QUATTRO SOLISTI NON FANNO UN’ORCHESTRA – NANNI DELBECCHI BOCCIA “MALEDETTI AMICI MIEI”: “GIOVANNI VERONESI DEVE STUDIARSI LA DIFFERENZA TRA UNA REGIA E UNA CONDUZIONE; SERGIO RUBINI, ROCCO PAPALEO E ALESSANDRO HABER SONO BRAVI, MA IN UN ALBUM DI FIGURINE RISCHIEREBBERO DI PASSARE PER DOPPIONI. SE DAI IL MICROFONO A UN PRIMATTORE NON SAI QUANDO…”
Nanni Delbecchi per "Il Fatto quotidiano"
Cominciamo dalla notizia. Un esperimento in Tv è come un atto di resipiscenza in Salvini, cose pressoché irrintracciabili in natura. Ma il direttore di Rai2 Carlo Freccero non può fare a meno di aprire spazi nuovi nei palinsesti, è la sua natura prima della sua missione.
Se non possiamo mettere la seconda serata in seconda serata proviamo a metterla nella prima. L' aveva fatto con Realiti, ora ci riprova con Maledetti amici miei, e a un certo punto abbiamo temuto che la seconda serata dalla prima passasse direttamente alla terza, considerata la curvatura dello spazio-tempo, ma anche quella dello spettatore dopo due ore e mezza.
Maledetti amici miei non cerca nuovi talenti, riporta quelli affermati al centro della scena. Era ora; ma il massaggio cardiaco al varietà Tv può farlo la commedia all' italiana che anche lei non si sente tanto bene? Giovanni Veronesi deve studiarsi la differenza tra una regia e una conduzione; Sergio Rubini, Rocco Papaleo e Alessandro Haber sono bravi, ma in un album di figurine rischierebbero di passare per doppioni.
Se dai il microfono a un primattore non sai quando te lo restituirà, diventa una gara a chi ce l' ha più lungo (il monologo). Meglio quando arrivano gli ospiti, specie con quelli con cui finalmente si improvvisa (Carlo Verdone) invece del siparietto scritto a tavolino (Margherita Buy). Avere Paolo Conte come sigla vale il prezzo del biglietto, ma resta il fatto che quattro solisti non fanno un' orchestra, al massimo un karaoke.
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