ARRIVA CRISTINA (D’AVENA) E RICANTA "POLLON" CON J-AX, "JEM" CON EMMA, “OCCHI DI GATTO” CON LA BERTE': "ERO SICURA CHE LOREDANA NON AVREBBE ACCETTATO. AL TERMINE DELLA REGISTRAZIONE MI HA DETTO: 'MI SONO LIBERATA" – POI PARLA DI SANREMO, DEI FIGLI CHE NON E’ RIUSCITA AD AVERE E DEL DUETTO DEI SOGNI CON RENATO ZERO... - VIDEO
Teresa Ciabatti per la Lettura – il Corriere della Sera
Per festeggiare i trentacinque anni di carriera, Cristina D' Avena esce con un nuovo disco Duets. Tutti cantano Cristina (prodotto da Warner Music) dove duetta con i grandi cantanti del momento, molti dei quali giovanissimi, cresciuti con le sue canzoni. «Li ho portati nel mio mondo» dice la D' Avena riferendosi agli amici che hanno collaborato al disco (in ordine di apparizione): J-Ax, Giusy Ferreri, Francesca Michielin, Loredana Bertè, Baby K., Arisa, Annalisa, Emma, Michele Bravi, Elio, La Rua, Noemi, Benji & Fede, Chiara, Ermal Meta, Alessio Bernabei.
Dunque qual è il mondo di Cristina D' Avena?
«Un mondo colorato in cui si è sempre felici. Un mondo popolato di pirati, ragazze magiche come Creamy, e piccoli amici blu».
Come nasce «Duets»?
«Da un' idea della Warner. Io ho dovuto selezionare sedici brani, cosa non facile avendo nella mia discografia più di 750 canzoni. Avevo sempre la sensazione di lasciare fuori un pezzo importante, e alla fine è stato inevitabile. Dopo Duets volume uno, ci vorrebbe un volume due, tre, quattro, e ancora, e ancora».
Scelte le canzoni, che è successo poi?
«Ho assegnato i brani a ciascun cantante, molti però mi hanno chiesto di cambiare».
Perché?
«Tra le mie canzoni esisteva quella che meglio rappresentava la loro infanzia, che ascoltavano e riascoltavano da bambini. Per esempio Lady Oscar per Noemi, che al suo primo compleanno è stata mascherata proprio da Lady Oscar, o Sailor Moon , che si sono contesa Annalisa e Chiara».
Ha vinto Chiara.
«Mi ha raccontato che da bambina voleva essere Sailor Moon, a scuola la chiamavano Sailor. In tasca teneva sempre la bambolina di Sailor che ha portato con sé anche a Sanremo, il suo portafortuna.
Come potevo non assegnarla a lei?».
Altri cambiamenti?
«Per Michele Bravi avevo scelto La canzone dei Puffi , la prima versione. Lui ha preferito I Puffi sanno , perché è quella con cui è cresciuto».
Quante versioni esistono dei «Puffi»?
«Dodici. La dodicesima è la versione dance di Noi Puffi siam così , colonna sonora del film I Puffi. Viaggio nella foresta segreta , dove io, oltre a cantare, doppio Mirtilla, la capa delle Puffe».
Come è stato doppiare Mirtilla?
«Nella versione originale la voce era quella di Julia Roberts, un confronto che mi ha spaventata molto. Per fortuna è andata bene, del resto chi conosce meglio di me i Puffi? Mi sento parte del loro mondo».
Invece: in che modo ha convinto Loredana Bertè a cantare «Occhi di gatto»?
«Ero sicura che non avrebbe accettato, e invece, quando l' ho chiamata era in treno, le ho proposto il duetto, e lei ha iniziato a cantare a squarciagola: "Tre ragazze bellissime, tre sorelle furbissime...", ha cantato Occhi di gatto per intero, anche l' acuto».
Che cosa ha provato a duettare con la Bertè?
«Al termine della registrazione Loredana ha detto "mi sono liberata"».
Che intendeva?
«Forse che era tornata bambina, magari la bambina che non è stata e che sarebbe voluta essere. O forse quelle parole del testo "son tre sorelle... riescon sempre a fuggire, e nel nulla sparire".
Magari quelle parole l' hanno portata indietro».
A lei capita di tornare indietro?
«L' infanzia non si dimentica. Anche se non è stata meravigliosa, rimane comunque il momento più personale, il tempo in cui siamo stati noi nella forma più pura. Se abbiamo problemi, se siamo tristi, ci rifugiamo con la memoria laggiù».
C' è un periodo preciso a cui lei torna?
«Agli anni di Kiss me Licia , anni magici. Ho lavorato con grandi attori di teatro, mi sono dovuta trasferire a Milano, per me era tutto nuovo e emozionante.
Da una parte c' era la tristezza del primo vero distacco dalla famiglia, dall' altra la gioia della nuova avventura. Giravo per Milano con la guardia del corpo, ricordo le persone che mi fermavano per strada.
Molti mi chiamavano Licia».
In quale dei suoi personaggi s' identifica di più?
«Forse in Creamy. La bambina che dopo aver ricevuto i poteri magici si trasforma in cantante di successo».
In chi si trasforma Cristina?
«In me stessa. Io riesco a essere bambina e donna insieme, non mi accorgo più quando cambio, è un' alternanza naturale. Torno bambina, e divento donna di continuo».
Che bambina è stata?
«Se pensa che per il compleanno ho sempre avuto la doppia festa. La prima con i colleghi di papà che era medico: il primario, l' ortopedico, l' anestesista. La seconda con i compagni di scuola. Per gli undici anni provai a protestare, ma niente. Anche quell' anno doppia festa.
Per papà il mio compleanno era un momento anche suo, la festa della sua bambina».
Ricordi di quel compleanno?
«L' ultimo da figlia unica. Pochi mesi dopo nasceva mia sorella».
E?
«Era molto buona, dormiva sempre, così tutti a dire quant' è buona, non piange mai. Allora io di nascosto mi avvicinavo e le pizzicavo un piede. Lei si svegliava, piangeva. A quel punto l' intera famiglia si precipitava da lei, e io rimanevo sola, ottenendo l' effetto opposto. È successo anche che gli amici dei miei genitori mi chiedessero: "Cristina, ti sposti un attimo?". Per fotografare mia sorella».
Quante volte le è capitato nella vita di non essere al centro dell' attenzione?
«Solo quell' anno. Un anno dietro le quinte, un anno lunghissimo».
Poi?
«Poi mia sorella è cresciuta, e io sono tornata al centro. Oggi Clarissa è la mia vita, la mia famiglia. L' ho sempre amata, da piccola era la mia bambola. La cambiavo, la vestivo».
Ha avuto molte bambole?
«In particolare ne ricordo una, la Patatina , che sto cercando ovunque da sette anni, nei vari scatoloni, del resto abbiamo traslocato diverse volte. Ma prima o poi la ritroverò, perché io non butto niente. Quaderni di scuola, disegni, diari. Ora per esempio i fan mi chiedono di condividere il diario del liceo, un diario di Holly Hobbie su cui annotavo i pensieri».
In quale luogo conserva gli oggetti del passato?
«In un magazzino fuori Bologna. Lì ci sono i miei vestiti di scena da quando avevo tre anni ad adesso, dai tempi dello Zecchino d' Oro insomma».
Dopo lo Zecchino d' Oro, lei entrò nel coro dell' Antoniano.
«Con Cino Tortorella dovevamo festeggiare insieme le 60 edizioni dello Zecchino d' Oro, ma lui è morto poco prima. Ora è lassù con Mariele (Ventre, direttrice del Coro dell' Antoniano, ndr ). A Cino ho sempre detto: "Il vero Puffo sei tu, blu da inizio carriera"».
Lei ha viaggiato il mondo con l' Antoniano, giusto?
«Ricordo una volta in Germania, avevo tre anni, e con me c' era Valter Brugiolo che cantava Popoff . Per strada mi fermo davanti a una vetrina di giocattoli: una bambola che mi guardava, mi aveva scelta. E io, che non ero capricciosa, sono scoppiata a piangere perché la volevo.
Mia madre dovette tornare indietro a comprarla. Me lo ha sempre rinfacciato: "Mi hai fatto tornare indietro coi frati"».
Di nuovo le bambole, come si chiamavano le sue?
«Io non davo nomi. Loro erano semplicemente le mie bambole».
Cristina D' Avena non ha avuto figli.
«Mi sono persa. Sono stata così amata, coccolata, così tanto bambina, che ho continuato a sentire di avere molto tempo davanti per realizzare quello che altri avevano fretta di concretizzare».
Che è successo poi?
«Il tempo si è accorciato. E io non me ne sono accorta. Ora è rimasto uno spazio piccolissimo, diciamo che al momento solo un miracolo di Dio...».
Rimpianti?
«Se questo mestiere fosse stato solo un lavoro, mi sarei fermata per avere un figlio. Sarei stata capace di ragionare e pianificare. Invece sono stata travolta dal pubblico, dai tanti bambini che non mi facevano sentire la mancanza di qualcosa di mio, dai fan che mi chiedevano di non tradirli mai, nel senso di non crescere. Sa le volte che mi hanno proposto Sanremo? Io non ho mai voluto, sapevo che il pubblico non mi avrebbe accettata diversa da quello che sono sempre stata.
Sono rimasta fedele a loro, e a me stessa.
E grazie alla mia coerenza posso ancora essere un punto di riferimento per molti».
Quei bambini però sono cresciuti.
«Qui si sbaglia. Il mio pubblico è composto da bambini di ieri, e da bambini di oggi, che sono i figli. Sa in quanti ragazzi hanno le mie canzoni come suoneria del cellulare? E parlo di ventenni».
È riuscita a fare una magia come uno dei suoi personaggi?
«Ho reso l' infanzia eterna. Una grande responsabilità. So bene che quando una mamma viene da me, e dice al figlio: "Ti presento Cristina D' Avena", poi ci sono io, io con delle responsabilità perché i bambini si aspettano delle risposte da me».
A quali domande?
«Perché si cresce? Perché il mondo è così? Posso essere come te? A volte mi chiedono una dedica, o una frase. E io scrivo sapendo che quello che scrivo sarà recepito da loro come un messaggio: sei speciale; ti voglio bene. Quando scrivo ti voglio bene, loro mi chiedono se gliene voglio veramente».
E lei cosa risponde?
«Sì».
2. TUTTO IL MONDO È UN GRANDE PUFFO BERTÉ, ELIO, J-AX CANTANO D' AVENA
Andrea Spinelli per Il Giorno-La Nazione-Il Resto del Carlino
FENOMENOLOGIA di Cristina D' Avena. Probabilmente non esiste trattato di semiologia capace d' individuare con esattezza cosa smuovono in fondo all' animo italico le canzoni tutte miele e stupore della più popolare interprete per bambini della nostra tv. E sono proprio questo mistero, questa indeterminatezza, questi impercettibili spostamenti del cuore, la forza che riunisce tra i solchi del nuovo album "Duets", sul mercato da venerdì, tutto l' affetto di un altisonante stuolo di "friends" cresciuto tra Puffi, Doraemon e mini pony.
Si sa che non è elegante indugiare sull' età di una signora, ma il mezzo secolo di una hit generazionale come "Il valzer del moscerino", interpretata dall' appena treenne Cristina sul palco dello Zecchino d' Oro dell' anno domini 1968, appartiene di sicuro al novero, lasciando prevedere un 2018 carico di celebrazioni e magari un concertone con la grande brigata di questo album in cui J-Ax rilegge "Pollon, Pollon combinaguai", Emma "Jem", Giusy Ferreri "Nanà Supergirl", Arisa "Magica, magica Emi", Chiara "Sailor Moon", Ermal Meta "Piccoli problemi di cuore", Benji & Fede "Che campioni Holly e Benji". Duetti pure con Francesca Michielin, Baby K, Annalisa, La Rua, Noemi, Alessio Bernabei.
«Quando ho chiamato Michele Bravi per proporgli di cantare "I Puffi lo sanno", mi ha chiuso il telefono pensando si trattasse di uno scherzo» ammette lei, ben conoscendo i rischi che corre un' icona dekl suo calibro, acclamata allo stesso modo da etero e da gay (sua "L' estate migliore che c' è", sigla sei mesi fa del Pride di Padova). «L' assistente della Berté mi ha confessato che Loredana è stata così felice di duettare nel disco "Occhi di gatto" da non cantare altro per giorni; tant' è che, una volta in studio, sono bastate un paio registrazioni per trovare quella definitiva».
Cristina D Avena nel backstage
MARCO Mengoni si sarebbe già prenotato per un eventuale "Duets 2", ma Cristina pensa che le sue canzoni calzerebbero a pennello pure a Jovanotti, alla Pausini o al Volo («mi ci vedo proprio a interpretare "Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina" con i tre tenorini»), anche se poi ammette che un duetto con Fiorella Mannoia sarebbe "figo" e che ci sono dei brani come "Il mistero della Pietra Azzurra" «che con Renato Zero riuscirebbero benissimo». Cristina dice di rilassarsi con la musica di Enya o degli Era ma, in cerca di un possibile partner straniero, aveva puntato su Soler.
«Le mie sigle sono arrivate pure in Spagna, così Alvaro mi ha proposto di cantare assieme "È quasi magia Johnny"; sembrava fatta e invece». Elio duetta "Siamo fatti così", firmata a suo tempo da Alessandra Valeri Manera (autrice di tutti i testi della D' Avena) assieme a Massimiliano Pani. «Non l' ho mai detto nelle interviste, ma questo era uno degli obiettivi che avevo prima di chiudere la mia carriera e quindi ce l' ho fatta!» gioisce l' uomo delle Storie Tese.
Cristina D Avena nel backstage