VEDI NAPOLI E POI NON CI SUONI PIÙ - MAXI-LITIGATA FRA L’ORGANIZZATORE DEL CONCERTO DI SPRINGSTEEN E IL SOPRINTENDENTE

Matteo Cruccu per "Corriere.it"

Vedi Napoli e poi non ci suoni più. Potrebbe essere riformulato così l'antico adagio partenopeo all'indomani dello storico concerto di Bruce Springsteen in piazza Plebiscito, nel cuore del capoluogo campano, la prima volta di sempre in uno spazio pubblico simile per il Boss.

«Non so se tornerei con una grossa produzione come questa a Napoli», è l'amara considerazione di Claudio Trotta, da sempre organizzatore dei concerti del rocker in Italia. Il motivo? Sono le dichiarazioni del soprintendente della città campana, Giorgio Cozzolino: «La piazza in futuro dovrà essere concessa con misure piu' restrittive». E poi «È un bene pubblico e non lo si può recintare» in riferimento alle transenne che chiudevano l'area visto che il biglietto era a pagamento (e non costava poco, 75 euro).

UNA LUNGA QUERELLE - «Sono affermazioni gravissime - attacca Trotta -. Questa persona non sa di cosa parla, non conosce i meccanismi. Sto valutando con i legali l'ipotesi di una causa alla soprintendenza. I bisogni e le speranze della città sono più importanti dell'idea di piazza di un soprintendente?».

E ricorda i contrasti con Cozzolino nei mesi scorsi: «A ottobre ho avuto il via libera per il concerto - racconta l'organizzatore -. A metà aprile, durante una conferenza di servizi, il soprintendente ha parlato di una serie di limiti che facevano a pugni anche con quello che si era fatto pochi mesi prima con il live di Ligabue che registrò 30 mila persone».

«CHI LO PAGA?» - Poi la polemica si sposta sulla questione del gratuito/non gratuito: «Dire che un concerto a pagamento non è un fatto culturale è estremamente offensivo. Ha la più pallida idea - aggiunge - dell'investimento e del lavoro che c'è dietro questo evento? Chi dovrebbe pagarlo? Il concerto del Boss ha generato introiti per la città e per lo Stato in termini di Iva, diritti d'autore, tasse e non solo».

In effetti un cachet come quello di Springsteen può essere onerosissimo per le esangui casse di un Comune del 2013. Come del resto sembra confermare il sindaco Luigi De Magistris: «Non avevamo i soldi per organizzare un evento simile. E del resto Plebiscito non è un museo. Anche se forse i biglietti potevano costare un po' meno...".

 

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