thielemann-666492

BACCHETTA PROIBITA - “SCIOVINISTA E ISLAMOFOBO” - STORIA DELLA “DIVA” THIELEMANN, BOCCIATO ALLA GUIDA DEI BERLINER PER LE SUE IDEE CONSERVATRICI - QUELLE BORDATE CONTRO IL MULTICULTURALISMO E L’ISLAM CHE “NON APPARTIENE ALLA GERMANIA”

THIELEMANNTHIELEMANN

Giulio Meotti per “il Foglio”

 

Lo hanno soprannominato “die konservative Diva”. Christian Thielemann avrebbe dovuto essere il primo tedesco dopo Wilhelm Furtwängler a tornare dopo sessant’anni sul podio dei Berliner. Invece i 124 musicisti della più gloriosa orchestra sinfonica del mondo, riuniti in gran segreto per eleggere il successore di Simon Rattle, hanno deciso di non darsi un direttore piuttosto che finire diretti da quel “conservatore”, “sciovinista” e “islamofobo” di Thielemann.

 

“Come capo dei Filarmonici, Thielemann non è politicamente sostenibile”, aveva sentenziato pochi giorni fa la Berliner Zeitung, guidando la campagna della stampa tedesca contro la sua nomina, parlando di “stereotipo della guerra tedesco- nazionalista”. Ostracismo ideologico, non certo musicale. Perché Thielemann, allievo di Von Karajan, è considerato il più grande direttore tedesco vivente. Un dio della musica.

 

Andris NelsonsAndris Nelsons

Ci dice Frederik Hanssen, critico musicale del Tagesspiegel: “Formalmente non si sa niente del voto, che era segreto. Thielemann è molto berlinese, poco diplomatico. E’ il tipico borghese di rango attento all’educazione e alla filosofia, molto prussiano con l’amore per il nord della Germania. Thieleman è legato all’idea della musica come qualcosa che viene dal cielo, di divino, quasi una atmosfera religiosa. Dunque nel voto ci sono elementi politici ed estetici”.

 

Come scrive il Telegraph, che ha pubblicato la ricostruzione più dettagliata di quanto sta avvenendo nella cultura e nella musica tedesca, “all’interno dell’orchestra è comunemente accettato che Christian Thielemann è il candidato più eccezionale. Tuttavia, non hanno votato per lui. Perché no? Politica”. Thielemann ha diretto la Filarmonica di Monaco e la Deutsche Oper di Berlino, ed è attualmente il direttore della Staatskapelle di Dresda e l’animatore del Festival wagneriano di Bayreuth. Nel repertorio romantico, Thielemann è “supremo”.

 

BERLINERBERLINER

Tuttavia, scrive il Telegraph, “nella progressista Berlino c’è disagio che il direttore sia un uomo che ha espresso opinioni conservatrici, alcuni sostengono reazionarie”, e che gli hanno già precluso una carriera negli Stati Uniti. “Il musicista che tiene un busto di Federico il Grande sulla propria scrivania è un prussiano dalle opinioni robuste”.

 

Come quando Thielemann disse che “la democrazia non c’entra niente con una orchestra”. Thielemann fra i primi ha osato mettere in discussione certi tabù, come quando scelse di eseguire “Palestrina” di Hans Pfitzner, grande musicista e nazista, morto in miseria nel 1949 in una casa per anziani, con queste parole: “Cosa ha a che fare il C minore con il fascismo?”.

 

Quando Thielemann ha rilasciato un’intervista all’inizio di quest’anno, in cui esprimeva simpatia se non supporto per il movimento antislamista Pegida, i Berliner in segno di protesta hanno immediatamente affisso un poster sulla torre della loro sala da concerti, la Philharmonie, che diceva: “Una orchestra, quattro religioni, 124 musicisti”.

 

Christian Thielemann Christian Thielemann

Molto meglio allora Daniel Barenboim, grande direttore e soprattutto ebreo di sinistra e cosmopolita, dato adesso fra i favoriti dopo una pausa senza direttore che durerà sei mesi. O perché non il vulcanico venezuelano Gustavo Dudamel, attuale direttore della filarmonica di Los Angeles e legato a Hugo Chavez, o il franco canadese e apertamente gay Yannick Nézet-Seguin?

 

C’è persino chi ha paragonato l’eventuale nomina di Thielemann al ruolo di “Reichsorchester”, orchestra del Reich da cui i musicisti ebrei venivano cacciati e la filarmonica fu accusata di essere al servizio di Hitler. C’è chi ha ribattezzato Thielemann “il giovane Karajan”, alludendo al passato nazista del grande conduttore. Ma cosa ha scritto di così scandaloso Thielemann su una pagina intera della Zeit da giocarsi il posto di direttore?

 

BERLINER2BERLINER2

“Le persone non hanno il coraggio di dire quello che pensano” ha scritto il musicista dopo la strage di Charlie Hebdo, prendendosela con la “correttezza politica” e il “linguaggio indifferenziato”. E ancora: “Pegida non è una malattia ma un sintomo”, un sintomo della crisi “dei valori su cui si fonda la nostra comunità e che io chiamo valori borghesi”.

 

Quali sono? “Oltre alla libertà di stampa”, “l’interazione con l’arte e la cultura che ci insegna a rispettare le idee degli altri e ad affrontare il conflitto pacificamente”. E poi “la famiglia, la decenza, l’onestà, il rispetto, in breve tutto ciò che fa parte di una educazione umana”.

 

“L’islam appartiene alla Germania?”, si è chiesto Thielemann nel passaggio più criticato. “Forse un giorno la cristianità apparterrà alla Turchia e l’ebraismo al mondo arabo. Ma fino ad allora dobbiamo poter rispondere di no, senza passare per fascistoidi, populisti di destra o intolleranti”.

copertina charlie hebdocopertina charlie hebdo

 

Duro l’affondo contro il multiculturalismo: “Trovo inaccettabile che un giovane di origine araba gridi di fronte al proprio insegnante di sesso femminile che non ascolta le donne. Altrettanto inaccettabile che la gente, a causa dei loro nomi non tedeschi, del loro colore della pelle o della loro religione, non riesca a trovare un posto dove vive. Entrambi i casi dimostrano in quale stato incerto e brutalizzante la nostra società versi”.

 

Poi Thielemann ha attaccato la censura strisciante: “La nostra libertà di parola è qualcosa cui non dobbiamo rinunciare di fronte al terrorismo. Cosa significa libertà in una società aperta e illuminata? Cos’è la tolleranza? Dovremmo dire addio ad alcune libertà perché non riusciamo più ad avere a che fare con esse? Quando suoneremo lo ‘Stabat Mater’ di Rossini, ognuno di noi dovrà pensare ad Auschwitz e Hiroshima, all’11 settembre e a Charlie Hebdo. E coloro che non hanno coraggio lo troveranno, offrendo quella tolleranza di cui andiamo tanto fieri”.

Philharmoniker BerlinerPhilharmoniker BerlinerTHIELEMANNTHIELEMANNCHARLIE HEBDO ISLAMCHARLIE HEBDO ISLAM

 

BARENBOIMBARENBOIMluz renald luzier charlie hebdoluz renald luzier charlie hebdoparigi   manifestazione per charlie hebdo e la liberta' di espressione  7parigi manifestazione per charlie hebdo e la liberta' di espressione 7

Tanto basta per trasformare questo divo del podio, la grande promessa musicale di un’intera generazione, nella bestia nera dell’establishment. In una bacchetta proibita.

Philharmoniker Berliner OrchestraPhilharmoniker Berliner Orchestra

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...