“NELLE VIGNETTE DEL ‘FATTO’ ANTISEMITISMO DA TERZO REICH ALLA CARBONARA” – GIULIANO FERRARA MENA DURISSIMO SUL GIORNALE DI TRAVAGLIO: “LA VIGNETTA SATIRICA È UN RECINTO SACRO. PER DISSACRARLA CON L’ANTISEMITISMO CI VOGLIONO O L’ISPIRAZIONE OMICIDA DEGLI ANNI TRENTA TEDESCHI, OPPURE LA STUPIDITÀ DI UN GIORNALE CHE CELEBRA I SUOI QUINDICI ANNI DI PURA MERDA CON LA NUOVA CACCIA ALL’EBREO PER IMMAGINI" – LA REPLICA DI TRAVAGLIO: "SPIEGARE LE VIGNETTE A CHI NON LE CAPISCE È INUTILE. MI SPIACE CHE FERRARA NON PRENDA PIÙ SOLDI DALLA CIA PER FARE LA SPIA, ALTRIMENTI GLIELO SPIEGHEREBBERO..."
VIGNETTA SUGLI EBREI
Estratto dell’articolo di Giovanna Cavalli per www.corriere.it
marco travaglio a otto e mezzo 5
[…] Dapprima quasi stupito («Ma che secondo lui la vignetta l'ho fatta io?»), poi prontamente sarcastico, Travaglio risponde alla sua maniera: «Spiegare le battute a chi non le capisce è già triste, ma spiegare le vignette degli altri a chi non le capisce è inutile. Mi spiace che Ferrara non prenda più soldi dalla Cia per fare la spia - lo ha raccontato lui - altrimenti glielo spiegherebbero i suoi amici americani».
ANTISEMITISMO ALLA CARBONARA
Giuliano Ferrara per “il Foglio” - Estratti
VLADIMIR PUTIN CIRCONCISIONE - VIGNETTA BY NATANGELO PER IL FATTO QUOTIDIANO
(...) La vignetta satirica è un recinto sacro, libertà e critica. Per dissacrarla con l’antisemitismo ci vogliono o l’ispirazione omicida degli anni Trenta tedeschi, conseguenze serie, oppure la stupidità di un giornale che celebra i suoi quindici anni di pura merda radunando tanta bella gente intorno al concetto di ebreo (ab)errante in didascalia a un Netanyahu con la kippah o all’idea che per essere più crudele Putin abbia bisogno di una sola cosa, la circoncisione.
Conseguenze risibili ma senza sorriso, basta il compiacimento eventuale di Moni Ovadia o di Gad Lerner, collaboratori illustri della feccia antigiudaica capace di immaginare simili bassezze. L’opinionismo contro gli ebrei può dunque avere vita facile e complicità illustri in questo mondo di caricatura della libertà e della critica. E vedremo fino a che punto si spingerà, la complicità mondana e giornalistica, scusate il termine.
MARCO TRAVAGLIO A OTTO E MEZZO
Il giornale di Travaglio, fascista di destra e corsivista dei giochi di parole, come ricordava Cossiga, compie quindici anni di diffamazioni, di calunnie, di oltraggi alla verità in nome della manipolazione quotidiana dei fatti e sa come suggellare i festeggiamenti del caso, con la nuova caccia all’ebreo per immagini. E’ importante che questo fogliaccio sia finanziato solo da chi lo legge e goda del suo spettacolare manto di propaganda, un finanziamento pubblico della canea e delle grottesche campagne politiche contro l’idea di stato che si fanno delinquenti e mafiosi e delatori e ladri veri sarebbe oltraggioso. Difatti se ne vantano, perché sanno quello che fanno.
giuliano ferrara foto di bacco
(...) L’importante è che dopo un certo tempo continuino a contare nulla, siano e perseverino pienamente nella loro funzione di riserva nera della stampa italiana, di piccolo organo della russificazione delle menti e dei cuori pulsanti della brutta gente che li circonda, e naturalmente che sfoggino l’odio dal fiume al mare nelle cronache negli editoriali e nelle supreme vignette da Terzo Reich alla carbonara.
VIGNETTA SU NETANYAHU DI RICCARDO MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO
Non è scandaloso che profughi-bambini e in parte inconsapevoli del passato regime fascista, non delle sue poche glorie ma delle sue molte brutture, si accaniscano contro la democrazia e le sue regole, vestendo i panni dei censori della classe dirigente, dei partiti e dell’Italia sopravvissuta nonostante tutto alla crisi e scomparsa dei partiti, importante è che non smettano di mostrare il loro vero volto di aguzzini dell’intelligenza, della fantasia, del racconto almeno verisimile, della critica e della satira.