EDITORIA IN AGONIA – LA VENDITA DI RCS LIBRI A MONDADORI SLITTA “DI QUALCHE SETTIMANA” – I CONTI SAREBBERO MENO BUONI DEL PREVISTO E PER RCS SARÀ DIFFICILE STRAPPARE UN PREZZO TRA I 120 E I 150 MILIONI – IL NUOVO CDA DI RCS PREOCCUPATO PER L’INDEBITAMENTO
Giovanni Pons per “la Repubblica”
Slittano i tempi per la vendita della Rcs Libri alla Mondadori. Ieri l’amministratore delegato del gruppo di via Rizzoli, Pietro Scott Jovane, ha detto che «il 29 maggio è una scadenza iniziale che abbiamo dato, ma essendo ora nata una seconda fase della due diligence, non è escluso che si allunghino un “attimo” i tempi, per permettere a Mondadori di completare il suo lavoro».
pietro scott jovane foto dandolo per dagospia
Gli ha fatto eco, sempre dal convegno dell’ Osservatorio Giovani Editori di Bagnaia, Ernesto Mauri, responsabile operativo della casa editrice di Segrate: «Mi auguro che finisca presto, poi se c’è da allungare non è un problema. Ci mancherebbe altro che non finisca entro l’estate mica stiamo analizzando i conti della Nasa. Magari ci sarà qualche slittamento, ma solo di qualche settimana».
Sul tema della possibile vendita di Rcs Libri è tornato anche Urbano Cairo, azionista di Rcs con il 4,6%, contrario alla vendita di asset dell’azienda e invece favorevole a un drastico taglio delle spese. «Non è difficile tagliare i costi del 20% su un fatturato di circa 1,3 miliardi di euro. C’è margine per farlo - ha affermato l’editore - io gli asset li terrei».
Secondo alcune fonti vicine agli azionisti la due diligence sulla Libri avrebbe confermato uno stato dei conti peggiore delle previsioni, già in parte emerso con la pubblicazione del bilancio annuale che presentava per l’area libri un ebitda di soli due milioni dopo gli oneri non ricorrenti. Nel primo trimestre l’ebitda dell’area Libri è risultato negativo per 6,9 milioni. Dunque per la Mondadori risulta assai difficile giustificare un prezzo di acquisto anche solo vicino al minimo della forchetta che aveva in precedenza indicato, 120-150 milioni, nell’offerta non vincolante.
Tuttavia Mauri è fortemente determinato a concludere l’operazione e il tempo in più servirebbe a trovare un confezionamento di prezzo e di perimetro che possa soddisfare entrambe le parti. Ma non sarà facile. Anche perché il nuovo consiglio che si è insediato da un mese, in sole tre riunioni, si è già dimostrato molto più attivo e attento del precedente.
Ed è apparso subito ai suoi occhi un disallineamento tra le dichiarazioni enfatiche del management sul risanamento aziendale ormai avvenuto e la realtà di una casa editrice che continua a bruciare cassa, come dimostrano i conti del primo trimestre 2015. Sarà dunque difficile raggiungere per fine anno il livello di ebitda previsto dagli accordi con le banche e proprio per questo motivo Jovane e il direttore finanziario vorrebbero affidare a Lazard il compito di avviare una nuova ristrutturazione del debito salito a 507 milioni a fine marzo.
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Una decisione che il cda non ha esaminato ma che ha già fatto arricciare più di un sopracciglio. D’altronde se gli azionisti non sono più disposti a versare denari nell’azienda, da qualche parte bisognerà trovare i 200 milioni che mancano all’appello. O si tagliano drasticamente i costi, come dice Cairo, o si vende la Rcs Libri e si tagliano costi per il rimanente. E nel frattempo è meglio avvertire le banche che i covenant potrebbero non essere rispettati.