V PER VENDITTI – LA GRANDE FESTA AL PALALOTTOMATICA PER I 40 ANNI DI SOTTO IL SEGNO DEI PESCI: L’INATTESO DUETTO CON DE GREGORI PER 'ROMA CAPOCCIA' – SUL PALCO ANCHE ERMAL META – ASSANTE: "UN CONCERTO MEMORABILE PER CELEBRARE UN DISCO CHE NEL 1978 RACCONTAVA UN’ITALIA CHE CERCAVA “SOLAMENTE AMORE”, TRA LA VIOLENZA DEL TERRORISMO E LA DEVASTAZIONE DELLA DROGA" – VIDEO
Ernesto Assante per http://assante.blogautore.repubblica.it/
Ieri sera, in un Palalottomatica completamente pieno, Antonello Venditti ha celebrato, nel primo dei suoi due concerti pre natalizi (il secondo è stasera) i 40 anni di “Sotto il segno dei pesci”. Con un concerto davvero memorabile. Tre ore, concluse con una inattesa versione di “Roma Capoccia” cantata con Francesco De Gregori
Tre ore di musica di eccellente livello, con una “superband” che aveva le dimensioni di un’orchestra e un Venditti in forma assolutamente smagliante. Tre ore in cui la noia è stata bandita, in cui Venditti ha giocato a tratti con la nostalgia e molto con la sua musica più recente, mettendo insieme non solo hit celeberrimi del passato ma anche i suoi successi degli ultimi anni. E al centro l’esecuzione, per intero, di “Sotto il segno dei pesci”, per festeggiare un quarantennale che andava celebrato, perché quel disco in quell’anno, il 1978, raccontava un’Italia che cercava “solamente amore”, tra la violenza del terrorismo e la devastazione della droga.
Venditti ha raccontato se stesso e noi altri, ha dato spazio alla memoria ma ha saputo connetterla con l’attualità, nel concerto non c’era niente di “vecchio”, sotto nessun punto di vista, perché anche i brani che erano più facilmente collocabili in un tempo e in un luogo precisi sono stati trasformati in canzoni che fanno semplicemente parte della nostra vita, anche di chi, più giovane, non c’era, anche di chi il “Tortuga” o il “Giulio Cesare” non li ha mai visti, ma vede oggi l’arrivo dei migranti, rappresentati dall’Aisha di “Che fantastica storia la vita”, che Venditti ha cantato insieme a Ermal Meta.
Venditti ha tante scritto canzoni memorabili e in tre ore, infatti, non ha fatto in tempo a cantarle tutte. Ma ha fatto ridere, commuovere e sognare il pubblico del Palalottomatica, dimostrando che la sua passione per la musica è intatta, che la sua voglia di comunicare (anche parlando tantissimo nella seconda parte del concerto, di se, di noi, della politica, dell’Italia, di quello che vede e non ama, di quello che vorrebbe ancora cambiare) è ancora fortissima. Non è un “vecchio cantautore”, insomma, non è certamente pronto per andare in pensione, e il suo show di ieri è stato davvero superbo e memorabile.