STAMPIAMOCI UNA BELLA CANNA IN 3D! - ADDIO “SPEDIZIONI” PERICOLOSE NEI QUARTIERI SUPERMARKET, ADDIO CANI FICCA-NASO, ARRIVA L’INCHIOSTRO CHE TI SBALLA! - LO STA METTENDO A PUNTO LEE CRONIN, RICERCATORE A GLASGOW: COMPRI LA CARTUCCIA E STAMPI LA TUA CANNETTA ATTRAVERSO UN SOFTWARE - DAMMI IL TUO GENOMA E TI DARO’ IL TUO SBALLO: LE DROGHE DEL TERZO MILLENNIO SARANNO SU MISURA E SI POTRANNO STAMPARE DIRETTAMENTE IN CASA….

Kevin Holmes per Vice.com

Riuscire a trovare della droga è una delle rotture di palle più grandi della vita. O un vostro amico conosce qualcuno che abita in un palazzo poco raccomandabile in un quartiere poco raccomandabile, o la recuperate in discoteca da un tizio a caso con le pupille simili a dei buchi neri. Ma non preoccupatevi, non sarà sempre così. Gli scienziati stanno studiando una soluzione: le droghe stampate in 3D.

Non dovrete più uscire e avere a che fare col resto del mondo, potrete stamparvi droghe personalizzate per ogni vostro bisogno proprio lì, nella vostra cameretta, circondati da resti di cibo da asporto e dal vostro gatto perennemente fatto, perché lo sanno tutti che i gatti non smaltiscono il Thc. Non dovrete nemmeno comprarle, le droghe; basterà scaricare apposite applicazioni che vi daranno accesso ad alcune stampe che vi forniranno il necessario.

Neanche la legalità sarà un problema, visto che le sostanze saranno così personalizzate che lo Stato non riuscirà a tenere il passo, a meno che non inizi a venderle. Il traffico di droga, causa di tante guerre e spostamenti illeciti di denaro, sarà superato. Con le sostanze stampate in 3D potremo vivere in un nuovo mondo in cui farsi sarà un'esperienza legale quanto bere un caffè, ma più su misura. In più, le sostanze stampate forniranno medicinali concepiti per combattere malattie oggi incurabili. La vostra famiglia è predisposta a qualche orribile malattia invalidante?

Prenderete farmaci specifici dalla nascita. Soffrite di allergie? Allora perché non assumere un farmaco sintetizzato dal miele locale? [...] Sembra tutto molto bello e semplice, ma per saperne di più ho parlato via Skype con il professor Lee Cronin, un ricercatore di questa nuova tecnologia dell'Università di Glasgow.

Ciao Lee. Per prima cosa puoi dirci come funziona la stampa in 3D di una sostanza?
Non si stampa una pillola, no?
«Ok, ci provo. Prova a immaginare di: 1) andare in una farmacia online; 2) decidere di cosa hai bisogno (con la ricetta del medico); 3) comprare il modello da stampare e l'inchiostro; 4) ricevere "l'inchiostro" in una cartuccia sigillata; 5) stampare la sostanza con l'inchiostro speciale e il software apposito; 6) prendere la medicina».

E qual è il vantaggio di questo metodo?
«Be', è bello perché permette una maggiore distribuzione della sostanza, e ciò che ha valore è il software, non il composto chimico. In questo modo, per esempio, si elimina anche il problema delle medicine contraffatte, e si apre la strada alla medicina personalizzata».

Come funzionerebbe la medicina personalizzata?
«Non posso dirlo, mi dispiace... Ok, ti do un piccolo indizio. Immagina se io avessi una piattaforma di ricerca di una nuova sostanza con le caratteristiche che ho detto prima. Pensa se io avessi il tuo genoma e tutti gli altri dati. Prima le stampanti 3D e i kit di sostanze chimiche dovrebbero essere diffuse, un po' come gli smartphone oggi, ma succederà, ci sarà una rivoluzione...».

Presto avremo quindi le stampanti 3D a casa.
«Sì, e il punto chiave è la chimica personale... ».

Quindi la gente avrà medicinali su misura basati sul proprio Dna?
«No, non si tratta solo di quello, ma di combinare vari fattori».

Puoi spiegarti un po' meglio?
«Diciamo semplicemente che sto creando una macchina del tempo biologica per capire che malattia avrai a seconda della predisposizione naturale e dell'ambiente in cui vivi, per poi crearne la cura». [...]

Credi che si formerà una sorta di industria di produttori farmaceutici, come è successo per altri utilizzi delle stampe 3D? O anche solo chimici curiosi che sperimentano con i farmaci?
«Sì, come con le tecnologie Arm. In futuro non venderemo sostanze, ma stampe o applicazioni. Queste applicazioni saranno testate e verificate in laboratorio prima di essere distribuite».

Come impedire l'abuso di questa tecnologia, per esempio agli spacciatori o ai chimici curiosi?
«Be', credo sarebbero casi isolati, e le modalità di prevenzione vanno certamente esplorate a fondo. Per esempio, la Apple potrebbe bloccare sugli iPhone l'uso di applicazioni non autorizzate».

L'iPhone si può sempre craccare. Ci sarà sempre qualche hacker abbastanza bravo.
«Ma le persone possono anche intrufolarsi nei laboratori e prepararsi la droga».

Certo, ora le droghe vengono prodotte illegalmente, ma non sarebbe più facile se non ci fosse bisogno di un laboratorio?
«No, non è così perché la produzione dell'inchiostro è legata al software e entrambi sono criptati. Ciò di cui parli è estremamente complesso in termini di etica, regolamentazione e libertà personali. Potremmo rendere l'inchiostro così semplice da vanificare ogni tentativo di modificarlo per produrci qualcosa. Le quantità prodotte e la distribuzione sarebbero così minime che la sostanza non potrebbe essere utilizzata in altro modo».

Quanto pensi che ci vorrà per sfruttare questa tecnologia in ambiente domestico? Qualche anno? Decenni?
«Forse dieci, 15 anni, chissà. Forse anche cinque o dieci».

Fantastico! Grazie Lee.

 

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