giuseppe verdi1

BIANCO, ROSSO E VERDI - "STIFFELIO" RACCONTA LA FAMIGLIA, "RIGOLETTO" L'AMORE, "FALSTAFF" GLI ANZIANI: COSÌ L'ARCITALIANO VERDI HA SVELATO L'ANIMA DI UN PAESE - MATTIOLI: "E' UNO DEI POCHI INTELLETTUALI CHE HANNO RACCONTATO GLI ITALIANI PER COME SONO, E NON PER COME SI CREDONO DI ESSERE O VORREBBERO ESSERE" - LIBRO + VIDEO

 

 

Mattia Rossi per il Giornale

 

verdi

Il Maestro era morto ormai da un mese. Aveva chiesto funerali «modestissimi, senza canti e suoni. Due candele e una croce». Eppure, il 27 febbraio del 1901, tutta Milano scese in piazza per una sorta di secondo funerale: trecentomila persone, Arturo Toscanini alla testa di 900 coristi e 120 orchestrali. Fu quello il saluto che l' Italia volle dare a uno dei suoi «padri»: Giuseppe Verdi. Quella folla immensa non si accontentò di un sobrio e dimesso addio per onorare colui nel quale, per oltre cinquant' anni, si era riconosciuta.

 

Copertina libro - Mattioli

È proprio questo lato di Verdi, la sua «arcitalianità», il suo essere stato acuto e incisivo osservatore e cantore del popolo italico, che va a sondare il nuovo libro di Alberto Mattioli, critico della Stampa nonché melomane da record (al momento ma il dato è del tutto provvisorio conta 1.600 recite d' opera viste). E siccome dell' ennesimo solito libro su Verdi non v' era urgenza, Meno grigi più Verdi (Garzanti, pagg. 150, euro 16), guarda al compositore di Busseto da un' altra angolatura, «quella dell' italiano», ovvero come «uno dei pochi intellettuali che hanno raccontato gli italiani per come sono, e non per come si credono di essere o vorrebbero essere». S' affaccia un nuovo volto di Verdi che, come sintetizza la spassosissima

 

giuseppe verdi 3

penna di Mattioli, diventa un «Lévi-Strauss padano» che ha saputo tratteggiare con sguardo sincero e disilluso i propri compatrioti. Meno grigi più Verdi è, dunque, un libro più sociologico e di costume che musicologico, una sorta di manualetto d' antropologia italica filtrata dai melodrammi del padre del melodramma. Sotto le maschere dei personaggi verdiani, infatti, si scorge «tutta una serie di tipi e situazioni e ambienti ricorrenti nella nostra storia e nei nostri costumi».

 

Prima di vedere, però, quanto sono intrise di italianità le sue opere, occorre vedere quanto è stato italiano lui, Verdi. Illuminanti, in questo, sono i capitoli iniziali sulla viscerale italianità dell' operista bussetano. Il Verdi uomo: non veniva da una famiglia di scarriolanti («un borghese orgoglioso di esserlo»), era severo, severissimo («se per qualsiasi ragione, vera o presunta, finivi sulla sua lista nera, non ne uscivi più»); e il Verdi politico: repubblicano, cavouriano, deputato svogliato (lo racconta egli stesso: «I 450 non sono realmente che 449 perché Verdi, come deputato non esiste»), liberale di destra e anticomunista («I Sinistri distruggeranno l' Italia»), senatore del Regno (sempre svogliatissimo: «Da senatore, Verdi brillerà solo per la sua assenza». Italianissimo).

 

VERDI TRAVIATA

La profonda identità italica di Verdi si tradusse, così, nelle sue opere. Ecco alcuni apici dell' italianità verdiana: Stiffelio «svela i meccanismi della famiglia italiana più tradizionale e omertosa»; Rigoletto «è l' opera che racconta il rapporto del maschio italiano con le donne», «oggetto sessuale per il Duca; oggetto di amore esclusivo ma soffocante per Rigoletto»; Violetta della Traviata è «figura classica dell' immaginario nazionale, legato a un' idea della donna che è sempre o santa o puttana»; Riccardo del Ballo in maschera è il «vitellone di provincia»; ne La forza del destino, «il grand opéra dell' Italia contadina», Verdi racconta il tempo che fu, «un' Italia provinciale, cattolica, tradizionalista, legata ai suoi riti sociali e religiosi»; in Don Carlos si trova l' eterno dibattito dei rapporti tra Stato e Chiesa, ovvero il coraggio di «rappresentare in maniera così plastica la sconfitta del trono davanti all' altare»;

giuseppe verdi1

 

dall' Aida parte «una forma mentis nazionale che alla fecondità delle terre da conquistare associa quella delle donne indigene»; l' anziano omonimo protagonista del Falstaff è «presuntuoso, disonesto, gaglioffo, malizioso ma alla fine tenero».

 

Insomma, tra gli italiani ottocenteschi e quelli d' oggi non c' è molta differenza. È per questo che Verdi deve tornare a essere a noi contemporaneo: se ciò avverrà, tornerà ad essere quello che è, colui che «ci racconta con spietatezza e con pietà, che ci mette a nudo, che non ci accarezza nel senso del pelo, che ci fa le domande che tentiamo di eludere, che ci svela le ipocrisie e le insufficienze, ma anche le generosità e le grandezze».

 

FUNERALI VERDICARTEGGIO VERDI PIROLIUN BALLO IN MASCHERA VERDIVERDIALBERTO MATTIOLI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…