“TI AMO, E L’OSAI”, ‘’SEI UNA RACAZZA BELLISSIMA’’, ‘’VORREI DI STARTI VICINO NEL TUO CAMINO’’ - PERLE DAL MITICO GRUPPO FACEBOOK “SCARTARE CORTEGGIATORI E POTENZIALI AMANTI PER GLI ERRORI GRAMMATICALI”
Stefano Bartezzaghi per "l’Espresso", ripreso da "il Foglio del Lunedì"
«Sei una racazza bellissima». «Un corpo da bazzire». Una gallery del sito repubblica. it ha pescato un buon numero di perle dal già mitico gruppo Facebook «Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori grammaticali». Prima di Natale il gruppo è arrivato a 80 mila iscritti. Ha incominciato mostrando scritte sui muri e ora è arrivato agli screenshot degli scambi di sms e what’s app: «ai what app?» «no» «ai foto sexy?» «No. Ho qualche H, la vuoi?».
Il motto del gruppo è «Ha stato il T9», con cui evidentemente un disgraziato ha provato a giustificare ortografia e sintassi di messaggi precedenti. È un campo di studi di grande suggestione e incessante incanto. Nel corteggiamento si chiede il meglio da sé stessi. Come i grandi scrittori che provano a esprimere l’inesprimibile e a cogliere l’ineffabile, il corteggiatore (quasi sempre maschio) forza il suo linguaggio, cerca di mandarlo all’altezza del sentimento che prova o simula di provare e lì, fatalmente, inciampa: «La pellicola può immortalare un abbraccio, ma solo l’anima è capace di conservare l’emozione che si ha provato in quel momento».
Se la ragazza, o «racazza», ha seguito con qualche profitto almeno la scuola dell’obbligo, strafalcioni e assurdità possono muoverla a derisione, che è la passione più nemica di ogni erotismo. Parole, parole, parole... Egli pensa di corteggiare come si deve, secondo l’immortale modello televisivo di Alberto Lupo, ma finisce nei panni di Diego Abatantuono: «Profumi così tanto di vaniglia che potrei appenderti in macchina al posto dell’ambre magique».
Egli si dichiara in totale buona fede: «cerco la more»: more and more and more. È spesso una questione di apostrofi: se il bacio è un apostrofo rosa, e se l’apostrofe è l’appello accorato al destinatario, sugli e sulle apostrofi l’amante fa spesso confusione: «Ti amo, e l’osai». E prima di sussurrare un definito e rivelatorio «grazie desistere» avrà trovato il modo di rassicurare la sua fiamma d’amore: «Vorrei di starti vicino nel tuo camino».