollari. Troppi? Forse no, se si pensa che, nonostante il crollo delle quotazioni avvenuto all'inizio del mese scorso, Twitter (che è praticamente assente in Cina) ha una capitalizzazione di Borsa di oltre 30 miliardi di dollari e che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ha appena pagato 19 miliardi di dollari per conquistare il servizio di messaggeria istantanea WhatsApp (e i suoi 55 dipendenti).

Ormai, per analizzare operazioni del genere, gli esperti usano come metro di misura il costo per utente. Facebook ha sborsato 42 dollari per ogni utente di WhatsApp: un po' di più di quello che pagò per gli utenti Instagram (28 dollari), ma meno dei 48 dollari a testa, per ogni utilizzatore di YouTube, speso da Google nel 2006. Secondo i calcoli della Barclays, il conteggio per Weibo è di 30 dollari per ogni microblogger cinese: quindi un prezzo teoricamente competitivo rispetto ai giganti hi-tech dell'altra sponda del Pacifico. Le vicende di Sina Weibo e del suo chief executive riflettono la torrenziale evoluzione della Cina.

Nato a Shanghai 45 anni fa, Charles Chao lasciò la Cina nel 1989, dopo una breve esperienza nell'informazione televisiva, per prendere un Master in giornalismo all'Università dell'Oklahoma.

Negli Stati Uniti decise di cambiare corso, occupandosi di investimenti tecnologici e acquisizioni come commercialista alla PriceWaterhouseCoopers. Nella Silicon Valley conobbe Mao Daolin, che da lì a poco sarebbe diventato chief executive della Sina e che avrebbe sposato nel 2003 la figlia dell'allora presidente Hu Jintao. Entrato grazie a Mao Daolin nella Sina, Chao nel 2001 ne divenne il responsabile finanziario e poi, dopo il trasferimento della società dalla California a Zhongguancun, la Silicon valley cinese, prese il posto dell'amico.

Chao, che si considera un manager più che un capitalista, ha solo una piccola partecipazione nella Sina, circa il 2 per cento per un valore di 100 milioni di dollari. In compenso continua a guidarla con entusiasmo. Adesso il gruppo ha 3400 dipendenti, di cui 600 a Weibo, che lui stesso lanciò all'indomani delle rivolte di Urumqi, quando il governo di Pechino chiuse il primo servizio di micro-blogging, Fanfou, e bloccò l'accesso ai siti stranieri come Facebook e Twitter. Chao capì che si trattava di una occasione da non perdere.

Da allora Weibo ha avuto una crescita esponenziale, cavalcando la sete di social network dei giovani cinesi, offrendo loro vari strumenti di comunicazione, tra cui la messaggeria, e al tempo stesso dando garanzie politiche al governo. Pur rimanendo leader, Weibo ha dovuto fare i conti, da un lato con un rallentamento dell'attività di micro-blogging, che secondo le statistiche ufficiali del China Internet Network Information Center sono scese l'anno scorso del 9 per cento, dall'altro con l'emergere di forti concorrenti, tra cui Weixen e soprattutto WeChat, che fa capo al colosso Tencent Holdings e che si adatta di più all'uso su smartphone.

In compenso Chao ha trovato l'anno scorso un alleato con le spalle robuste: nell'aprile 2013 Alibaba, il colosso cinese del e-commerce, ha pagato 586 milioni di dollari per il 18 per cento di Weibo, ricevendo anche una opzione per arrivare al 30 per cento. E proprio Alibaba, secondo voci raccolte a Wall Street, avrebbe un forte interesse alla quotazione del "Twitter cinese" in vista del suo stesso sbarco in Borsa, che sembra ormai imminente e per il quale si ipotizza un obiettivo da 100 miliardi di dollari.

 

sina weibo logo KIM WOO BIN SU WEIBO Charles Chao amministratore di Sina Weibo brad pitt su weibo Charles Chao sina paris hilton sina weibo sina weibo neil bush fratello di george su sina weibo

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