LA VENEZIA DEI GIUSTI – ‘’ZORAN MIO FRATELLO SCEMO’’, UN FILM BRILLO, A VOLTE BRILLANTE MA CHE NON TROVA UNA STRUTTURA GIUSTA CHE LO CONTENGA

"Zoran il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto.

Marco Giusti per Dagospia

Il Nordeste dilaga al Festival di Venezia. Con il trionfo personale di Giuseppe Battiston, ormai incontenibile nei suoi ruoli di veronese-vicentino-friuliano sempre, comunque, con il bicchiere di vino in mano. Stavolta non solo si rischia lo sconfinamento, ma lo si fa pure, passando proprio in terra slovena, per ‘'Zoran mio fratello scemo'', opera prima di Matteo Oleotto, coproduzione, appunto, italo-slovena con una partecipazione del Friuli Venezia Giulia Film Fund e grande esposizione, lancio e bevute di vini locali, tutti ingurgitati da Battiston e soci.

Praticamente si versa e si beve fin dal nero dei titoli di testa e solo alla fine si può leggere un blando richiamo a limitarsi a bere almeno dopo le 18, ma per tutto il film non c'è quasi personaggio che rimanga sobrio.

Presentato alla Settimana della Critica, Zoran mio fratello scemo rimane un'ottima idea che non trova una struttura giusta che ce lo contenga. Si esagera in tutto, come col vino. Peccato perché la primissima parte fa anche molto ridere e l'idea di avere un protagonista ubriacone, cattivo, anaffettivo, dispettoso non è male. Gli tiene bordono come amico oste un Teco Celio molto in forma.

Sono ottime anche le battute di Battiston, "Se arriva figa avvisare, che ni faccio un bidé e torno subito", "Se sei mona e credi in Dio, allora credi nel Dio dei mona". E i coretti dedicati al vino friulano, "Chi lassa el vin istrian, xé proprio un fiol de un can", "El vino servi pai sani, l'acqua la bevi i cani".

Per non parlare di un glorioso manifesto di Zico ai tempi dell'Udinese che porta la scritta "O Zico o Austria". Poi entra in campo il sedicenne Zoran, che Battiston chiama Zagor, un nipotino sloveno occhialuto e vagamente autistico,che parla l'italiano dei libri di Enrico Cosulich (grande trovata) con cui Battiston deve passare cinque giorni per poi riportarlo in una casa-famiglia.

Ma Zoran si rivela un incredibile campione di freccette e questo cambia le cose. Perché Battiston sogna di vincere un premio di freccette in Scozia e cambiare così per sempre la sua vita. Magari riprendersi la donna, Marjuta Slamic, che gli ha portato via un buffo Roberto Citran.

Il problema è che il film, abbastanza presto, si incarta e tutto quello che sembrava riuscito nei primi quindici minuti, sembra ripetitivo e, purtroppo, non sviluppato. Lo stesso Battiston, di solito bravissimo, finisce un po' per gigioneggiare senza un vero sviluppo del suo personaggio o una chiave stilistica che ne faccia un Grande Lebowsky del Nordeste.

Peccato, ma rimangono molte buone idee, grandi battute e soprattutto un grande spreco di vino. Quanto alla funzionalità del film come lancio del vino friulano, però, qualche dubbio di viene.

 

zoran il mio nipote scemo il regista matteo oleotto in una foto promozionale con giuseppe battiston zoran il mio nipote scemo il regista matteo oleotto in una foto promozionale zoran il mio nipote scemo il regista matteo oleotto sul set con teco celio zoran_il_mio_nipote_scemo1Giuseppe Battiston in Zoran Claudia Cardinale confermata in Pi buio di mezzanotte non pu fare zoran il mio nipote scemo Custom

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