TRANSENNATE LE LIBRERIE! FARINETTI SI È DATO ALLA POESIA: UN PO’ VORREBBE ESSERE GIANNI RODARI MOLTO TONINO GUERRA, IN REALTÀ APPARE COME BRUNELLO ROBERTETTI, IL POETA DI CORRADO GUZZANTI – CON UN “FILETTO DI BACCALÀ/ DISSALATO LENTAMENTE/ E COTTO AL FORNO/ SENZA NIENTE” FA SUBITO SEMBRARE JOVANOTTI WALT WHITMAN
Marco Ciriello per “il Messaggero”
Il nasello lesso alla napoletana racconta Aldo Buzzi viene servito come un anello, la coda chiusa nella piccola bocca da squalo, contornato da quarti di limone. Ed è l' immagine che dà Quasi (La nave di Teseo) il libro di poesie/pensieri di Oscar Farinetti.
E, nonostante nella postfazione Massimo Donà scomodi Don Chisciotte, Giordano Bruno e Giacomo Leopardi per un «filetto di baccalà / dissalato lentamente / e cotto al forno / senza niente», il risultato non solo è scarso, ma grottesco.
Canta Farinetti di vita e imperfezioni e fa sembrare Jovanotti un Whitman, scambia l' amico Sandro (Baricco) che gli spiega lo Storytelling per Omero: «Un fatto se non è raccontato / non esiste / detto da lui non è più una opinione»; prende per mano Eugenio (Montale) e Pablo (Neruda) colleghi di versi: «Quante volte vi ho immaginato / a chiacchierare, voi due. / Ok ok me ne vado / Scusate, vi lascio tranquilli / Grazie»; si rivolge al Papa che prima gli era sembrato marketing dopo no: «Poi hai incominciato a parlar di terra, / di migranti e di rispetto. / Ti sei schierato con una potenza che mi ha / colpito il petto»; a Guevara: «Il Che / ma quanto era figo il Che / quanto è figo»; un po' vorrebbe essere Gianni Rodari molto Tonino Guerra, in realtà appare come Brunello Robertetti il poeta di Corrado Guzzanti o nel migliore dei casi il cameriere ne La cena di Ettore Scola, ammonito da Vittorio Gassman: «Un casino. Tu stai ancora alle rime». E dopo, indicandogli un verso: «Senti come è bolso, come è banale».