carlo fuortes canone rai

RAI, PIU' CHE IL CANONE CI VUOLE UN CANNONE - MENTRE GLI ITALIANI SONO ALLE PRESE CON IL RINCARO DI TUTTO, CARLO FUORTES IN VIGILANZA HA DETTO CHE LA TV PUBBLICA RICEVE TROPPI POCHI SOLDI - PER ORA LA PROPOSTA DELL’AD È QUELLA DI ELIMINARE LA TRATTENUTA DESTINATA AL FONDO PER L’EDITORIA (E HA FATTO INCAZZARE LA FIEG - MA PIUTTOSTO CHE AUMENTARE IL CANONE, O TASSARE PC E SMARTPHONE, NON E' FINALMENTE GIUNTA L'ORA DI TAGLIARE INUTILI CANALI DIGITALI, LIQUIDARE LA MAREA DI DIRIGENTI CHE NON FANNO UN CAZZO E VENDERE RAI2?)

 

CARLO FUORTES

Paolo Bracalini per "il Giornale"

 

Tra rincari di elettricità e gas, prezzo dei carburanti alle stelle e primi segnali di ripresa post-pandemia, non si direbbe il momento più propizio per ipotizzare un aumento del canone Rai, la tassa più odiata dagli italiani.

 

canone rai 1

Eppure è proprio questo il messaggio che è passato in Vigilanza dopo l'audizione dell'ad Rai, Carlo Fuortes. La Rai riceve troppo poco, ha spiegato il manager (scelto da Draghi), il canone «è sicuramente incongruo» (90 euro l'anno, contro i 138 della Francia e i 220 della Germania), e poi dal gettito del canone viene prelevata una quota per finanziare il Fondo per l'editoria, soldi che invece fanno gola a Viale Mazzini.

CARLO FUORTES MARINELLA SOLDI

 

«Alla Rai arriva solo l'86% del canone, mentre negli altri paesi europei i gestori ricevono tra il 96% e 98% del canone, che è anche più alto. Se si riportasse l'Italia al livello degli altri paesi europei, la Rai avrebbe 200milioni di euro in più da investire» ha detto.

 

andrea riffeser monti

In sostanza la proposta (per il momento) non è di aumentare il canone, ma di eliminare dal gettito la trattenuta destinata al Fondo per l'editoria e consegnare quelle risorse, 110 milioni di euro, alla Rai, che già riceve 1,7 miliardi. Una proposta che «desta sorpresa e sconcerto» commenta il presidente della Fieg (gli editori di giornali), Andrea Riffeser Monti: «La quota del canone che va al fondo per l'editoria ha come obiettivo il pluralismo dell'informazione, a garanzia di tutti i cittadini come previsto dalla Costituzione e a copertura di un fondamentale servizio al pubblico quale quello offerto dai giornali».

 

AUDIZIONE DI CARLO FUORTES IN COMMISSIONE VIGILANZA

La Rai però batte cassa, «o si garantiscono risorse adeguate oppure bisognerà ridurre il perimetro di azione», avverte Fuortes, che lancia un'altra bomba. L'idea cioè di far pagare il canone anche a chi non ha la tv in casa. Attualmente, infatti, la norma dice che è tenuto al pagamento solo chi possiede un apparecchio «atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radio televisive», definizione che quindi esclude pc, tablet e smartphone, su cui si può comunque vedere la Rai.

 

Questo, per Fuortes, è «un elemento di grande preoccupazione, non nel breve termine ma in prospettiva» con l'aumento di persone che guardano i programmi tv non davanti ad un televisore ma su un device tecnologico, perché «chi non ha la tv potrebbe non pagare il canone». Un rischio che, secondo l'ad Rai, va scongiurato. Anche questa idea scatena reazioni, stavolta nella Lega: «Non vogliamo nemmeno pensare che l'azienda si stia preparando a mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

il cavallo di viale mazzini

 

Prima di tassare i cellulari o aumentare il canone la Rai si impegni a fornire un servizio di qualità senza fiction su Mimmo Lucano, senza la faziosità ideologica del Tg1 e impari a gestire il patrimonio immobiliare senza sprechi e dilettantismi». Qualche quattrino la Rai poteva portarlo a casa, chiedendo un risarcimento a Fedez per la sceneggiata del Primo Maggio. La tv di Stato aveva annunciato querela ma poi, ha spiegato Fuortes, non l'ha mai fatta.

carlo fuortesCARLO FUORTES

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…