CHI SPEDIAMO ALL’INFERNO? BUTTAFUOCO SQUADERNA I SUOI GIRONI DANTESCHI: “MARIA DE FILIPPI E’ CARONTE E LA MADIA, BEATRICE. BERLUSCONI NEL LIMBO. TRA I LUSSURIOSI SOLO I VERI LIBERTINI COME DAGO, SCALFARI E CACCIARI. SEVERGNINI TRA GLI ADULATORI”

Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto quotidiano”

 

maria elena boschi nel presepe con renzi by vespamaria elena boschi nel presepe con renzi by vespa

Ecco l’Inferno. Maria De Filippi è il Caronte d’Italia. In una sola comparsata a Uomini e donne traghetta i destinati agli Inferi. Barbara D’Urso, Massimo Giletti e Alfonso Signorini sono i cerberi, ruinanti in basso loco, chiamati a stanare i dannati già dalla porta dell’imbuto capovolto.

 

Nell’abisso, a fauci aperte – pronto a ingoiare la carne dolente dei colpevoli – c’è Papa Francesco. Altro che i vescovi, ha fatto arrestare anche Lucifero.

Ecco l’Inferno, nel paradigma tutto italiano: Silvio Berlusconi, non va nel girone dei lussuriosi (dove pregustava di andare...), bensì nel Limbo, tra gli inutili incolpevoli il cui destino è l’eterno sbadiglio.

 

OSCARI FARINETTIOSCARI FARINETTI

L’Accidia, si sa, non si capisce mai cosa sia e, infatti, sperso per la Città di Dite c’è Dudù, il barboncino, chiamato in contrappasso rispetto al suo essere sempre iperattivo. Francesca Pascale, la sua padroncina, è collocata tra i golosi ma in luogo dei tizzoni di brace è costretta a ingozzarsi di fagiolini a 80 euro l’uno. Con lei, Ilda Boccassini, costretta a bere i Sanbitter della tavernetta. Quella delle cene eleganti adesso traslocate sul Lungostige.

 

Tutta di treccine, fatte di fil di ferro d’Etruria, è Maria Elena Boschi. La soave ministra è costretta nel girone degli eretici bestemmiatori: da Madonnina nel presepe del paesello suo al viaggio in Congo per reclutare bimbi e cavarne pubblicità ce n’è di blasfemia...

MANFELLOTTO SCALFARI SERENA ROSSETTI E DAGO MANFELLOTTO SCALFARI SERENA ROSSETTI E DAGO

 

Tra i golosi non c’è Oscar Farinetti, anzi, l’oste supremo è allocato tra i seminatori di zizzania, in compagnia di tutta la ghenga dei consigliori di Matteo Renzi, ovvero Carlotta De Franceschi, Andrea Guerra, Davide Serra, Luca Lotti, Filippo Taddei mentre Rocco Siffredi, l’unico che dovrebbe consigliare il signor premier, ghiotto di patatine com’è, negli inferi vede mutare se stesso in un gelido Calippo da cui non trasuda calore bensì lacrime...

 

Ecco l’Inferno, ed ecco i gironi.

 

PRIMO CERCHIO

marina cicognamarina cicogna

Più che i non battezzati, gli sbattezzati, non i Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino (murati nel Burrato), ma quelli che non avendo potuto votare Renzi non ne beneficiano in grazia. È il cerchio più affollato, il primo, perché Renzi non è stato eletto ma prescelto perché vuolsì così colà ove si puote e tutti noi lì stiamo messi.

 

SECONDO CERCHIO, I LUSSURIOSI

Meritano di andarci soltanto i veri e sinceri libertini. Innanzitutto c’è Eugenio Scalfari, quindi Marina Cicogna, poi Achille Bonito Oliva e poi ancora Enrico Vanzina, Roberto D’Agostino, Massimo Cacciari, Mara Venier, Giovanni Minoli, Mario Balotelli, Viperetta, Gianni Boncompagni, Ornella Vanoni, Ornella Vanoni e Ornella Vanoni.

CARLO CRACCO CARLO CRACCO

 

TERZO CERCHIO, I GOLOSI

I dannati sono perseguitati da erinni-giudici e la vita nel cerchio è organizzata secondo lo schema di un game. I diavoli ai fornelli e i tormentati costretti a dar prova di cucina in compagnia di Benedetta Parodi, Carlo Cracco, Joe Bastianich e – povere anime – Antonella Clerici. Un solo condannato a disposizione di cotanta corte: Mario Monti che mangiò se stesso.

 

QUARTO CERCHIO, AVARI E PRODIGHI

Tutti coloro che videro in Berlusconi una cassaforte da cui spillare denaro e in Renzi, oggi, una lavatrice con cui, risciacquando i panni in Arno, si riciclano, si ritrovano legati e costretti a volgere lo sguardo a terra, a significanza del legame alla materialità del dare e del tenere. Tra i condannati, oltre al fruttivendolo che piazzava al cuoco Michele i fagiolini a 80 euro, ci sono Flavio Briatore, Luca Cordero di Montezemolo e Mauro Moretti, Dolce & Gabbana.

 

QUINTO CERCHIO, IRACONDI E ACCIDIOSI

DALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRADALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA

Costretti a leggere Il Mattinale, il bollettino di Renato Brunetta, rispetto a cui la pesta prece di Pluto, “Pape Satan, Pape Satan, aleppe” è balsamo, i dannati rotolano fascicoli di MicroMega in forma di macigni che leggeranno nei momenti di pausa castigati poi dalla visione di Che Tempo che Fa. Peggio che il divaricatore di palpebre di Arancia Meccanica. Tra i dannati, oltre Dudù, in quota accidia, ci sono gli iracondi: Aiace Telamonio, il cagnetto di Massimo D’Alema, quindi D’Alema stesso, Pier Luigi Bersani, Miguel Gotor e tutta la minoranza Pd.

 

SESTO CERCHIO, ERETICI

COTTARELLI COTTARELLI

Tutti i sepolcri sono scoperchiati e dalle tombe sbucano Giorgio Gori e Lapo Pistelli dallo sguardo, entrambi, ardito e fiero e Carlo Cottarelli, il più castigato di tutti, inutile spiegare perché. Proprio come se avessero il renzismo in gran dispitto. Spirti nobili, certo, forti di coerenza e di coraggio e però non fedeli al signor premier che li esilia tra Bergamo e un sottosegretariato al pari di una Federica Mogherini, spedita alla Ue a far le foto ai vertici e destinata adesso al Flegetonte.

 

SETTIMO CERCHIO, BEN TRE GIRONI

roberto savianoroberto saviano

Tutti violenti e perciò ci sono gli omicidi, i predoni, i suicidi, gli scialacquatori, i bestemmiatori, i sodomiti e gli usurai. Mancano i gomorratori ma solo perché Dante ebbe a mancare l’incontro con Antonio Franchini e però Roberto Saviano qui c’è, non fosse altro che per essersi bucato una natica con un colpo di revolver: s’era infilato la pistola in tasca ma aveva dimenticato di inserire la sicura. Per cui, bang!

 

OTTAVO CERCHIO, PRIMA BOLGIA

Ruffiani e seduttori. I diavoli con le corna li sferzano, i dannati, a colpi di frusta. Il più famoso tra i tormentanti è Denis Verdini, contemporaneamente ruffiano e seduttore (anche se non è chiaro chi ruffia e chi seduce), di Silvio Berlusconi e di Matteo Renzi. Altero al pari di Giasone, indifferente alla frusta, Verdini conversa amabilmente con Luca D’Alessandro, amico a tal punto di seguire il maestro fino all’Inferno.

SEVERGNINI A BAGNAIA SEVERGNINI A BAGNAIA

 

OTTAVO CERCHIO, SECONDA BOLGIA

Adulatori. C’è Beppe Servegnini. Corre lungo il girone, sospinto dai forconi, e si complimenta con il diavolo che lo spinge purché non gli scompigli la frangetta candida. Il noto editorialista del Corriere della Sera è dannato per aver troppo adulato Renzi senza offrirgli vero amore ma solo cicì e cocò di vanità. Corre e, comunque, si complimenta: “Troppo very well questo hell!”.

 

OTTAVO CERCHIO, TERZA BOLGIA

Simoniaci. Il protagonista assoluto è Marco Carrai. È peggio che Simon Mago. Compra e vende le cariche leopoldiche. Monitora le aziende di Stato e fa il taumaturgo in virtù dello spirito renzico fin nei recessi delle più remote aziende su cui detta nomine e decisioni. Adesso è messo a testa in giù. Coi piedi bruciacchiati. Stessa pena per Adriano Galliani. Col diavolo del Milan al barbecue.

ALESSANDRA GHISLERI ALESSANDRA GHISLERI

 

OTTAVO CERCHIO, QUARTA BOLGIA

Indovini. La dannata speciale e molto professionale è Alessandra Ghisleri, sondaggista e però colpevole di aver annunciato il sorpasso di Matteo Salvini su Silvio Berlusconi. La Ghisleri bagna di lacrime la propria schiena e, pur indietreggiando, sorpassa – dannatissimo, colpevole di aver indovinato il vincitore di Masterchef – Antonio Ricci.

 

OTTAVO CERCHIO, QUINTA BOLGIA

Barattieri. Valter Lavitola e Sergio De Gregorio, pur responsabili di illeciti ma a titolo di dolo e in via solidale, sono in Paradiso. Immersi nella pece bollente, sono coloro che usano le loro cariche pubbliche per trarne vantaggio e ricchezza. Straziati da Malebranche che ne arpiona le carni quando tentano di uscire dalle fosse i dannati sono irriconoscibili e forse, giusto perché infarinato e ancora avvolto di zucchero a velo di ricotta e glassa di cassata – pare di vedere Roberto Helg. È il presidente della Camera di Commercio di Palermo, eroe del no-pizzo mentre prende il pizzo di 100.000 euro alla pasticceria dell’aeroporto Falcone-Borsellino.

LavitolaLavitola

 

OTTAVO CERCHIO, SESTA BOLGIA

Ipocriti. Tutti i cerchi magici possibili e immaginabili. Da quello che fu, con Umberto Bossi, nella Lega, a quello pericolante di Berlusconi, fino ad arrivare al Giglio, quello di Renzi. È magico a tal punto il Giglio da generare un traffico così caotico a Palazzo Chigi di dover ricorrere a un vigile urbano, Antonella Manzione, comandante delle guardie metropolitane di Firenze adesso comandata di dirigere tutto il giramento di sfere e di cerchi dell’Inferno.

 

OTTAVO CERCHIO, SETTIMA BOLGIA

SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI resize SERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI resize

I ladri. Valter Lavitola e Sergio De Gregorio, pur responsabili di illeciti ma a titolo di dolo e in via solidale, sono in Paradiso. La fossa infernale, non ci crederete, è vuota. I diavoli si grattano le corna tra di loro. I serpenti usati per legare alla schiena le mani dei dannati si arrotolano stancamente agli zoccoli dei demoni in attesa che arrivi qualche cliente. In verità s’era presentato Emilio Fede, già direttore del tg4, forte di un merito – aver fatto la cresta a Lele Mora per farne una ulteriore a Berlusconi – ma fu che i demoni, presi di noia, lo spinsero ancor più giù, un gradino ancora.

 

emilio fede 5emilio fede 5

OTTAVO CERCHIO, OTTAVA BOLGIA

Consiglieri fraudolenti. È qui che si trova Fede dopo essere stato cacciato dalla precedente fossa ma, sebbene uso a bluff d’azzardi al tavolo da gioco, viene sospinto verso il baratro non fosse altro per l’abilità di una ospite in particolare, Mariarosaria Rossi, allocata in questa bolgia ma capace di convincere il capo dei diavoli ad allontanare Fede con gli stessi argomenti con cui già cacciò da Palazzo Grazioli, la casa di Berlusconi, il cuoco Michele, la segretaria Brambilla e perfino Daniela Santanchè (non dannata, bensì in Purgatorio).

 

OTTAVO CERCHIO, NONA BOLGIA

Seminatori di discordie. Il solito Fede. I diavoli non sanno come tenere calma Nicole Minetti. Non si calma neppure Michele Serra, inspiegabilmente collocato lì, di certo per un equivoco , o forse – suggeriscono i maliziosi retroscenisti – spedito all’inferno a seguito di un’informativa redatta da Fabio Fazio che sarà pure santo ma cattivo come tutti i buoni. Non si calma nessuno e Fede, ancora una volta, va giù.

 

OTTAVO CERCHIO, DECIMA BOLGIA

nanni moretti e tornato sul set nanni moretti e tornato sul set

I falsari. Emilio Fede non ha più dove andare giù. Tra i falsari, il trionfo delle patacche: Nanni Moretti che oggi non scende a far girotondo contro la Rai del decreto Renzi prossimo venturo; Pietro Scott Jovane che vende i gioielli di Casa Rizzoli per coprire le perdite e non per ridurre i debiti; Elena Ferrante che sarà pure il più grande scrittore del mondo e però fa rimpiangere Liala che almeno aveva Gabriele D’Annunzio come sponsor, e non Saviano.

 

NONO CERCHIO, BEN QUATTRO ZONE

RENZI E LETTARENZI E LETTA

Sono quelle di Caina, di Antenora, di Tolomea e la Giudecca, ovvero, i luoghi dove sono destinati i traditori dei parenti, quelli della patria, quelli degli ospiti e quelli dei benefattori. È il posto più stretto dell’Inferno. C’è spazio solo per uno. Berlusconi, dall’alto del limbo, dice qualcosa. Arriva flebile il suono: ino-ino-ino. Non c’è dubbio: è Angelino. Anche Matteo Salvini, nel frattempo sopraggiunto, dal fondo dell’imbuto urla: osi-osi-osi. Non c’è dubbio: è Tosi. Arriva infine Matteo Renzi e fa un tweet: #nazarenostaisereno. Eno-eno-eno.

FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI jpegFLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI jpeg

 

In collegamento, in diretta da Porta a Porta, c’è Bruno Vespa: assolve al ruolo di Virgilio non senza offrire alla telecamere il plastico dell’Inferno realizzato da Gustavo Dorè. Seduti in studio, a commentare, ci sono Dante Alighieri, Carmelo Bene e Vittorio Gassman. Polemicissimi, quest’ultimi, a seguito della dichiarazione del Sommo più volte ripresa da Franco Branciaroli: “A recitar li versi miei fuor sempre cazzi, l’unico che vi riesce è l’Albertazzi!”.

BENIGNI TUTTO DANTE DIVINA COMMEDIA FIRENZEBENIGNI TUTTO DANTE DIVINA COMMEDIA FIRENZE

 

Roberto Benigni, va da sé, è in Paradiso con Jovanotti e Fabio Fazio (con un mazzo di mimose in mano, pronto a consegnarle alla Madonna). I tre, fatti santi, stanno in cielo a far la Rosa Beata e la tarantella a Sergio Mattarella. Adriano Celentano, invece, puro genio, è in Purgatorio ma giusto per rendere interessante la cantica altrimenti sempre saltata, espunta e mai consultata. A far da Beatrice, musa e ispiratrice, Marianna Madia ancorché ministra ma magistra di virtute et veritate.

FABIO FAZIO FA JOGGING FABIO FAZIO FA JOGGING jovanottijovanotti

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? È SUCCESSO ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO DEL PONTEFICE UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - IN TALE IPOTESI, NON DOVREBBE MERAVIGLIARE IL RISERBO DELLA SANTA SEDE: I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)