dago giampiero mughini

"SU DAGOSPIA SI VOLTEGGIA TRA ALTO E PROFANO SENZA POLITICALLY CORRECT NE' GIACULATORIE IDEOLOGICHE" – MUGHINI IN LODE DI DAGO: "RECLUSO NELLA CASA DEL "GRANDE FRATELLO" NON HO AVUTO MODO DI ENTRARE NELLA SALA ROMANA DOVE STAVANO PROIETTANDO IL RECENTISSIMO FILM DI ROBERTO D’AGOSTINO DEDICATO ALLA ROMA NOTTURNA MA SONO BENE AL CORRENTE DI QUEL FILM CHE È STATA LA VITA ROMANA DI DAGO A PARTIRE DA QUANDO, OLTRE 40 ANNI FA..."

Giampiero Mughini per “il Foglio” - Estratti

 

dago giampiero mughini

Recluso com’ero nella Casa situata sulla collinetta di Cinecittà non ho avuto modo di entrare nella sala romana dove stavano proiettando il recentissimo film di Roberto D’Agostino dedicato alla Roma notturna e non di cui lui ha tastato ogni ripostiglio.

 

E anche se sono bene al corrente di quel film che è stata la sua vita romana, a partire da quando oltre quarant’anni fa lui che allora lavorava allo sportello di una banca cominciò a venire alla redazione dell’Europeo di via della Mercede a consegnare dei pezzi giornalistici che Maria Giulia Minetti gli correggeva ululando alla sua maniera.

 

Sono difatti oltre quarant’anni che Roberto è un mio amico fraterno, uno dei due o tre che conservo da così tanto tempo e che mai mi ha deluso. 

 

(...)

mughini e dago foto di bacco

Quanto alla sua casa odierna è l’unica casa al mondo dove convergono più di sei persone a volta che io frequenti, la casa dove mi sono trovato di fronte Francesco Cossiga, Paolo Sorrentino, Milena Gabanelli e migliaia di altri consimili esseri umani. Quanto ai libri che lui scriveva al tempo del suo esordio, è ai miei occhi un libro d’artista il suo Libidine che a suo tempo Giordano Bruno Guerri gli pubblicò da Mondadori, tanto che quel libro lo conservo in una cassettiera dove giace accanto a libri di autori d’avanguardia quali Nanni Balestrini, Giosetta Fioroni, Maurizio Nannucci e Lamberto Pignotti. Né è un particolare irrilevante il fatto che per oltre trent’anni siamo stati egualmente addicted del negozio di moda di Massimo Degli Effetti, che in realtà era una galleria d’arte.

 

mughini e dago

E poi c’è Dagospia, il sito che dell’attualità politica e di costume non si perde nulla di rilevante ma che soprattutto volteggia a meraviglia tra alto e profano. Uno sport che anch’io prediligo, nel senso che non ritengo affatto che Moana Pozzi e Federico Zeri (al quale Roberto ha dedicato un magnifico libro/intervista) appartengano a due diversi ordini di riferimento culturale, o che le attrici che rendono divine alcune sequenze del cinema porno – e alle quali inneggia Barbara Costa su Dagospia – siano qualitativamente sottostanti a quelle che si illanguidiscono nel cinema popolare o a tante sciacquette che mostrano le gambe nei programmi televisivi.

 

 

carlo verdone, mughini, dago

Ebbene Dagospia e la mia vita hanno impattato per ben due volte. La prima, vent’anni e passa fa, quando il sito Dagospia era al suo debutto, e la buona parte dei giornalisti – i quali molto spesso non sanno nulla di nulla – pensavano che fosse un progetto destinato al fallimento, che uno come D’Agostino – il quale a suo tempo firmava degli articoletti per l’ Espresso – non sarebbe stato all’altezza del caso.

 

Da quanto conoscevo Roberto, io ero certo del contrario. E dunque sul primissimo numero di Dagospia firmai una sorta di lettera augurale in cui mi dicevo sicuro del successo professionale del sito. Parole sante, di cui a tutt’oggi sono orgoglioso. E difatti si tratta di un sito economicamente rigoglioso da quanti siamo in tanti a consultarlo da mattina a sera e in cui ciascuno di noi si muove a suo pieno agio da quanto vi è bandito il politically correct, quel dannatissimo morbo di tanta comunicazione odierna. Più ancora nella mia vita ha contato il secondo impatto con il lavoro che Roberto fa tutti i giorni che Dio manda in terra.

 

mughini e dago stessa camicia

Dieci anni fa, giorno più giorno meno, ero uscito per sempre dal lavoro nelle redazioni dei giornali, in quel momento nessuno mi chiamava per andare in televisione, un mio libro su Trieste e il caso Svevo nessun editore ne voleva nemmeno sentir parlare da quanto gli sembrava che non potesse interessare nessuno. I polpastrelli con cui batto alla tastiera di un computer erano dunque a lutto, e confesso che la cosa non mi metteva di buon umore.

 

Tutt’altro. Chiesi dunque a Roberto di potergli scrivere quattro o cinque volte al mese una sorta di “Versione di Mughini” da mettere nel suo sito. Articoli brevi, rapidi, se possibile pungenti, da mandargli naturalmente a gratis. Lui rispose che senz’altro potevo farlo. Altri giornali che in quel momento accettassero la mia firma non ce n’erano. Non ricordo più se dopo un paio d’anni o poco meno Roberto mi disse che quei pezzulli me li avrebbe pagati una cifra più che decente se rapportata a quel che valgono oggi mediamente le parole scritte sulla carta stampata o sullo schermo di un televisore, ossia più o meno quel che vale il lavoro di una colf a ore. Ciò che Roberto fa tuttora, e di cui gli sono grato.

 

dago roma santa e dannata. 1

E tanto più che, valutazioni del ruolo di Matteo Renzi a parte, le nostre rispettive valutazioni di ciò che accade tanto nel mondo che a casa nostra si rassomigliano molto. Siamo entrambi dei cani randagi che vanno in giro annusando per poi giudicare, infischiandosene altamente delle mappe politico/partitiche di un tempo, irridendo alle partizioni totalizzanti tra i “buoni” che stanno a sinistra e i “cattivissimi” che stanno a destra.

 

marco giusti e dago roma santa e dannata. 2

Nel giudicare le persone e le loro azioni reali vale per noi due quello che nel film “Il comandante” l’ufficiale italiano interpretato da Pierfrancesco Favino replica ai marinai belgi che gli stanno dando del “fascista”: “Io fascista? No, io sono un uomo di mare”. La propria identità di persona reale che agisce così e così, solo quello conta. Il resto è cianfrusaglia, su tutte la giaculatorie fondate sulle appartenenze ideologiche, quelle di cui sai a cento chilometri di distanza dove comincino e dove vanno a finire. Nel nulla.

dago e marco giusti in piazza san pietro set di roma santa e dannata

maurizio costanzo show mughini dago sgarbi

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO