LA GIOVENTÙ VECCHIA - LA STILISTA DEL PUNK, VIVIENNE WESTWOOD ATTACCA LA SUA LONDRA E LONDRA INCASSA: “QUESTA CITTÀ HA VENDUTO L'ANIMA ALL'OMOLOGAZIONE. PER STRADA VEDO SOLO DONNE TUTTE UGUALI. ECCO FORSE SOLO LE SETTANTENNI COME ME RIESCONO ANCORA A DIRE QUALCOSA. MA LE GIOVANI PROPRIO NO” - PER FORTUNA CHE ELISABETTA (LA REGINA) C'È, SOSTIENE LA STILISTA: “MAI LA GENTE SI È VESTITA PEGGIO DI COSÌ. TUTTA COLPA DEL FAST FASHION: TUTTI COMPERANO E COMPERANO SENZA GUSTO E PERSONALITÀ”…
Paola Pollo per il "Corriere della Sera"
Vivienne Westwood attacca la sua Londra e Londra incassa: «Questa città ha venduto l'anima all'omologazione. Per strada vedo solo donne tutte uguali - si è sfogata l'ex regina del punk -. Ecco forse solo le settantenni come me riescono ancora a dire qualcosa. Ma le giovani proprio no». Per fortuna che Elisabetta (la regina) c'è, sostiene la stilista. La sentenza della milady è feroce: «Mai la gente si è vestita peggio di così. Tutta colpa del fast fashion: tutti comperano e comperano senza gusto e personalità ».
Guardare per credere: quattro passi fra Oxford Street e Bond Street e Regent Street ed è tutto solo uno stivaletto e uno short o skinny jeans o miniabito. In mano i sacchetti di Primark (catena super cheap) e Top Shop e Cos e H&M e Zara.
Così parlò la stilista. Così a zonzo fra i comuni mortali. Traduzione nel rutilante mondo della moda? Più praticità e meno sregolatezza. I tempi lo consigliano. Così fanno i nuovi padroni di Belstaff, gli svizzeri del gruppo Labelux (di Harry Slatkin e Tommy Hilfiger): cancellate tutte le velleità hollywoodiane (la griffe ha corteggiato per anni solo e soltanto attori macho e selvaggi) degli ex proprietari, avanti con un progetto very british-chic con le giacche icone (le dure da strada, la Road e la Trial Master) raffinate in silhouette (slim e leggere) e materiali (coccodrillo, pitone, sharling).
Uno stilista molto preciso, Martin Cooper (sedici anni in Burberry), e ligio: «Non ho fatto altro che prendere i capi dell'archivio e rivisitarli in chiave moderna». Chiamasi ri-lettura del proprio dna. «Ci posizioneremo nel lusso quello vero - è l'obiettivo del Ceo Slatkin - con apertura imminenti a Londra e Milano. Dal prossimo anno la passerella, in Italia dove resterà tutta la nostra produzione artigianale».
E di lusso e stralusso si continua a parlare anche da Burberry dove Christopher Bailey prosegue il suo viaggio nell'Inghilterra fatta di tweed e velluto, sherling e pelle, trench e parka, giacchette avvitate e pull, coppole e fiocchi, gonne sotto il ginocchio che ricordano quelle delle cavallerizze e stivaletti. Colori inglesi e autunnali, attitudine rilassata ma colta: verrebbe da dire una lady dandy. Perché si saranno anche un po' omologati gli inglesi, ma da qui a perdere la loro attitudine british la strada è molto lunga.
«Questa è Londra, questa è la Gran Bretagna», diceva Stella McCartney, l'altra sera, ricevendo in una chiesa sconsacrata nel Mayfair. Duecento eletti, divisi in quattordici tavole rotonde, a una delle quali, tra Stella e la direttora di Vogue Anna Wintour, stavano sedute le belle fra le belle: Rihanna, Kate Moss, Jasmine Le Bon (con Simon), Shalom, Stella Tennant e Amber Valletta. Spettacolo con il mago Klock e sfilata/dance a sorpresa con modelle e modelli mescolati agli invitati e che a metà cena si alzano urlando e dando vita a una danza molto calda.
Presentata una collezione di abiti da sera eleganti e moderni: sete stretch e gonne a palloncino, abiti di jersey e tulle color carne a creare giochi di scollature olimpioniche molto seducenti. In alto, in piccionaia un pubblico di serie B non troppo felice di starsene lassù a guardare gli eletti tra portate al tartufo e champagne.
Finisce a tarallucci e vino, infine l'allegra sfilata di Moschino Cheap&Chic che Rossella Jardini ha voluto portare a Londra per motivi che hanno a che fare con ragione e sentimento: un mercato che c'è da sempre (Lady D era una affezionata cliente) e una passione che legava Moschino a questa città .
Ed è fresca e facile gioiosa la sfilata fatta di decolleté di vernice colorata e il tacchetto a rocchetto e poi gonne a palloncino o svolazzanti, cappottini anni sessanta, abiti svelti. Il make up ispira e conduce: i colori sono quelli degli smalti, del fondotinta e degli ombretti. E per stampe: occhi truccati e bocche dipinte.





