VERDONE AL LIDO: “DI NUOVO GIURATO DAL ’94: ALLORA VARGAS LLOSA AFFONDÒ IL FILM DI AMELIO. IO E BUY LA SPUNTAMMO PER MAZZACURATI. CON LYNCH PARLAVO DI ROCK: MI DISSE CHE NON AVEVO CAPITO NIENTE DI ‘ASSASSINI NATI’”

Arianna Finos per “La Repubblica

 

carlo verdone (2)carlo verdone (2)

Carlo Verdone apre la porta di casa - un attico che guarda Trastevere - in jeans e maglietta blu. È magro, «macché in forma, ho l’ipoglicemia, devo girare con le bustine di zucchero sennò svengo» e reduce da una mattinata degna di un suo film: «M’insaponavo sotto la doccia ed è andata via l’acqua solo in due appartamenti, e uno era il mio. Mi sono risciacquato dal custode». A tener su l’umore, la prospettiva di partire per la Mostra di Venezia, giurato del concorso, e ricevere il prestigioso premio Bresson.

 

Per la prima volta il riconoscimento va alla commedia.

arg41 mario verdonearg41 mario verdone

«Mi sento piccolo di fronte a questo premio vinto da grandi autori. Ho pensato: me lo merito? È incredibile, con mio fratello Luca stiamo mettendo a posto i volumi di papà nella casa di campagna, sono 18 mila, abbiamo trovato molti libri su Bresson e articoli di mio padre. Ringrazierò umilmente, dirò che spero di concludere la carriera meritandolo ancora di più. Lo dedicherò a mio padre, è stato il migliore dei Verdone, tutti gli dobbiamo qualcosa. Ci ha stimolato a studiare.

 

Mi regalò la tessera del Filmstudio, “se non hai il retroterra non puoi raccontare il presente”. Sono riuscito a diplomarmi al Centro Sperimentale, ho avuto qualche difficoltà ma poi è uscito un talento che non sapevo di avere, lo sapeva solo mia madre, mi ha sempre detto “tu hai le qualità per lo spettacolo”».

Mario Vargas LlosaMario Vargas Llosa

 

Le hanno già spiegato la motivazione?

«Lo diranno loro. Penso che sia stato apprezzato il rigore, la disciplina, il continuo stupirsi e raccontare con umanità le mie storie. In alcune ci sono riuscito, in altre potevo farlo meglio. Ho cercato sempre di sterzare, di non fare lo stesso film, di affrontare le fragilità, la società, il lavoro, la famiglia.

 

UMA THURMAN E PULP FICTIONUMA THURMAN E PULP FICTION

Sono fiero di “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”, “Perdiamoci di vista”, “Al lupo al lupo”, “Io loro e Lara”. Penso alla follia di “Gallo Cedrone”, il mitomane che vuol essere il figlio segreto di Elvis, cambia mille lavori, finisce a fare il politico che vuole asfaltare il Tevere per togliere il traffico. Penso alla solitudine di “Viaggi di nozze”. Lietta Tornabuoni mi disse “bello, ma tutti i telefonini che suonano al ristorante è esagerato”, oggi c’è gente che mangia con l’auricolare e parla da sola per strada. Penso al vuoto pneumatico tra me e la Gerini, 13 frasi in tutto, poi solo musica in un’atmosfera di noia mortale».

margherita buymargherita buy

 

Lei è stato giurato a Venezia nel 1994. Che esperienza fu?

«Una grande giuria. David Lynch, Uma Thurman, Mario Vargas Llosa, Olivier Assayas, Margherita Buy. Lynch aveva le idee chiare, non lo smuovevi. Ma chi aveva le redini in pugno era Vargas Llosa. Io e Margherita perorammo la causa di Lamerica di Amelio. Un film ancora attuale, non arrivano con le navi ma con i barconi che affondano, aveva catturato la grande questione dell’Occidente.

 

gianni amelio gianni amelio

Avevamo quasi convinto gli altri, quando prende la parola Llosa: “C’è un compiacimento del regista nel presentare questi personaggi come insetti impazziti, un esercizio di stile neorealista esagerato”. Una filippica di un’ora che ci distrusse tutti. Buy mi disse: “Questo parla troppo bene, non ce la faremo mai a controbatterlo”. Io tentai, lui mi fece segno con la mano: “No, no, andiamo oltre”. Tra i premiati ci fu anche “Assassini nati”, una violenza inaudita, diseducativo. Avvertii che poteva essere imitato, Lynch disse che non avevo capito nulla. Ottenemmo un premio per “Il toro” di Mazzacurati, sono contento, anche perché Carlo non è più tra noi».

David Lynch David Lynch

 

Con chi andava più d’accordo?

«Con Lynch. Amava la musica rock, parlavamo dei grandi gruppi, Greatful Dead, Maddy Waters, Pink Floyd... Uma era molto simpatica. Ma perse la testa durante la proiezione di Il branco di Marco Risi. Di mattina, in una saletta dell’Excelsior, di fronte alla storia di uno stupro si mette a urlare come un’ossessa, “basta! basta!”. Il proiezionista accende la luce e lei grida, “non posso vedere questa violenza assoluta contro le donne”, prende la borsa, esce e la rivediamo solo il pomeriggio ancora con gli occhi gonfi».

 

Ricevevate pressioni?

«Un inferno. Chiamavano, “com’è andata?”, “non si mette bene”, “come? ma siete in due”... La mattina io e Margherita ci dicevamo “a te quanti t’hanno chiamato, quattro? A me otto”. Cecchi Gori e gli altri produttori telefonavano con mille espedienti, incazzati, dicevano che non difendevamo abbastanza gli italiani. Ma eravamo in due, c’erano gli altri sette. E non difendevamo Amelio e Mazzacurati perché erano italiani ma perché avevano fatto buoni film».

la sedia della felicita carlo mazzacurati sul set la sedia della felicita carlo mazzacurati sul set

 

E stavolta?

«Stacco il telefono. Sono il solo italiano in una giuria di cineasti tosti e rigorosi. Con Vargas Llosa ci potevi discutere - ti partivano cinque ore - questi sono di poche parole ma decisi. Sarà arduo, ma se c’è un italiano meritevole mi farò in quattro».

 

A Venezia lei ha iniziato ad andare da ragazzino.

«Mio padre è stato dirigente per anni, andavamo al Lido tre mesi, ho ricordi meravigliosi, negli anni Cinquanta. L’arenile era in stile “Morte a Venezia”, le tende, il vento, il silenzio. I paparazzi erano educati. Un giorno si parlava solo di Vittorio De Sica che aveva perso 150 milioni al Casinò, tutti si chiedevano “quanti film gratis dovrà fare?”. Una mattina trovai il salone dell’Excelsior transennato. Nella notte Carmelo Bene, ubriaco, aveva dato in escandescenze, mollato vestiti, scarpe e mutande e vomitato. E una quindicina di povere donne, sedute per terra, pulivano con l’acido muriatico».

Vittorio Cecchi Gori Vittorio Cecchi Gori

 

Il film che le restò più impresso?

«”Arancia meccanica”. Dovevo partire per Londra la mattina dopo, ma avevo sentito che il film era vietato, se ne parlava. Riuscii a entrare solo perché ero il figlio di Mario Verdone. Lo vidi in piedi, rimasi a bocca aperta, ci pensai tutta la notte. Conclusi che Kubrick era uno dei più grandi del mondo».

Carmelo BeneCarmelo Bene

 

Al Lido incontrò per la prima volta Sordi.

«Ero ragazzino, gli chiesi l’autografo. Mi prese subito in giro, “tu sei russo e a te non lo faccio”, e io “ma no, sono di Roma”, e lui “sei di Mosca? Sei russo?”, e mi dava schiaffetti in faccia. Poi firmò uno scarabocchio e tornai a casa deluso: “Mamma, diceva che sembro russo, ma come sono ‘sti russi?”, e mia madre “Carlo, sono come noi”. Alberto mi fece quasi piangere».

 

Poi tornò da lui per “Incontri proibiti”.

vittorio de sicavittorio de sica

«Mi chiamarono alle undici di mattina: “Alle quattro devi stare qui, c’è bisogno di pubblico, di fotografie”. Intuii che il film aveva qualche debolezza. Mi fecero trovare l’aereo privato, arrivai a Venezia sfidando un temporale, stavo per fare una brutta fine. Mi cambio e piombo nella Sala grande quasi vuota. A un certo punto aprono le porte, “chiamate quelli che passano”, entrarono pure i ragazzini col secchiello. Feci un bel discorso e lui mi abbracciò come fossi suo figlio. “Sei stato carino con papà”, e io: “Sei sempre il numero uno”».

Alberto SordiAlberto Sordi

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO