OCCHIO AL FARAONE – SAWIRIS HA QUALCHE MILIARDUCCIO DA INVESTIRE E POTREBBE FARLO IN TELECOM ITALIA, AL POSTO DELLA VIVENDI DI BOLLORÈ – A FARE DA UFFICIALE DI COLLEGAMENTO TRA I DUE IL SOLITO TARAK BEN AMMAR
Fabio Tamburini per “CorrierEconomia - il Corriere della Sera”
In scena ci sono una strana coppia e l’ufficiale di collegamento che, da sempre, ha dimostrato di essere il personaggio ideale per costruire alleanze di peso. La strana coppia, per il momento ancora da sposare, è formata dal finanziere bretone Vincent Bolloré, presidente e maggior azionista di Vivendi, pronta per diventare il primo socio di Telecom Italia rilevando l’8,2 per cento ceduto dalla spagnola Telefonica, e dal magnate egiziano Naguib Sawiris, in passato proprietario di Wind e da sempre interessato alle telecomunicazioni italiane.
BLAIR IN VACANZA IN COMPAGNIA DI SAWIRIS
L’ufficiale di collegamento è Tarak Ben Ammar, l’imprenditore franco-tunisino che è al tempo stesso riferimento tradizionale di Bolloré e perfino socio di Sawiris. L’oggetto dei desideri è Telecom che, dopo la rottura con Telefonica e la scelta di vendere dei soci italiani (Intesa Sanpaolo, Generali, Mediobanca), deve trovare un nuovo assetto azionario. In platea, ma pronto per avere un ruolo in commedia, c’è Claudio Costamagna, banchiere di lungo corso con 18 anni di esperienza in Goldman Sachs e candidato alla presidenza della Cassa depositi e prestiti, impegnata nel piano nazionale per la banda larga in fibra ottica.
Interesse
L’interesse di Sawiris verso Telecom Italia è come un fiume carsico che, con intervalli di mesi, riaffiora. L’imprenditore egiziano ha incassato circa 2 miliardi di liquidità cedendo Wind ai russi di Vimpelcom nel 2011, non ha fatto investimenti particolarmente impegnativi e dispone di risorse in abbondanza.
Nelle settimane scorse ha acquistato Seat Pagine Gialle per integrarla con Italiaonline, la prima internet company italiana, a cui fanno capo i portali Libero.it e Virgilio.it, cogliendo l’occasione per una dichiarazione emblematica. Il gruppo, dice Sawiris, «ha un impegno a lungo termine in Italia, che si traduce nella volontà di continuare a partecipare allo sviluppo del settore tmt e nell’interesse ad esplorare ulteriormente le grandi opportunità che il Paese ha da offrire».
Mancano riferimenti diretti a Telecom Italia che peraltro, in passato, il magnate egiziano non ha evitato di fare. La sortita più recente è stata nell’aprile dell’anno scorso. Alla domanda se era determinato a diventarne azionista la risposta è stata: «Si, lo sono». In più ha aggiunto un passaggio personale da non trascurare: «Io investo con passione - ha detto - non sono un hedge fund di New York. Mi piace farlo dove mi sento a mio agio: in Svezia o Danimarca avrei qualche problema, in Italia no: è come essere a casa».
In precedenza Sawiris aveva fatto dichiarazioni altrettanto esplicite. Tanto che Antonio Catricalà, all’epoca viceministro con delega alle comunicazioni, aveva ritenuto opportuno dargli credito: «Ben venga se ci mette soldi», ha commentato nel gennaio 2014.
Pazienza
Merita di essere ricordata anche un’altra battuta di Sawiris: «Un amico francese sostiene che la pazienza non è parte della mia strategia - ha detto nei mesi scorsi - ma in questo caso saprò averla». Un altro amico, francese soltanto a metà, Tarak Ben Ammar, gli sta dando una mano. Il rapporto tra i due è di antica data, consolidato in tempi recenti da un investimento incrociato: Sawiris ha venduto a Tarak il network televisivo egiziano OnTv, diventando azionista della holding di quest’ultimo, la Quinta communications Italia. L’obiettivo, dichiarato, è la creazione di sinergie tra media arabi.
Proprio l’amico e socio Tarak è il collegamento ideale di Sawiris con Bolloré, per il quale Telecom Italia rappresenta una opportunità ma anche qualche problema da risolvere. A partire dall’opposizione interna a Vivendi all’aumento della presenza nell’azionariato. La vendita della brasiliana Gvt a Telefonica ha permesso una plusvalenza così interessante che nessuno ha avuto niente da ridire e l’acquisto della partecipazione in Telecom faceva parte del pacchetto.
Ma l’impegno in forze nelle tlc italiane è un discorso diverso che, tra l’altro, contraddice la scelta strategica fatta dal gruppo Vivendi negli anni scorsi di liquidare tutte le partecipazioni nel settore. La conferma, sia pure indiretta, che il problema si pone è arrivata dallo stesso Bolloré. «Adoro l’Italia - ha detto nei giorni scorsi - ma non sono l’unico a votare e almeno metà del consiglio di sorveglianza del gruppo (Vivendi, ndr ) pensa che non è una buona idea».
Il capitolo più delicato delle scelte che Telecom deve fare riguarda gli investimenti nello sviluppo della fibra ottica, terreno di duro scontro tra il vertice attuale della compagnia e il presidente uscente della Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini. E qui Sawiris può prendersi il merito di avere anticipato i tempi dichiarando, nel dicembre 2009, che «bisogna scommettere 3 miliardi di euro su una rete nazionale in fibra ottica per le tlc italiane».
TARAK BEN AMMAR BOLLORe? PADRE E FIGLIA
Diversificazioni
Chi conosce bene Sawiris, proprietario di Orascom, holding diversificata a tutto campo, dalle costruzioni all’ information technology , dalle ferrovie al settore alberghiero, dice che non ha cambiato idea e che è pronto a investire la grande liquidità di cui dispone sul mercato italiano.
Chi potrebbe festeggiare è Costamagna che, se verrà nominato presidente della Cdp, avrebbe la possibilità di esordire riaprendo il confronto con gli azionisti della nuova Telecom per coinvolgerla nel piano nazionale della fibra ottica, superando la rottura che si è consumata tra Bassanini e il vertice attuale della società.