I DURI DEL TELE-COMMANDO - SKY NON VUOLE PAGARE PER TRASMETTERE I CANALI RAI - LA TV DI MURDOCH SOSTIENE CHE A TIVÙSAT, CONTROLLATA DA MEDIASET, LA7 E DALLA STESSA RAI, GLI STESSI CONTENUTI VENGONO OFFERTI GRATIS - LA GUERRA ALL’AGCOM
Aldo Fontanarosa per “la Repubblica”
Il 23 marzo, il Garante della tv (l’AgCom) tenta di spiegare alla Rai e a Sky che - dopo 6 anni di carte bollate - la pace è possibile. La delibera numero 128 del Garante, a marzo, chiede alle reti di Stato di interrompere gli oscuramenti di (alcuni) programmi a danno di chi ha il decoder Sky. Nello stesso tempo, Sky avrebbe pagato una somma alla Rai per i canali del servizio pubblico che rilancia sul suo decoder. Canali che Viale Mazzini avrebbe venduto con criteri «equi e non discriminatori».
La pace, ora è ufficiale, non è scoppiata. Sky deposita davanti al Tar un ricorso per chiedere che la delibera del Garante tv sia annullata, asfaltata. La tesi della pay-tv è che la Rai avrebbe dovuto preparare un “tariffario” per la vendita dei suoi canali. E questo “tariffario” andava applicato a tutte le società che rilanciano i suoi canali.
Anche a TivùSat (che è controllata da Mediaset, da la7 e dalla stessa Rai). Invece TivùSat - pur essendo una società commerciale a tutto tondo, almeno per Sky - beneficia di un trattamento di favore e trasmette i canali di Rai (via satellite, nelle zone non raggiunte dal digitale terrestre) a titolo gratuito.
Perché mai- sostiene ora Sky noi dovremmo pagare quello che TivùSat ottiene gratis?
Da questo ricorso al Tar, si deduce che Sky mantiene in piedi una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Garante tv.
L’accusa ad AgCom è di non aver tutelato la pay-tv quando Rai ha cominciato a oscurare i suoi programmi. La partita è delicata, dunque, ed è subito finita sul tavolo di Riccardo Pugnalin, nuovo responsabile della Comunicazione e dei Public Affairs della pay-tv (dove avrà il grado di vice presidente).
E mentre fioccano i ricorsi, Sky porta a casa un successo davanti al Tribunale civile di Milano. Sconfitto l’editore Dwt (canali per soli adulti) che chiedeva di restare sul decoder Sky anche dopo la scadenza del contratto (nel 2014). Poiché il mercato delle piattaforme trasmissive è concorrenziale, poiché Dwt può usare il digitale terrestre o il web, non subisce danni se esclusa dal decoder Sky.