del torchio

‘SOLE’ IN FIAMME - IL PENSIONATO CON LO STIPENDIO DA 400 MILA EURO E LO SCONTRO TRA ABETE E DEL TORCHIO SULLA BUONUSCITA DA 2.5 MILIONI DELL'EX DIRETTORE NAPOLETANO - IL VERBALE DELL’INTERROGATORIO DI DEL TORCHIO: ‘CORSIE PREFERENZIALI ANOMALE PER I CONTRATTI DI FORNITURA DELLE COPIE FASULLE. GRAVI ANOMALIE SEMPRE SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI’

Giuseppe Caporale per www.tiscali.it

 

del torchio napoletano bocciadel torchio napoletano boccia

Pensionati con lo stipendio da 400 mila euro, coperture eccellenti in consiglio d’amministrazione per le pratiche più scottanti e fuori controllo, con un esponente di spicco dell’economia italiana come Luigi Abete pronto a scontrarsi con chi voleva azzerare la buona uscita d’oro da 2,5 milioni di euro dell’ex direttore Roberto Napoletano. E’ un documento cruciale il verbale di interrogatorio dell’ex amministratore delegato del Sole 24 Ore, Guido Del Torchio, ascoltato dalla Guardia di finanza come persona informata sui fatti nell’ambito dello scandalo sulla gestione del gruppo editoriale. Un atto di accusa - messo nero su bianco lo scorso febbraio - che tiscali.it è in grado di documentare in esclusiva.

 

Sotto i riflettori ci sono Benito Benedini (ex presidente del Sole 24 Ore), Donatella Treu (ex ad) e Roberto Napoletano (ex direttore responsabile) indagati per l’ipotesi di reato di false comunicazioni sociali in merito al numero delle copie digitali multiple indicate dalla società. Con loro altre sette persone nei guai per appropriazione indebita (circa tre milioni di euro) nel filone di inchiesta relativo al rapporto tra Il Sole e la società inglese Di Source Limited, incaricata di raccogliere e attivare abbonamenti alle copie digitali.

gabriele del  torchiogabriele del torchio

 

“Scelto per risanare i conti”

Comincia così il verbale di Del Torchio: “Nel mese di maggio  2016, mi è stato proposto un colloquio con il cavalier Giorgio Squinzi che non conoscevo personalmente, che nel frattempo era diventato presidente del Sole 24 Ore. Lui mi chiese di assumere la carica di amministratore  delegato. Ho accettato, impegnandomi a lasciare tutti quelli precedenti entro la fine del 2016. L'accordo era per un triennio. Credo che l'incarico al Sole 24 Ore mi sia stato offerto in ragione della mia pluriennale esperienza nel settore manageriale e nell'attività di risanamento aziendale”.

 

“Situazione già grave, avvisai subito Consob”

“Il cavalier Squinzi - prosegue l’ex ad davanti ai finanzieri - mi ha subito rappresentato la complessità della situazione, in ragione delle perdite maturate negli ultimi anni. Così sono stato messo in contatto con i nuovi revisori. Dai dati in essere, si capiva che presto ci saremmo trovati nella condizione di dover assumere le iniziative ex art. 2446 codice civile (riduzione di capitale per perdite, ndr). Le linee guida del piano industriale, le risultanze della semestrale e la questione delle copie hanno formato oggetto di confronto con la Consob; ho incontrato, tra agosto e settembre 2016, i funzionari delle articolazioni competenti dell’autorità di vigilanza”.

 

“Abete ha difeso buonuscita Napoletano”

“La prima situazione che ha creato una certa frizione con una parte del cda - prosegue l’ex amministratore delegato -  è derivata dal fatto che circolavano voci in azienda a proposito di un paracadute a favore del direttore Roberto  Napoletano. Ne ho parlato con Squinzi, il quale mi disse di aver ricevuto dal precedente presidente, Benito  Benedini, la copia di un accordo da lui stesso sottoscritto con il direttore nel febbraio 2015. Si trattava di una buonuscita in caso di licenziamento pari a tre annualità di stipendio, per un importo di circa 2,5 milioni di euro. Era da chiarire se questa somma dovesse essere accantonata in bilancio, perché la sua erogazione era comunque subordinata al licenziamento e non alla estinzione ordinaria del rapporto.

luigi abeteluigi abete

 

l legali, in ogni caso, nutrivano forti dubbi sulla validità di questo accordo atteso che l'approvazione dello stesso non era stata  deliberata dal cda (che  non  risultava neppure  informato). Il collegio sindacale, dichiarandosi del tutto all'oscuro della  cosa, ha presentato un esposto alla Consob. Ai primi di settembre, il direttore Napoletano  ha formalmente rinunciato a questa pattuizione. Riporto questa vicenda quale primo momento di frizione interna al cda perché, nonostante fosse a mio avviso evidente che si dovesse porre un correttivo a questa situazione, il consigliere Luigi Abete non era allineato”.

 

Lo strano caso della rotativa da 9 milioni

Continua Del Torchio: “Un'altra vicenda  che ha meritato delle rettifiche contabili riguarda la vendita di una rotativa ad una società di Bologna (Colasanto). Il Gruppo 24 Ore  vendeva la rotativa alla società di Bologna per 9 milioni di  euro; la società di Bologna sottoscriveva un contratto di leasing con il Monte dei Paschi per ottenere la liquidità finanziaria necessaria per pagarci; il Gruppo 24 Ore si impegnava nei confronti deIla società acquirente a continuare, nel corso degli esercizi successivi, ad utilizzare  tale società per le operazioni di  stampa;  il Gruppo  24 Ore  si impegnava altresì nei confronti del Monte dei Paschi al   pagamento dei canoni di leasing qualora la Colasanto fosse stata inadempiente”.

 

“Panucci e Abete in difesa di vecchie scelte”

ROBERTO NAPOLETANOROBERTO NAPOLETANO

“Altra voce rilevante che generò un acceso dibattilo in cda è quella riguardante le imposte  differite, che al 31.12.2015,  risultavano iscritte a bilancio per circa 47 milioni di euro. Tutto questo, a fronte di un'azienda che aveva presentato,  nel corso degli ultimi esercizi, bilanci costantemente in  perdita  e  che  andava  erodendo  il patrimonio. Anche  Consob, nel 2015, aveva chiesto al Gruppo 24 Ore contezza su tali poste in particolare chiedendo di verificare la. possibilità di mantenere in bilancio una posta di questo  tipo e per queste dimensioni. La giustificazione del management di allora fu che il mantenimento era  giustificato dalle aspettative reddituali del piano industriale, che prevedevano ricavi in crescita.

 

Al 30 giugno  2016, il netto patrimoniale era di 38 milioni di euro, chiunque  si rende  facilmente conto dell'assurdità di una situazione in cui a fronte di un equity di questa dimensione vengano iscritte imposte differite  per 47 milioni. La svalutazione alla  fine,  dopo una vivace dialettica di consiglio, è stata pari a 10  milioni di euro.  Devo dire che il cda alla fine ha approvato all'unanimità  ma i soggetti che più dì tutti hanno fatto resistenza sono stati i consiglieri Panucci e Abete”.

 

“Lettori fasulli e copie buttate al macero”

PANUCCI BOCCIAPANUCCI BOCCIA

La testimonianza fiume di Del Torchio prosegue: “Il nodo più delicato è tuttavia quello della distribuzione delle copie. La nostra attenzione  si focalizzò in particolare su alcune società, la Di Source, la Johnson e la Edi Free Press. Le prime  due società  operano  nella distribuzione  delle  copie  digitali, la terza  nella diffusione delle copie cartacee. Il risultato di un controllo è stato impietoso: è emerso che le copie veicolate attraverso Di Source e Johnson non sarebbero riconducibili a lettori.

 

Per quanto riguarda la Edi Free Press, una parte elle copie addirittura veniva inviata direttamente al macero. Le testimonianze raccolte sono tutte nel senso che si trattava  di vendite  fittizie. Addirittura  ho letto nei predetti verbali che venivano retroattivamente imputate copie vendute solo per raggiungere gli obiettivi diffusionali del direttore Napoletano”.

 

Lo scandalo copie era sotto gli occhi di tutti

“L'aspetto che ho trovato molto anomalo è dato dal fatto che delle copie vendute, che dovrebbero costituire un profilo  molto rilevante del conto economico, nei cda non si  parlava. So che questi dati venivano gestiti direttamente dall'amministratore delegato, dottoressa Treu, e dal direttore  del giornale Napoltano. Chiunque si sarebbe dovuto interrogare  sul perché a fronte di un numero di copie  vendute sempre crescente, i ricavi delle vendite diminuivano e le perdite aumentavano.

 

MARCELLA PANUCCI jpegMARCELLA PANUCCI jpeg

Le due  grandezze, come ovvio,  non  dovrebbero essere tra loro inversamente proporzionali. Inoltre il consigliere indipendente Nicolò Dubini mi ha rappresentato di avere in passato formalmente richiesto chiarimenti nel cda precedente in ordine a questo aspetto, senza tuttavia mai ricevere alcuna spiegazione”. Prosegue Del Torchio: “Posso limitarmi ad osservare, così come per il consiglio di amministrazione ed il collegio  sindacale, che a dirigenti apicali e con una competenza specifica non poteva sfuggire l'anomalia della situazione”.

 

Il pensionato con stipendio da 400 mila euro

“Per quanto riguarda la Di Source la situazione è molto più delicata: si tratta di società di diritto inglese, con sede a Londra, le cui quote sono detenute tramite dei Trust. Abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più ma senza successo. Posso dire che il contratto con questa società è stato siglato dalla Treu. Posso aggiungere un elemento ulteriore di anomalia riscontrato rispetto ai rapporti con queste tre società: generalmente tutti i contratti con i fornitori passano attraverso l'ufficio acquisti e ovviamente  vengono controllati dall'ufficio legale per i risvolti giuridici.

 

la Ad del Sole Ore Donatella Treu e il Cavalier Benedini neo presidente del Sole ore la Ad del Sole Ore Donatella Treu e il Cavalier Benedini neo presidente del Sole ore

l contratti con questi tre soggetti sono stati negoziati e conclusi direttamente dall'amministratore delegato, salvo l'ultima rinnovo di Di Source che, prima che io arrivassi, ha visto il coinvolgimento della direzione acquisti, nella persona del Dottor Galleno. Su questo dirigente voglio dire che era mia intenzione non rinnovargli il contratto: si tratta di persona già in pensione che aveva un costo per la società esorbitante, oltre 400.000 euro annui. Da quello che ho saputo, tale remunerazione gli era stata accordata dal vecchio presidente Benedini”.

 

Napoletano informava il mercato sulle copie

L’ex ad è un fiume in piena e torna in conclusione sul ruolo dell’ex direttore: “La questione riguarda l'importanza dei dati diffusionali rispetto alle vendite. Con cadenza pressoché  mensile  il  direttore Napoletano pubblicava articoli nei quali metteva in risalto l'ottimo andamento delle vendite. Inoltre l'andamento delle vendite veniva comunicato  nelle relazioni trimestrali del cda e ovviamente nei bilanci.

 

Si tratta di informazioni sensibili per il mercato, perché evidentemente si poteva ingenerare in questo modo negli azionisti ma anche nei terzi con cui la società entrava in contatto, l'idea di uno stato dl salute economico positivo, progressivamente sempre in crescita. Tali informazioni, almeno avuto  riguardo  alle  vendite  delle  copie, sono  risultate  non  corrette. 

Roberto Napoletano, Donatella Treu e Benito Benedini Roberto Napoletano, Donatella Treu e Benito Benedini

 

Nella  mia prospettiva il tema era talmente delicato che, non appena ho avuto sentore di criticità, ho segnalato la cosa alla Consob sia pure rappresentando l'esigenza di approfondimenti. Ho  appreso anche che i comunicati al mercato venivano redatti con il contributo determinante del direttore Napoletano”.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!