
IL TALLONE DI ACHILLE - "SONO STATO INNAMORATO PER UN PO', MA L'AMORE LO VIVO STRANO. ORA SONO SOLO, NEL DISCO PARLO DI ALTRE COPPIE, DI AMPLESSI RUBATI” (IN CHE SENSO?) – ACHILLE LAURO PRESENTA IL NUOVO ALBUM DALLA SCALINATA DI PIAZZA DI SPAGNA E SI TOGLIE I MACIGNI DALL’ANIMA: "NEL 2021 QUANDO FUI SUPER-OSPITE AL FESTIVAL IN TANTI MI HANNO PRESO IN GIRO: ‘CHI È QUEL COGLIONE IN TUTINA? È SOLO UN PAGLIACCIO, TANTO DURA POCO’, DICEVANO…” – LA POLEMICA DI "STRISCIA" CONTRO LA CANZONE “ROLLS ROYCE”, IL BRANO MANDATO A MINA E IL SOGNO DI DIVENTARE DIRETTORE ARTISTICO DI SANREMO – “IN AMERICA STO DA DIO PERCHÉ NON MI RICONOSCE NESSUNO” (MA CHI TE DEVE RICONOSCERE, LA BUONCOSTUME?) - VIDEO
Luca Dondoni per la Stampa - Estratti
Lunedì sera Achille Lauro è tornato nella sua Roma da figliol prodigo tenendo un concerto a sorpresa (più o meno) sulla scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna. Nemmeno la pioggia ha fermato i cinquemila fan che si sono spellati le mani per le dieci canzoni in scaletta e un omaggio aVenditti con "Notte prima degli esami" hanno anticipato l'uscita (il 18/4) dell'album Comuni mortali.
Lauro scendendo le scale ha cercato l'abbraccio, mandato baci e mostrato gratitudine a una città che lo ha visto nascere e scappare da una periferia che si è divorata tanti suoi compagni. «Amici con cui sono cresciuto - racconta dal terrazzo di Casina Valadier che guarda il Pincio - incapaci di trovare un senso alla vita che non fosse passare i pomeriggi su una panchina a lamentarsi».
Lauro quella panchina l'ha rotta a calci, è fuggito dal parchetto della noia, delle sostanze, della perdizione trovando da solo la sua strada, trasformando il disagio in musica: diventando una star.
«All'inizio esageravo senza un perché e l'ho descritto in un pezzo che ho intitolato Barabba. Più tardi ho deciso che dovevo levarmi di torno il peso del vivere di noia e ho cominciato a stupire chi mi vedeva come un alieno in un mondo pop troppo pettinato; ho sparigliando le carte e creato musica commestibile ma con taglio tutto mio. Oggi sono arrivato dove volevo arrivare, con tranquillità, sapendo di poter catturare qualsiasi tipo di pubblico». Incoscienti giovani in gara al Festival di Sanremo, pur arrivando settima è una delle canzoni più popolari di una stagione che ha conclamato il sex appeal del protagonista. «Un appeal che mi viene naturale (ride, ndr), mi comporto e vesto esattamente come farei se non fossi diventato Achille Lauro».
L'ascesa del ragazzetto De Marinis dalla borgata allo stardom non è durata poco. Prima il salto a Milano, «più per stare lontano dalle cattive compagnie che per altro» e passo dopo passo per le strade del mondo. Da Los Angeles, «dove sto da Dio perché non mi riconosce nessuno, faccio la fila al supermercato o davanti alle discoteche e sono felice», a New York «dove accade più o meno la stessa cosa ma mi viene facilissimo scrivere». Una scrittura che non è arrivata subito a tutti, anzi.
Ricorderete la polemica di Striscia la notizia contro la canzone Rolls Royce che lo rivelò: «Mi fece male perché fu travisato tutto. Parlavo di una macchina di lusso e successe un casino». Ma è tutto sotterrato anzi, rispetto al festival, che ritiene un luogo portafortuna, c'è un sogno che tiene nel cassetto ed è quello di diventarne il direttore artistico «prima o poi, non importa quando».
I fan urlano Me ne frego o Bam Bam Twist e lui se la gode. «Sono diventate degli inni - dice - ma con me non si può mai stare tranquilli. Quando nel 2021 fui super ospite proprio all'Ariston trasformandomi per cinque sere in quadri viventi per omaggiare Mina, San Sebastiano ccl petto trafitto da una rosa piena di spine che sprizzava sangue (finto), David Bowie, il mito greco di Penelope o il punk rock in tanti mi hanno preso in giro: "Chi è quel cogl.. in tutina?" Intanto di quel festival, di quel momento della loro vita tutti si ricordano che ho fatto da cornice a un pezzo della loro vita. "È solo un pagliaccio, tanto dura poco", dicevano.
Non solo sono ancora qui ma sto meglio di sempre , venerdì esce Comuni Mortali, il settimo progetto discografico che dal titolo racconta tutto e, forse, mi farà percepire per quello che sono: un cantautore».
Comuni Mortali segue la linea tracciata da Incoscienti Giovani e le dodici canzoni prodotte da Daniele Nelli e dai GowTribe (sono loro le mani dietro hit come 16 marzo e Domenica), si presentano come una raccolta di dediche musicali. «Ogni brano si rivolge a figure fondamentali del mio privato. Da mia madre Cristina, c'è un pezzo intitolato così ma lei non l'ha ancora ascoltato, agli amici, al pubblico. La canzone alla quale tengo di più è AMOR, una ballata ambientata tra i vicoli di una Roma silenziosa e lunare». Un amore che Lauro non mostra mai come frutto di una storia con una donna. «Sono stato innamorato per un po' di anni ma anche l'amore lo vivo strano. Ora sono solo, parlo di altri amori, di altre coppie, di amplessi rubati».
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«Ho mandato una canzone a Mina, ma non so ancora che fine farà, lei può decidere quello che vuole». E il cinema che scalpita. «Mi ha cercato un produttore importante e sono intrigato anche se mi piacerebbe lavorare dietro la cinepresa e non davanti».
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