vasco rossi big

VASCO AL MASSIMO: “SONO UN DURO CHE DURA, IL MIO SHOW? UNA FESTA LAICA DI COMUNIONE E LIBERAZIONE - “SALLY CANTATA DA SUOR CRISTINA? NON HO ASCOLTATO LA SUA VERSIONE, PENSAVO DI AVERNE VISTE DI TUTTI I COLORI E INVECE...”

Sandra Cesarale per ‘Il Corriere della Sera’

 

VASCO ROSSI VASCO ROSSI

«Sono un duro che dura», ironizza Vasco Rossi nel suo camerino allo stadio Olimpico di Roma. Scherza ma non troppo. Perché lunedì, nella prova generale del Live Kom 014, davanti a tremila fan, ha sfoggiato un’anima di «metallo». Stasera il «debutto» nella Capitale (si replica domani e il 30 giugno) ed è la prima volta che la casa del calcio romano viene prestata per tre date al rock.

 

A Milano, invece, Vasco cala il poker di date (San Siro, il 4, 5, 9 e 10 luglio). In tutto fanno 400 mila spettatori. Pochissime migliaia di biglietti ancora in vendita (per la capienza degli stadi aumentata all’ultimo minuto). Ma non è difficile prevedere che anche questa volta ci sarà il «sold out».
 

VASCO ROSSI VASCO ROSSI

Un palco imponente e supertecnologico, occupato dalle «V» di Vasco (una poggiata alle spalle della band, un’altra che incombe dall’alto); la stessa lettera forma la passerella che si staglia verso il pubblico. E ancora: due megaschermi laterali, effetti luce, laser e sofisticate torri di amplificazione.

 

Nella prima parte del concerto i suoni sono aggressivi, con il nuovo batterista americano Will Hunt e il chitarrista «divo» Stef Burns che trascinano la band del Komandante. Nella scaletta, a parte i nuovi singoli, trovano posto anche pezzi del passato finora trascurati, come «Sballi ravvicinati del terzo tipo» (del 1979). «A forza di fare del rock è naturale virare verso il metal», dice Vasco e aggiunge: «Mi sono anche rasato i capelli a zero per dimostrare che, almeno sul palco, non scherzo».

 

Poi ricorda: «Una canzone come “La strega” la suonavo negli anni Ottanta. Eravamo giovani, ragazzi della via Emilia. Ora voglio dare il segno di una svolta. Avrei potuto fare un concerto celebrativo, per la felicità di tutti. Invece parto con i suoni pesanti di “Gli spari sopra” e chiudo con “Liberi liberi”... i pezzi rock diventano un’onda dura, dalla ritmica spietata».

VASCO ROSSI ALLE PROVE DEL NUOVO TOUR VASCO ROSSI ALLE PROVE DEL NUOVO TOUR

 

I bis restituiscono il Vasco più bello: pure emozioni trasferite nel rock. «Sono canzoni intoccabili», racconta. Nella parte finale del concerto ci sarà anche «Sally» che suor Cristina, vincitrice del talent «The Voice», ha proposto in tv. Commenta il rocker di Zocca: «Non ho ascoltato la sua versione... pensavo di averne viste di tutti i colori e invece...». «Vita spericolata» e «Albachiara» chiuderanno uno show da lui definito «una festa laica di Comunione e liberazione».

 

VASCO ROSSI VASCO ROSSI

A 62 anni compiuti, e a un mese dalla nascita del primo nipotino, Vasco Rossi ha ancora voglia di mettersi in gioco. L’infezione al cuore e ai polmoni che ha messo a repentaglio la sua vita è un ricordo. «Questo è il Vasco di oggi — dice secco —. Sono in forma e dopo due anni in cui la gente è stata impegnata a vedere come stavo, torno più duro che mai». A novembre 2014 presenterà il suo nuovo album di inediti. «Parlo solo del tour. Per ora, spero di arrivare sano e lucido alla fine di questi concerti perché nella vita non si sa mai».
 

In un’intervista al settimanale Vanity Fair, racconta anche del matrimonio con Laura Schmidt, due anni fa («L’ho fatto per metterla tranquilla, per motivi burocratici, perché bisogna far così»). Ma soprattutto parla di politica. Del presidente del Consiglio Renzi dice: «Si muove bene, sa comunicare, ha portato in politica una generazione di giovani. Sono contento che stia cercando di dare una sterzata, anche se ho il dubbio che siamo al punto in cui la macchina va fuori strada comunque».

 

VASCO ROSSI PALCO FOTO ANDREA ARRIGA VASCO ROSSI PALCO FOTO ANDREA ARRIGA

Il Komandante traccia anche un profilo dell’Italia che non va: burocrazia e i processi. «Un Paese dove la giustizia non funziona, nelle mani della malavita. Sa che c’è? Che la politica o la fai o stai zitto, perché è lo stesso che discutere di calcio davanti alla tv: non serve a niente, visto che l’allenatore non siamo né io né lei. E poi meglio cambiar discorso sennò finisco nei guai». Alla rivista racconta che l’estrema sinistra « mi odia perché non ho mai cantato “Bandiera rossa la trionferà”.

 

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Ma io non sono un militante, sono un artista libero e indipendente». E alle critiche che lo colpiscono risponde: «Fino a due o tre anni fa non mi ero mica accorto che sotto i video di YouTube c’erano i commenti. Un giorno, leggo: “Spero che ti venga un ictus vecchio drogato di merda”. Non c’ho dormito una notte. Poi mi sono detto: vecchio, be’, non posso certo dire di essere giovane. Drogato lo ero vent’anni fa, se lo ero, perché sono sempre stato un tossico indipendente, nel senso che l’eroina non l’ho mai toccata. Diciamo che ho fatto le mie esperienze, non me ne vanto, ma neanche me ne vergogno. Quanto all’ictus, anch’io spero che mi venga».
 

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