mughini travaglio luttazzi berlusconi

LA VERSIONE DI MUGHINI - ''DANIELE LUTTAZZI? NON NE FAREI UN MARTIRE. IL LIBRO DI TRAVAGLIO NON C’ENTRAVA UN FICO SECCO CON UNA TRASMISSIONE DI SATIRA. QUEL LIBRO ANDAVA A PENNELLO IN UN TALK POLITICO, E BENINTESO SEMPRE CHE CI FOSSE LÌ DIRIMPETTO UNO CHE NE AVVERSASSE LE TESI. NON PER NIENTE SIAMO SU UNA TELEVISIONE PUBBLICA - IL PATRIMONIO DI BERLUSCONI, O DI AGNELLI, NON C'ENTRANO COI FRANCESCANI. MA CON UOMINI CHE HANNO TALMENTE PELO ADDOSSO DA DOVER SOFFIARE SUL POLSO PER POTER GUARDARE L’ORA SULL’OROLOGIO (COPY MONTANELLI)'' - VIDEO

Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

 

 

Caro Dago, vedo che dai risalto a quell’episodio (indubbiamente cruciale) del duetto televisivo Luttazzi-Travaglio che diede luogo a quell’ “editto bulgaro” di Silvio Berlusconi che comportò l’espulsione dalla tv di Daniele Luttazzi, che ben conoscevo e di cui benissimo mi ricordo.

SATYRICON RAI LUTTAZZI TRAVAGLIO

 

Daniele è un ragazzo intelligente, la cui vena principale dovrebbe essere una sorta di comicità moderna centrata sui problemi e sulle contraddizioni di una società moderna. Naturalmente mi spiace che non trovi spazio in tv. Non per questo ne farei un martire. Mai una volta nella tv pubblica si è mossa foglia che il potere politico in auge in quel momento non voglia.

 

Chiunque di noi sa che non farà una sola ora di prestazione televisiva se non incontra il gradimento del capo struttura o del vice capo struttura o del vice del vice, gradimento politico intendo. Non sono sufficientemente narciso da mettere in fila tutti gli episodi che mi riguardano, nel mio piccolo piccolo così diverso dal grande grande di Luttazzi.

 

giampiero mughini

La questione al centro dell’episodio da cui siamo partiti è la seguente. Premesso che ho ben letto il libro di Marco Travaglio che stava al centro dell’intervista di Luttazzi – e del resto ho letto non meno di una decina dei libri di Travaglio, e per questo ho un immenso vantaggio intellettuale su di lui che non credo abbia mai sbirciato uno solo dei miei 29 libri –, e che più di una volta ho apprezzato pubblicamente i meriti di ricerca e di ostinazione polemica di quei libri, premesso tutto questo il libro di Travaglio non c’entrava un fico secco con la trasmissione cui Luttazzi era stato deputato dalla Rai, ossia una trasmissione di satira.

 

Quel libro andava a pennello in un talk politico, e beninteso sempre che ci fosse lì dirimpetto uno che ne avversasse le tesi. Non per niente siamo su una televisione pubblica. C’era per questo materia di scandalo, e processi, e maledizioni, e minacce, e espulsioni? Ma nemmeno per idea, lo dice un cittadino repubblicano che è un liberale al cento per cento.

MARCO TRAVAGLIO DANIELE LUTTAZZI

 

C’è soltanto che quella puntata non era un gran che, non faceva né ridere né sorridere. Né pensare, dato che gli argomenti di Travaglio (argomenti non di poco conto, beninteso) non avevano di fronte un contraltare. Uno che dicesse ad esempio quello che penso io.

 

E cioè che il Berlusca delle origini ha utilizzato senz’altro dei soldi imbrattati da tasche mafiose salvo poi restituirli e riuscire nel miracolo di creare un polo televisivo privato, quel che non era riuscito alla Mondadori e a Rusconi e ne erano usciti vivi per miracolo.

 

Che poi la storia dell’imprenditoria, e dell’imprenditoria di successo, abbia niente a che vedere con l’operato dei francescani scalzi e bensì con quello di uomini che hanno talmente pelo addosso da dover soffiare sul polso per poter guardare l’ora sull’orologio (copyright by Indro Montanelli), questa è cosa che solo un cretino può ignorare.

 

Berlusconi e Agnelli (da Il Riformista)

Ho qui innanzi agli occhi un bellissimo libro dello storico Valerio Castronovo sull’Agnelli fondatore della Fiat. Codice alla mano, scrive Castronovo, Agnelli avrebbe dovuto essere arrestato. E invece fondò un comparto produttivo eccezionale che in cento anni ha dato reddito e ricchezza a milioni e milioni di italiani. E dunque?

 

Per tornare alla puntata di Luttazzi (che a suo tempo avevo visto) mi lasciò del tutto indifferente. Una puntata da sei. Così come una volta che sono andato a teatro ad ascoltarlo, non credo di avere riso neppure una volta alle sue battute.

 

E di essere stato infastidito che dopo cinque minuti dall’inizio dello show, lui stava già insultando Giuliano Ferrara e Vittorio sgarbi, che sono miei amici. Ho detto insultare, qualcosa che non ha niente a che spartire con la satira. Detto questo, auguro a Luttazzi un 2019 pieno di soddisfazioni.

 

 

GIAMPIERO MUGHINI

 

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