IL TARANTINO CHE (NON) VERRÀ - ECCO COSA CONTENEVA LA SCENEGGIATURA DI “THE HATEFUL EIGHT” DIFFUSA ONLINE, CHE QUENTIN NON GIRERA’ PIU’ E TRASFORMERÀ IN UN ROMANZO

Matteo Persivale per ‘Il Corriere della Sera'

Se non bastasse la pagina introduttiva con il titolo del primo «capitolo» del film (un vezzo letterario alla Godard), «Ultima tappa verso Red Rock», scritto a mano, già a pagina 2 si trova immediatamente una scena con tre cadaveri congelati usati a mo' di divanetto da un cacciatore di taglie afroamericano, vestito con l'uniforme della cavalleria nordista. E si capisce subito che l'autore può essere soltanto Quentin Tarantino.

The Hateful Eight , «Gli otto pieni di odio», la sceneggiatura scritta da Tarantino per quello che avrebbe dovuto essere il suo prossimo film, completata (come si legge in copertina) il 13 dicembre e subito inviata a tre attori che avrebbero dovuto interpretarla, qualche giorno fa è stata diffusa online contro la volontà dell'autore.

Che ora si rifiuta di procedere con il progetto: non girerà un film, e da quella sceneggiatura uscita prematuramente trarrà un romanzo (sulla falsariga del suo idolo Elmore Leonard, il maestro del noir e del western scomparso l'anno scorso). Vuole pure far causa per violazione del diritto d'autore a un sito, Gawker, che ha pubblicato il link che permetteva di scaricare il (voluminoso) file .pdf, da 15 megabyte, con la sceneggiatura integrale.

Leggere la sceneggiatura del film, come capita sempre con il lavoro di Tarantino, è un'esperienza divertente e vagamente surreale. Al netto degli errori clamorosi di spelling (Tarantino scrive a mano e poi in fase di trascrizione impone ai collaboratori di disattivare il correttore automatico del computer e lasciare tutto come lo trovano), per i quali il pronome «io», «I», viene generalmente scritto minuscolo e «caffè», «coffee», viene foneticamente trascritto come «coffy» forse in omaggio al titolo di un vecchio film anni 70 con la sua attrice-feticcio Pam Grier.

E «You're lying», «stai mentendo», diventa foneticamente «your lien», che in realtà scritto così vuol dire «il tuo pegno». The Hateful Eight è un altro Tarantino di genere: spaghetti western. Ma molto diverso dal suo precedente film, Django Unchained . In questa sceneggiatura (che, se il film fosse stato girato, avrebbe sicuramente subito altre modifiche come Tarantino fa sempre nel passaggio da carta a celluloide) non c'è un tema centrale come la schiavitù di Django né quello dell'Olocausto di Bastardi senza gloria .

Se in quei film - in quelle sceneggiature - il genere diventa un pretesto per parlare d'altro, The Hateful Eight è un western-western, con un altro cacciatore di taglie (il tema della vendetta è quello, che a ben guardare, attraversa tutto il suo cinema).

Paradossalmente, visto che le note della sceneggiatura insistono sempre sui panorami da girare in 70mm, il formato (ormai obsoleto, usato di recente soltanto da PT Anderson) di Lawrence d'Arabia , la maggior parte dell'azione avviene al chiuso. Su una carrozza, in una casa. I dialoghi sono leggermente più secchi dei monologhi torrenziali ai quali ci ha abituati Tarantino, e la lunghezza della sceneggiatura (146 pagine) avrebbe dovuto partorire un film di meno di due ore e mezza, ragionevole in un'era nella quale Scorsese per raccontare le orge e le parolacce del «lupo di Wall Street» si prende ben tre ore spaccate.

The Hateful Eight è diviso in cinque capitoli, come un romanzo, asciutto come sarebbe piaciuto a Leonard. Gli otto del titolo - alla Jerome K. Jerome - sono in realtà cinque vivi più tre cadaveri. I tre morti sono il «bottino» da riportare a Red Rock per incassare il compenso, e il motore dell'azione.

I vivi sono due cacciatori di taglie, il guidatore della diligenza, una donna misteriosa (Daisy Domergue, «ex-bella donna» il cui cognome, avverte Tarantino, andrebbe pronunciato «Dahmer-goo», con un riferimento inquietante al serial killer Jeffrey Dahmer), e un sudista che incontrano lungo la strada. La trama, nella sua semplicità, è da western classico: un appuntamento mancato, degli intrusi malintenzionati, la carneficina finale.

Con una copia dei «Tre Moschettieri» di Dumas utilizzata come arma impropria. Facile vedere Christoph Waltz, Samuel Jackson, Michael Madsen, Tim Roth e Bruce Dern nel cast del film che non verrà girato. Tarantino ha incolpato della diffusione del file uno tra Madsen e Dern. Che avrebbe inoltrato la sceneggiatura al suo agente, che l'ha poi mandata «a tutta Hollywood». E da lì, al resto del mondo.

 

 

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