TASSISTI ALLERGICI ALLE TASSE – “LE IENE” SVELANO I DATI DELLE DICHIARAZIONI DEI REDDITI DI CHI GUIDA I TAXI NELLE PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE – A ROMA GLI AUTISTI DICHIARANO IN MEDIA 6.239 EURO L’ANNO, A MILANO 11.410, A NAPOLI 10.889 – ALLORA COME MAI I PREZZI DELLE LICENZE VANNO DAI 120 AI 160 MILA EURO? – TUTTI I TRUCCHI DEL MESTIERE PER NON FAR RISULTARE L’INCASSO EFFETTIVO: “QUANDO TU STAI VERSO IL 20 DEL MESE, STACCHI IL POS, AI PASSEGGERI DICI CHE NON FUNZIONA E TI DEVONO PAGARE IN CONTANTI. TE FAI ER NERO…” – VIDEO
GUARDA QUI IL SERVIZIO DELLE IENE SULLA'EVASIONE FISCALE DEI TASSISTI
Da https://www.iene.mediaset.it/
I dati sulle dichiarazioni medie dei tassisti intesi come persone fisiche con partita iva delle maggiori città italiane nell’anno 2021 dicono che: a Roma per 3.896 taxi la dichiarazione al fisco è in media pari a 6.239 euro l’anno. A Milano 1.961 vetture avrebbero dichiarato in media 11.410 euro l’anno, a Bologna per 319 taxi la media è pari a 9.642 euro l’anno, a Firenze 366 titolari di licenza dichiarano 5.238 euro l’anno, a Napoli 132 tassisti hanno dichiarato una cifra pari a 10.889 euro l’anno e, infine, a Palermo 211 conducenti dichiarano 5.831 euro l’anno.
Continua l’inchiesta de Le Iene sul mondo dei taxi concentrandosi, questa volta, sul tema dell’evasione. Si è parlato spesso dell’avversione di molti tassisti italiani all’uso del Pos da parte dei loro clienti, denunciata anche da personaggi pubblici nei mesi scorsi sui loro social (Silvia Salis, Carlotta Ferlito, Ema Stokholma, tra le altre).
Perché è così sgradito l’utilizzo dei dispositivi che permettono pagamenti con carte? E perché molti tassisti sono così contrari alla geolocalizzazione delle loro corse? Nel servizio andato in onda martedì 9 maggio se lo chiedono Nicolò De Devitiis e Marco Occhipinti che hanno provato a comprare delle licenze in vendita tra Roma e Milano, documentando tutto quello che c'è da sapere tra prezzi ufficiali, pagamenti in nero, incassi tracciati e “trucchi” del mestiere per non far risultare parte dei guadagni.
I prezzi delle licenze vanno tra i centoventi e i centosessantamila euro. Ma se un tassista ogni anno in media guadagna quando dichiara - a Roma circa settemila e cinquecento euro e a Milano circa tredicimila euro - com’è possibile che una licenza taxi poi sia venduta a prezzi così alti?
Il dialogo con il primo tassista interpellato spiega in quanto tempo dall’acquisto della licenza, che nel suo caso è stata messa in vendita per 135 mila euro, si comincia a guadagnare: “Tutte le tasse andrai a pagare intorno a 600 euro. Io quando la presi in lire erano 210 milioni, in tre anni mi ero pagato la licenza, al quinto anno mi ero comprato casa e al settimo anno mi ero comprato un pezzo del garage, poi mi sono comprato un'altra licenza”.
Ma già a partire dal pagamento c’è qualcosa che non va: “Te dico subito che 30 non devono manco figurà, perché tanto, dovunque vai, è così. Almeno 100mila euro netti me li fai pigliare, me li dovresti dare contanti, come ho fatto io ai tempi”.
Un secondo tassista, che ha messo la sua licenza in vendita per 140.000 euro, fa capire come si fa a recuperare, fuori dalla legalità, un investimento così importante: “Ci sono i contanti, non è che tu devi per forza scrivere che hai incassato 80 euro. I trucchetti sono questi, tu dichiari una cifra, diciamo congrua, non è che puoi dire che non hai incassato niente, quindi devi comunque dichiarare e decidi che stai sotto i 20mila euro, poi, paghi un tot percento.” Il terzo tassista spiega come fare con tutto il resto dei soldi incassati oltre il totale dichiarato: “Se tu cominci a fare tutto bancomat, bancomat e bancomat, cioè non è che puoi dichiarare 80 euro al giorno.”
Un altro tassista aggiunge qualche dritta: “Guarda stammi a sentire, ma che rimane fra di noi, tu in genere al mese vai su 5-6mila euro se lavori normalmente, cioè ti fai 3 giornalieri e 2 notturni poi te ne puoi stare a casa due giorni e tiri su 5-6mila euro al mese, però devi cercare di pigliare i contanti, nel senso poi la gente può pagare pure con il pos però quando tu stai verso il 20 del mese stacchi il pos, gli dici che non funziona e ti devono pagare in contanti, li avvisi prima di salire in macchina e loro devono darti i contanti, capito? Se gli va bene montano se no ne cerca un altro. Te fai il nero.”
In tutto a Roma l’inviato ha provato a comprare cinque licenze da tassiti diversi e tutti hanno ammesso di incassare al mese di più di quanto dichiarato in media in un intero anno. A Milano invece come funziona?
Il primo tassista incontrato spiega: “Io la vendo a 160 questo è un bel lavoro, perché sei autonomo, più lavori, più guadagni. Lo ammortizzi in 4 anni, sotto i 2mila netti non ci vai, lavorando poco, 5 giorni a settimana. Allora il mio turno è 8-18 ho iniziato sta mattina da malpensa, adesso senza sbatti ho 230 euro in tasca se tu fai un turno tipo 12-22 guadagni molto di più di quello che posso guadagnare io. Se tu hai voglia compri una macchina di un certo tipo ti fai il culo eccetera 8mila-9mila.
E un altro tassista milanese aggiunge: “Se parliamo di incassi 300 euro al giorno li fai, però non devi fare la mattina dalle due alle tre a mezzanotte, l’una. È il turno più redditizio perché hai la notturna dalle 9. Un anno sono arrivato a incassare 90mila euro. poi dopo si dichiarava un po’ più della metà. Poi, spiega anche come non lasciare traccia per possibili accertamenti del fisco: “...perché hai 300 euro di benzina, più fatture metti li e piu devi dichiarare perché io non metto mai lì le fatture del gommista, del lavaggio macchina me la lavo io con la canna non me ne frega un cazzo… il gommista cambio gomme, cazzo volete da me? cioè io cambio le gomme ma non lo dichiaro, non mi interessa. 6mila euro li porti a casa, lavori 25 giorni al mese. il fisco vive e lascia vivere.
Insomma, se si vuole essere lasciati in pace dal fisco meglio non documentare benzina, lavaggio e cambio gomme.
A Roma e a Milano la storia sembra essere sempre la stessa, incassi alti, dichiarazioni basse, Pos da usare fino ad un certo giorno del mese, e poi solo pagamento in contanti.
Dopo una serie di casi documentati di scuse di vario tipo addotte da tassisti romani per giustificare il mancato utilizzo del Pos (“Sorry madame, i finish the battery” o anche “Sorry sir the pos is broken”) Le Iene incontrano un tassista che, in creatività, supera i suoi colleghi.
Prelevato i turisti a Fiumicino e arrivato a destinazione non solo chiede il doppio della tariffa prevista ma s’inventa una scontistica del tutto particolare: “It’s less price, whit the card 45, the cash 40”. Con la carta il pagamento è di 45 euro, con i contanti diventa 40 euro, cinque euro in meno. Il tassista fugge via senza dare spiegazioni alla Iena che conclude “Sembra solo a noi o c’è qualcosa che non torna?”.
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