TRANI DI NOTTE - DA FIORELLO A JOVANOTTI A DAGO, IL RICORDO DI MARCO TRANI NEL LIBRO INTITOLATO "ANNI VINILICI" SCRITTO DA CORRADO RIZZA - IL NOSTRO PIU' GRANDE DJ CHE SUONAVA I DISCHI COME FOSSE UN MUSICISTA VERO E FECE GIRARE LE NOSTRE NOTTI A 33 GIRI - FIORELLO: "MI RICORDO DI UN MIO AMICO DISPERATO PERCHÉ GLI AVEVANO FREGATO LA MACCHINA: NON PER LA MACCHINA, MA PERCHÉ DENTRO C'ERA LA CASSETTA DI MARCO TRANI"
Marco Trani Roberto Dagostino e Claudio Rizza
Giorgiana Cristalli per Ansa
"Mi ricordo di un mio amico in Sicilia che era disperato perché gli avevano fregato la macchina, ma non per la macchina, ma perché dentro c'era la cassetta di Marco Trani!": così Fiorello racconta il mitico dj, scomparso il 21 settembre 2013, nel volume a lui dedicato dal fraterno amico e collega Corrado Rizza, intitolato “Anni vinilici - Io e Marco Trani” (Ed. Vololibero, 202 pp., 16.50 euro), in uscita il prossimo 27 settembre.
Da Jovanotti a Roberto D'Agostino e Mauro Ferrucci, tanti personaggi e disc jockey considerano Marco Trani "il più grande dj del mondo". Romano, iniziò giovanissimo a collaborare come fonico e speaker nelle prime radio private capitoline. Ad appena 18 anni approdò al mondano e trasgressivo “Easy Going”, prima di lasciarsi affascinare dall'avvento delle nuove tecnologie che lo avrebbero proiettato nei migliori club.
Il volume raccoglie ricordi e aneddoti degli anni Settanta e Ottanta con molte foto e, in appendice, un dizionarietto "per scoprire o ricordare" ricco di nomi e di parole chiave, a partire da “Acid house” e “Acid jazz”. Lorenzo Cherubini, che nel frattempo per tutti è diventato Jovanotti, racconta: "Ero a Roma e a Roma c'erano i grandi dj, io li mangiavo con gli occhi quando li incontravo nei negozi di dischi import.
Per me erano più leggendari dei Rolling Stones ed erano lì davanti a me, si svegliavano all'ora di pranzo quando io tornavo da scuola, facevano quello che io sognavo di fare" ma "uno di loro aveva un carisma diverso, più notturno degli altri, le cassette con le sue selezioni di pezzi giravano come oggetti preziosi, introvabili", scrive ancora Jovanotti di Marco Trani.
E aggiunge: "Mixava la disco con il jazz, la fusion, il funk e l'elettronica, non metteva mai cose che tutti avevano nelle orecchie. Suonava i dischi come fosse un musicista vero e proprio". Anche per questo è considerato il maestro dei più grandi dj italiani, dallo stesso Jovanotti a Claudio Coccoluto.
Il giorno della sua morte, sui social Albertino ricordava Marco Trani come "una leggenda" mentre Coccoluto scriveva: "Hai fatto girare il mondo a 33 giri e ho imparato tutto da te".
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