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LE SPESE PAZZE DI PEREIRA - DAI VIAGGI IN AEREO E IN ELICOTTERO ALL'AFFITTO DI UNA CASA A SAN CASCIANO, SEQUESTRATI 126 MILA EURO DALLA GDF ALL'EX SOVRINTENDENTE DEL MAGGIO FIORENTINO - L'ACCUSA DELLA PROCURA SUI RIMBORSI: "HA USATO LA CARTA DELLA FONDAZIONE PER COSTI NON RELATIVI ALLA SUA FUNZIONE" - L'OMBRELLO DI FRANCESCHINI NON C'E' PIU' E IL NUOVO CORSO MELONIANO AL MINISTERO DELLA CULTURA NON E' INTENZIONATO A FARE SCONTI - L'ENORME DEBITO DI 57 MILIONI DI EURO DEL "MAGGIO"

Pierangelo Sapegno per “la Stampa”

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Adesso nel mirino c'è Alexander Pereira, l'ex sovrintendente, che non se la passa niente bene. Ma c'è chi sta ancora peggio: il Maggio musicale, che lui guidava fino a marzo, quando si dimise con una lettera di tormentata amarezza, scrivendo la parola «impossibile» due volte nella stessa riga, come a gridare più forte la sua sconfitta. Allora aveva già ricevuto l'avviso di garanzia per peculato, con l'accusa di essersi appropriato di soldi della Fondazione.

 

Ma la Guardia di Finanza gli ha sequestrato a titolo preventivo - si dice proprio così - oltre 126mila euro, contestandogli spese personali, viaggi in aereo e in elicottero, financo un trasloco, oltre all'affitto di una casa a San Casciano, per pagare costi «non inerenti alla sua funzione e non rimborsabili per contratto».

 

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Magari bisognerebbe andarci piano a condannare già il povero Pereira, perché la cronaca è piena di spese pazze finite nel cestino e onorevoli imputati assolti, da Filippo Penati a Edoardo Rixi o Bertolaso.

 

(...)

Il vero problema, «l'orrendo problema di cassa» citato da Pereira nella sua lettera di dimissioni, è l'enorme debito di 57 milioni di euro che si trascina addosso il Maggio. Il commissario nominato dal governo, Onofrio Cutaia, ha tagliato quello che poteva e poi s'è arreso: «Dovete ripianare la voragine, mettere 8,5 milioni entro luglio se no si chiude». Il che vorrebbe dire lasciare sulla strada 300 lavoratori.

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Ma è pur vero che questo debito, questo «orrendo problema», resiste sempre e si accresce, un filo inestensibile che si oppone a qualsiasi spinta contraria con tautocrona insistenza, persino quando nel 2021 lo Stato, la Regione e il Comune ci buttarono dentro 26 milioni.

 

Solo che nel frattempo avevano chiamato Pereira il Magnifico, che faceva insieme il direttore artistico e il sovrintendente, quello che organizzava un programma monumentale, che a momenti non se lo sognano manco a New York, e colui che doveva controllarlo.

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