mario brega

“SERGIO, VENGO DAR MERCATO, T’HO PORTATO I CARCIOFI” - MARIO BREGA E IL PRIMO INCONTRO CON CARLO VERDONE A CASA DI SERGIO LEONE – TUTTO SUL MITOLOGICO ATTORE ROMANO, DALLA TRILOGIA DEL DOLLARO A C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA - IN “BOROTALCO” DI VERDONE BREGA RACCONTA DELLA SCAZZOTTATA CON UNO SPASIMANTE DELLA FIGLIA MA IN REALTÀ, RIEVOCA LA RISSA TRA LUI E L’ATTORE GORDON SCOTT – VIDEO

 

 

Arianna Ascione per corriere.it - Estratti

 

Gli inizi come caratterista

MARIO BREGA

«Senti sto prosciutto, senti com’è dolce, senti sto prosciutto ho detto che è dolce! Senti st’olive, queste so’ greche. Greche!». Mario Brega (1923 - 1994), nei panni di Augusto (suocero di Sergio Benvenuti/Carlo Verdone, mite e impacciato venditore di enciclopedie porta a porta), è tra i protagonisti dell’amatissimo cult «Borotalco», in onda oggi su Cine34 alle 17.00. Icona della romanità Brega ha esordito nel cinema come caratterista negli anni Cinquanta.

 

La trilogia del dollaro

Diretto da Sergio Leone nella cosiddetta «trilogia del dollaro», Mario Brega ha recitato nel ruolo di Chico in «Per un pugno di dollari» (1964), di El Niño in «Per qualche dollaro in più» (1965) e di Wallace, caporale dell'esercito nordista, in «Il buono, il brutto, il cattivo» (1966).

MARIO BREGA

 

Come incontrò Carlo Verdone

Proprio a casa di Sergio Leone è avvenuto il primo incontro tra Mario Brega e Carlo Verdone: «Mi mancava l'attore per il padre dell'hippy - ha raccontato l’attore e regista -. Entrò questo omone con la camicia aperta, una grande croce d'oro: “‘A Sergio, vengo dar mercato, t'ho portato i carciofi”. Era perfetto». Oltre che in «Borotalco» Carlo Verdone ha diretto Mario Brega anche in «Un sacco bello» (il padre dell’hippy Ruggero), «Bianco, Rosso e Verdone» (il camionista “er Principe”) e «Troppo forte» (Sergio).

 

La scazzottata con Gordon Scott

carlo verdone alla ceriminia per la targa dedicata a mario brega

In «Borotalco» Augusto/Mario Brega racconta della scazzottata con uno spasimante della figlia. L’attore, in realtà, sta rievocando la vera scazzottata tra lui e l’attore Gordon Scott sul set del film «Buffalo Bill - L'eroe del Far West» di Mario Costa (1964).

 

In «C'era una volta in America»

Nel curriculum cinematografico di Mario Brega c’è anche «C'era una volta in America», sempre di Sergio Leone (1984). Interpreta uno dei quattro sicari che vanno alla ricerca di Noodles (Robert De Niro) nel teatro cinese.

 

 

sergio leone foto di massimo capodanno

Il 25 marzo 2023, in occasione del centenario della sua nascita, Roma Capitale e il Municipio Roma XI hanno celebrato Mario Brega con una targa commemorativa in via Oderisi da Gubbio 18, nel quartiere Marconi, dove l’attore ha vissuto per oltre trent'anni. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre ai familiari di Brega, Carlo Verdone, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente del Municipio Roma XI Gianluca Lanzi.

carlo verdone roberto gualtieri davanti alla targa per mario bregacarlo verdone roberto gualtieri davanti alla targa per mario brega 1

 

carlo verdone e mario brega in borotalcomario brega e carlo verdone in bianco rosso e verdonemario brega carlo verdone un sacco bello MARIO BREGA - PER UN PUGNO DI DOLLARImario brega borotalco mario brega cornutomario brega 15MARIO BREGA E LA RISSA CON GORDON SCOTTMARIO BREGA E LA RISSA CON GORDON SCOTTMARIO BREGAMARIO BREGAIL RICORDO DI MARIO BREGA DI CARLO VERDONEMARIO BREGA E CARLO VERDONErossana di lorenzo e mario brega vacanze di natale

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...