COLTO SUL “FATTO”: ‘’TRA I MOLTI ERRORI DELLA SINISTRA SALOTTIERA C’È QUELLO DI SOTTOVALUTARE PAOLO DEL DEBBIO. UN GENIO MISCONOSCIUTO DEL PICCOLO SCHERMO’’

Andrea Scanzi??? per Il Fatto

 

PAOLO DEL DEBBIOPAOLO DEL DEBBIO

Tra i molti errori della sinistra salottiera c’è quello di sottovalutare Paolo Del Debbio. Un genio misconosciuto del piccolo schermo. Finge di non saperci stare, inciampa sulle parole, veste deliberatamente come un contadinotto sceso con la piena. Sembra l’oste incazzoso che, se osi contraddirlo, ti rompe tibia e perone. Più sembra provvisorio e più funziona, tanto a Quinta Colonna (ottimi share) quanto a Dalla vostra parte (5.6% tre sere fa). Quest’ultima è la striscia quotidiana in prime time.

 

paolo del debbiopaolo del debbio

Teoricamente è il programma rivale di Otto e mezzo, ma non c’entra niente: se a La7 si parla di politica, da Del Debbio l’attualità è un dettaglio. Può scoppiare la Terza Guerra Mondiale, ma l’oste Paolo parlerà sempre di altro. Possibilmente del “problema immigrati” e del benzinaio Stacchio, che sta a Del Debbio come Cogne a Vespa. La narrazione deldebbica, ieri berlusconiano e oggi renziano (cioè sempre berlusconiano), parla alla pancia.

 

raffaella regoli e paolo del debbioraffaella regoli e paolo del debbio

Accusarlo di populismo è come dire che l’acqua è bagnata. Del Debbio sa che le pulsioni più livide del paese stanno, e stagnano, dalle parti leghiste e fasciste: lui le sdogana, fingendo distacco bonario. Nell’osteria Del Debbio la rissa è regola, non rischio. Altrove ci sono i salotti, da lui si urla come nei peggiori bar di Caracas. O di Lucca, che è poi la città natale di Del Debbio. Il quale, da furbacchione, ha scelto come sigla Gaber: “E allora dai”, portata a Sanremo nell’anno in cui morì Tenco.

 

PAOLO DEL DEBBIO E MOGLIEPAOLO DEL DEBBIO E MOGLIE

Scelta non casuale, perché in quel brano Gaber ironizzava già sulle canzoni finto-impegnate. Ecco un’altra cifra di Del Debbio: lui è “basso” ma genuino, mentre gli altri sono fighi ma lontani dal paese reale. Ovviamente non è vero nulla, e Del Debbio lo sa. Ogni puntata è uguale alla precedente e alla successiva. Bastava guardare “Dalla vostra parte” giovedì. C’è sempre una piazza con gente che sbraita, mentre Del Debbio borbotta: “Ma stai calmo, fammi parlare, Dio bono”.

 

Gli ospiti sono scelti con cura: quelli di destra sono efficaci (tipo Salvini), quelli avversi sono improponibili (tipo Martinelli). I servizi vertono su extracomunitari che occupano e rubano. Chiaramente devono essere tutti respingenti, come il viado di Via Padova a Milano che insulta la giornalista. In piedi, Del Debbio lancia scudisciate a caso contro la casta: “Questo spazio ci è costato 145 milioni di euro, avete capito? Roba da matti. T-r-e-c-e-n-t-o miliardi di lire!” (il pubblico di Rete4, a volte, ragiona ancora in lire).

premio biagio agnes   paolo del debbio e signorapremio biagio agnes paolo del debbio e signora

 

Imperdibile lo spazio “Perle del giorno” dedicato agli sprechi: lo Stato ruba e Del Debbio è l’indomito Savonarola delle casalinghe. Poi, d’improvviso, la “buona notizia” finale, tipo l’88enne che ha fatto il record di salto triplo della terza età. Che c’entra? Niente. Quindi va benissimo. L’88enne è collegato al telefono. Del Debbio gli chiede cosa mangi per essere in forma (“Io ho 57 anni e se faccio un salto mi tronco tutte le gambe”).

 

premio biagio agnes   antonio martusciello, paolo del debbio e gerardo grecopremio biagio agnes antonio martusciello, paolo del debbio e gerardo greco

Solo che il vecchietto salta bene, sì, ma probabilmente è sordo come una campana perché le domande non le sente. Pazienza: in collegamento c’è la Meloni, che ultimamente ha avuto una svolta fashion e suole pettinarsi come Brenda Walsh di Beverly Hills. Un bel miglioramento, anche se giovedì indossava un golfino grigio sensuale come un topino morto. La Meloni è di casa da Del Debbio, infatti lo chiama “Paolo”. Lui se la ride, e ne ha motivo: è il tribuno che la destra ha sempre sognato, perfetto per questi tempi soporiferi e intolleranti.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…