ESSERE RYAN GOSLING - ''DA BAMBINO VIDI 'RAMBO' E ANDAI A SCUOLA PIENO DI COLTELLI PER VENDICARE LE VITTIME DEI BULLI. VIVEVO IN UN MIO MONDO, A SCUOLA MI CONSIDERAVANO STUPIDO'' - POI LO ZIO IMITATORE DI ELVIS GLI FECE SCOPRIRE LO SHOW BUSINESS. ENTRò IN UNA COMPAGNIA DI DANZA COMPOSTA DA SOLE RAGAZZE. ''SAPEVO MUOVERE IL CULO COME UNA SHOWGIRL''. IL DISNEY CLUB CON BRITNEY SPEARS, POI IL SUCCESSO, ORA IL TRIONFO DI ''LA LA LAND'': ''TEMEVO POTESSE SEMBRARE RIDICOLO''
Chris Heath per ''GQ'' www.gqitalia.it
ryan gosling justin timberlake al disney club
Appunti sulla vita precedente di Ryan Gosling, I
Quand’era piccolo, Ryan detestava essere un bambino. «Avevo l’impressione di avere una quantità di tempo limitata e pensavo di dovermi dare da fare. Inoltre, non sopportavo l’arbitrarietà del potere che la gente sembrava avere su di me».
Molti bambini non sono in grado di mettere in discussione questo potere. Lo accettano e basta.
«Credo sia stata mia madre a stimolarmi. Io facevo danza, e a scuola avevo un insegnante che trovava questa cosa divertente: mi prendeva in giro in classe. Mia madre mi disse: “Se hai la sensazione che ti manchi di rispetto puoi mollare”. Un giorno lo feci. Per un anno studiai a casa e, quando mi arrivò per posta il programma da seguire, mi resi conto che si trattava di una pila di libri… Devo aver capito, allora, che c’erano diversi modi per farlo.
Il fatto che io potessi starmene in camera mia e guardare Il pianeta delle scimmie di mattina per poi scendere e disegnare mentre mi parlavano di qualche battaglia storica mi fece pensare che ogni cosa poteva essere fatta in tanti modi diversi».
Perché, dunque, Ryan Gosling mi ha dato appuntamento davanti alla tomba di Dracula? Ha scelto di proposito un luogo quanto più lontano e diverso possibile dai magici cieli stellati losangelini del suo ultimo film, il musical La La Land?
O intende piuttosto esprimere qualche pensiero profondo, più facile da mostrare che da spiegare, sui temi del tempo, della mortalità e della notorietà? In netto contrasto con l’elettrizzante ed eclettica sfilata di personaggi che ha interpretato sullo schermo (da The Believer a Blue Valentine, da Drive a La grande scommessa), Gosling, in generale, ha sempre preferito giocare a carte coperte nella vita reale.
ryan gosling britney spears disney club
Come si conviene, quando giunge nel luogo della presunta sepoltura di Dracula, Gosling offre poche spiegazioni sui motivi di questa scelta, se si esclude questa osservazione: «Se cominciamo con una camera di tortura, il resto del percorso non può che essere in salita», il che per certi versi ha senso, ma per altri no. Dopo qualche minuto confessa di sentirsi a suo agio in luoghi di questo tipo. «Mia madre amava passeggiare nei cimiteri quando ero bambino. Le piaceva leggere quel che c’era scritto sulle lapidi. Per me, quindi, non si tratta esattamente di posti spaventosi».
Appunti sulla vita precedente di Ryan Gosling, II
Una sera, quando era in prima elementare – è cresciuto a Cornwall, Ontario, dove suo padre e gran parte dei suoi parenti maschi lavoravano nella locale cartiera – il giovane Ryan vide in videocassetta First Blood, quella feroce e brutale storia di vendetta che è il primo episodio della saga di Rambo. Il giorno dopo riempì il suo astuccio magico Fisher-Price di grossi coltelli da cucina e andò a scuola, pronto a mettere in pratica le lezioni che aveva appena imparato. «Ero troppo piccolo quando vidi quel film», dice. «Non ero ancora capace di distinguere realtà e finzione».
Quando chiedo a Gosling di spiegarmi cosa gli passava per la testa quella mattina, risponde: «Ricordo soltanto che si verificavano delle ingiustizie, nel cortile della scuola. Che c’erano dei ragazzi che facevano i bulli. E io», dice, ridendo, «provavo una strana sensazione: avevo l’idea che succedessero cose sbagliate».
Insomma, tu non pensavi di metterti a fare Rambo per gioco: volevi regolare dei conti?
«Non ci avevo pensato a fondo. Nella mia testa, semplicemente, mi dicevo: quello che succede non è giusto, e bisogna fare qualcosa. Grazie a Dio, fui sospeso. E fu giusto così. Mia madre era mortificata. Proprio allora cominciai a rendermi conto della realtà e di dover tenere sotto controllo la mia immaginazione».
Avevi la sensazione di essere diverso dalla maggior parte dei bambini che frequentavi?
«Sì, ma non in senso buono. Andavo molto male a scuola e non riuscivo proprio a ricordare di che cosa parlassero gli insegnanti. Mi pareva che per tutti gli altri fosse più facile, e questa cosa incideva negativamente sulla mia autostima».
La gente ti diceva che non eri abbastanza intelligente?
ryan gosling a lezioni di piano
«Be’, cominciarono a mettermi in classi differenziali. Ricordo, per esempio, di aver giocato a scacchi con un bambino che si mangiava la regina da solo… non so se mi spiego». Gosling è stato in Ungheria per gran parte degli ultimi quattro mesi, impegnato nelle riprese di Blade Runner 2049, il sequel del celebre film di Ridley Scott.
«Praticamente è come girare tre dei miei soliti film in uno», dice. «Sia per la lunghezza sia per la portata dell’opera e dell’esperienza ». Gli domando come si sente, e lui cita una formula usata qualche giorno prima dal suo co-protagonista Harrison Ford: «Cautamente ottimista».
Ho saputo che Harrison Ford ti ha tirato un pugno in faccia.
Lui mi guarda sorpreso. «Come fai a saperlo? È vero. È stato una specie di rito di passaggio».
timberlake e gosling da piccoli
Com’è successo?
«Stavamo semplicemente girando una scena in cui combattevamo e... niente, è successo. La cosa buffa è che alla fine qualcuno ha portato del ghiaccio da mettermi in faccia, ma Harrison mi ha spinto da parte e si è preso il ghiaccio per la sua mano». Scoppia a ridere.
Insomma, ti ha fatto male?
«Be’, lui è un duro. È stato un modello di riferimento per tutti. Subito dopo il fatto, il regista è venuto da me e mi ha detto: “Considera la questione da questo punto di vista: hai appena preso un pugno da Indiana Jones”».
Si è scusato come si deve?
«Si è presentato, poco dopo, con una bottiglia di whisky, e ho pensato: “Eh, lo immaginavo”. Ha tirato fuori un bicchiere da una tasca, me l’ha riempito e se n’è andato con il resto della bottiglia. Insomma, credo che dal suo punto di vista quel pugno non fosse così forte da meritare una bottiglia intera». Sorride.
Appunti sulla vita precedente di Ryan Gosling, III
the nice guys russell crowe ryan gosling
C’è stato un momento nell’infanzia di Gosling che, secondo lui, è all’origine della sua decisione di diventare un uomo di spettacolo: quando uno zio che faceva l’imitatore di Elvis Presley andò ad abitare con la famiglia Gosling. «Tutto era piuttosto normale, prima del suo arrivo», spiega Gosling.
«E all’improvviso ci ritrovammo con questo tizio in tuta intera che si aggirava per la casa parlando come Elvis. Mise in piedi uno spettacolo, con mia madre che faceva da corista e mio padre da responsabile della security. Cominciarono ad arrivare altri membri della famiglia, che preparavano costumi di scena… familiari con cui in precedenza, magari, non parlavamo neppure. Fu un evento che servì a riunirci tutti. Anch’io partecipavo allo spettacolo: dovevo porgere gli orsacchiotti e le sciarpe».
ryan gosling in lars and the real girl
Lo zio di Ryan si faceva chiamare Elvis Perry e lavorava spesso al centro commerciale. Non fu però la generale e improvvisa infusione di show business nella sua vita quotidiana ciò che influenzò il giovane Ryan, bensì un aspetto molto particolare di questa situazione.
ryan gosling and michelle williams
«Quando mio zio cantava Suspicious Minds», ricorda Gosling, «si emozionava. Ricordo che me ne stavo lì seduto a guardarlo, e mentre cantava gli venivano le lacrime agli occhi. Quella canzone, la interpretava con tutto il cuore. Io ero piccolo ma capivo che il testo parlava di una donna che stava lasciando il suo uomo, e mio zio trasmetteva fisicamente l’immagine di questo tizio che sulla porta la implorava di non andarsene. Può sembrare sciocco, perché a quei tempi la cosa mi pareva serissima… Cioè, lui era Elvis Perry, e noi eravamo in un centro commerciale, però è tutto vero».
Ryan Gosling Christina Hendricks
Poi, racconta Gosling, allo zio fu diagnosticato un cancro: cominciò la chemioterapia e divenne molto introverso. Per un certo periodo si era alzato un sipario, che poi però tornò a chiudersi. «Fu la fine di tutto», ricorda Gosling. «La gente smise di presentarsi a casa nostra, e io pensai: “Non potrei fare anch’io… non esattamente questa cosa, magari, ma… qualcosa del genere?”».
lost river ryan gosling regista
Gosling dice che, per lui, una delle attrattive del suo nuovo film La La Land stava nella possibilità di passare tre mesi a stretto contatto con un pianista jazz − così da poter «provare davvero a capire e a interpretare fisicamente un pezzo di Thelonious Monk» − ma anche nell’occasione di imparare «certi balli che avrei voluto saper fare quand’ero un ragazzino».
A quei tempi, dice Gosling testualmente, era capace di «muovere il culo come una showgirl»: era la star maschile in una compagnia di danza composta da sole ragazze, e il suo precoce e gioioso ancheggiare fruttò non pochi trofei; gli avrebbe, inoltre, permesso di inaugurare la celeberrima e improbabile fase giovanile della sua carriera, come membro del Mickey Mouse Club, accanto a Timberlake, Christina Aguilera e Britney Spears.
Philip Seymour Hoffman Con Ryan Gosling
Quando Damian Chazelle, autore e regista di La La Land, sondò la sua disponibilità, Gosling sapeva benissimo che un film del genere – che passa dalla normale recitazione a travolgenti numeri musicali – poteva per molti aspetti prendere una pessima piega.
Qual era la tua principale preoccupazione?
«Be’, sai… temevo che il film potesse sembrare ridicolo. Il cast, all’improvviso, si mette a cantare e a ballare e a volare tra le stelle, ma il pubblico allo stesso tempo deve poter considerare gli interpreti come figure credibili nel mondo descritto dalla storia. Era una sfida».
Appunti sulla vita precedente di Ryan Gosling, IV
Sin da quand’era giovanissimo, dice, ha sempre avuto la sensazione che una parte di lui osservasse dall’esterno quel che accadeva. «Mi pareva di guardare me stesso e la gente intorno a me da una posizione distaccata. Quand’ero bambino c’era una parte di me che era presente nel mondo e cresceva, ma ce n’era anche un’altra che osservava tutto da lontanissimo».
ryan gosling emma stone la la land
In un mondo ideale come ti piacerebbe essere considerato dalla gente?
«Mah… senza disprezzo, forse. Senza particolare rammarico».
ryan gosling larscome un tuono ryan gosling con eva mendes in moto come un tuono ryan gosling con eva mendes RYAN GOSLING A VENEZIARYAN GOSLING IN DRIVE RYAN GOSLING E EVA MENDESRYAN GOSLING George Clooney e Ryan Gosling dietro le quinte di Le idi di marzo come un tuono ryan gosling
ryan gosling ed eva mendes paparazzati su instagram jpegRYAN GOSLING come un tuono ryan gosling