ilaria cavo toti fratelli testa

“TOTI MI HA DETTO DI DARE UN PO’ DI VOTI A ILARIA. ALLORA STIAMO DIROTTANDO 200 VOTI A QUESTA” – LA FRASE DI UNO DEI FRATELLI TESTA, ESPONENTI DI FORZA ITALIA INDAGATI PER ASSOCIAZIONE FINALIZZATA A FAVORIRE LA MAFIA, NELL’INCHIESTA SUL SISTEMA TOTI, TIRA IN BALLO ILARIA CAVO, EX GIORNALISTA MEDIASET E “PUPILLA” DEL GOVERNATORE LIGURE, CHE LA LANCIO' IN POLITICA - LA CAVO SARÀ SENTITA DALLA PROCURA COME PERSONA INFORMATA SUI FATTI: DISERTO' LA CENA CON I GEMELLI TESTA NONOSTANTE LE SOLLECITAZIONI DI…

Giuseppe Filetto per genova.repubblica.it - Estratti

ilaria cavo

 

Quei quattro, cinquecento voti promessi dai fratelli Arturo ed Italo Testa a Toti ed arrivati dalla comunità dei riesini presenti a Genova, sono andati ad Ilaria Cavo, ex assessora regionale in Liguria, ora parlamentare del centrodestra. Tant’è che Arturo, uno dei gemelli originari di Riesi ma da anni residenti a Boltiere (Bergamo) racconta alla moglie: «Toti mi ha preso da parte e mi ha detto: ascolta, fammi dare un po’ di voti a Ilaria. Allora stiamo dirottando 150, ma anche 200 voti a questa».

 

Ilaria Cavo è la giornalista che ha iniziato la sua carriera come collaboratrice del Giornale a Genova, poi passata a Mediaset e diventata nota per l’intervista in carcere al killer Donato Bilancia.

 

GIOVANNI TOTI - VIGNETTA DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

E prima delle elezioni regionali del 2020 è contraria a scendere a patti con i riesini. Tanto che il deputato forzista Alessandro Sorte di Treviglio raccomanda a Matteo Cozzani (il sindaco di Portovenere che dopo le elezioni diventerà appunto il capo di gabinetto di Toti) di non riferire della conversazione alla candidata, in quanto «non ha capito un cazzo lì...». Lei, in effetti, diserta la cena elettorale con i gemelli Testa malgrado i solleciti di Cozzani: «Ma vieni con Giovanni, dai i santini... È come la mortadella, poca spesa tanta resa. Poi dopo il voto blocchi i numeri e arrivederci».

 

 

ilaria cavo

(...) E però vero che la Procura di Genova ai due fratelli Testa, a Cozzani ed all’ex sindacalista della Fillea Cgil Venanzio Maurici (attualmente è nel sindacato dei pensionati ma dopo gli arresti è stato sospeso) contesta il 416-bis, l’associazione finalizzata a favorire la mafia. Soprattutto perchè Maurici, già prima di questa inchiesta che scuote la Regione Liguria e il centrodestra, dalla Dia è ritenuto il referente a Genova della famiglia Cammarata del Mandamento di Riesi.

 

giovanni toti 5

Da questo spaccato, però, sembra tenersi lontana Ilaria Cavo, anche se si suppone che ne fosse a conoscenza: quando diserta la cena dei riesini al ristorante Punta Vagno del capoluogo ligure, organizzata proprio dai Testa e da Cozzani. A leggere le carte, la parlamentare sarebbe estranea allo scambio di voti ed alla corruzione elettorale che si contestano a Toti, seppure sia stata convocata dai pm come persona informata sui fatti.

 

Ma chi è Ilaria Cavo, planata dal giornalismo alla politica. Lei che da collaboratrice del Giornale nei primissimi anni del Duemila conosce l’assessore regionale Giacomo Gatti, di La Spezia, allora in quota Alleanza Nazionale. I due si sposano. Lui ce l’ha sempre dietro alle cene ed agli incontri in riviera con politici e imprenditori vicini al centrodestra e non solo. Anche se il matrimonio dura poco, gli agganci le consentono di esordire a Primocanale, soprattutto a farsi notare da Bruno Vespa per la conduzione della diretta del G8, così da ottenere una collaborazione con Porta a Porta. “Cronista che graffia”, brava fino a vincere (nel 2002) il premio di giornalismo Saint Vincent.

I GEMELLI TESTA

 

Il salto a Mediaset arriva nel 2006. Qui incontra Giovanni Toti, nel frattempo diventato prima direttore di Studio Aperto, poi del Tg4, soprattutto presentato come il delfino di Silvio Berlusconi. “Folgorata sulla via di Damasco”, nel 2015 segue il candidato presidente della Regione Liguria che la vuole nel suo listino. Viene eletta, diventa assessora regionale con delega alla Comunicazione e Politiche Giovanili. Carattere piuttosto vivace, spesso entra in contrasto con le impiegate di palazzo di piazza De Ferrari. Quattro anni dopo aderisce a “Cambiamo”, il movimento (con poco successo) fondato da governatore, che nel 2020 la rivuole nel suo listino ed è una delle più votate. Riconfermata assessora, però nel 2022 il centrodestra la candida alla Camera dei Deputati sia in Liguria che in Lombardia con “Noi Moderati”. Con successo.

ILARIA CAVOgiovanni toti 1ilaria cavoILARIA CAVO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...