1. LOREDANA BERTE': "LA CAMICIA DI FORZA SULLA COPERTINA DEL NUOVO DISCO? ANNI FA ME LA MISERO DAVVERO. ECCO PERCHE' -"FACCIO ANCORA GIRARE LA TESTA. L’ALTRO GIORNO STAVO PER PROVOCARE UN TAMPONAMENTO. SI SONO TUTTI GIRATI A GUARDARMI, NON SO SE PERCHE’ FAMOSA O STRAFIGA" - E POI RACCONTA DI MIMI', DI WARHOL, VASCO, DEL CASO ARGENTO E DI SANREMO - "SONO UNA DONNA PUNK: POTREI STARE SUI MURALES DI BASQUIAT" - VIDEO
Marco Molendini per il Messaggero
La rivincita di Loredana si chiama LiBertè. Titolo che gioca sul suo nome e sulla sua storia difficile di donna rock abituata a vivere pericolosamente fra gioie, eccessi, dolori, amori e smarrimenti. Rivincita perché il nuovo disco, tosto, aggressivo, lucido che esce domani, le ha fatto riassaporare il gusto forte del successo che le mancava da tanto tempo.
E Loredana festeggia, sulla scia del singolo che d' estate ha spopolato nelle radio, Non ti dico no realizzato con i Boomdabash, un reggae che la riporta indietro di una quarantina d' anni a una delle sue grandi hit, E la luna bussò. Già, Loredana festeggia con orgoglio. È galvanizzata e l' entusiasmo riesce a curare antiche e profonde ferite, i tanti lutti personali, la sorella Mia Martini, un padre padrone, il matrimonio autodistruttivo con Borg. «Ho fatto pace con me stessa» è il suo proclama attuale.
Un manifesto di vita, che la riporta in equilibrio con se stessa, a 68 anni appena compiuti.
Loredana, cosa ha fatto cambiare corso alla corrente negativa di tutti questi lunghi anni?
«Un insieme di cose. Probabilmente mi ha aiutata aver trovato una manager strepitosa, Francesca Losappio, che crede in me. E sono riuscita a far pace con la vita. Non sto dicendo che non litigo più, anzi continuo a farlo con tutti, anche da sola, tranne quando sono sul palco: lì mi sento me stessa».
Il disco è un forte grido rock, in tempi di dominio rap.
«È tutto rock, c' è perfino qualcosa dei Ramones nel pezzo che si chiama Gira ancora, scritto con Maurizio Piccoli».
E c' è il reggae di Non ti dico no.
«L' ho voluto io. I Boomdabash sono dei geni, sfornano un successo dietro l' altro, ma hanno anche saputo ascoltarmi e accettare con umiltà un mio primo no. Perché la canzone, come me l' avevano portata, non era nelle mie corde. Siete salentini, no? E allora facciamo un bel reggae gli ho detto».
Ivano Fossati è tornato a scrivere per lei dopo 34 anni. Come è accaduto?
«Gli ho scritto. Anzi gli ha scritto un' email la mia manager. Io non ho il telefonino, non ho niente, sono fuori dal mondo. A casa c' ho il telefono fisso lo guardo e me la prendo: Ma perché non suoni mai? Mi costi 30 euro al mese».
Tornando a Ivano...
«L' email era una sorta di lettera aperta. E lui ha risposto mandandomi la canzone, Messaggio dalla luna».
Si potrebbe dire che la luna ha ribussato alla porta di Loredana Bertè. Nell' album c' è un altro pezzo che la cita: Maledetto luna park.
«Il fatto è che le lune me so' girate parecchio in questi anni».
Anche Gaetano Curreri debutta come suo autore con Una donna come me.
«Gaetano è una bomba. Quel pezzo l' ha scritto con Gerardo Pulli che viene fuori da Amici e Vasco lo ha messo sotto contratto perché lo considera un grande autore».
Non ha pensato di far scrivere un' email a suo nome, oltre che a Fossati, anche a Vasco Rossi?
Una sua canzone non ci starebbe male nel suo repertorio.
«È un' idea. Sarebbe bello se scrivesse una nuova Sally».
La copertina del disco è bella tosta, con quella camicia di forza che la stringe.
«La camicia di forza, anni fa, mi è stata messa davvero per tre giorni».
Era il 2002, dopo una lite nel suo palazzo.
«Già. Ma quella camicia di forza in copertina vuole suggerire tutta la voglia di libertà che ho. Libertà e follia. Io sono questa e quella foto è il mio manifesto».
Come le parole di LiBertè:
«Io non sto mai fra gli inni e le bandiere/fra le pecore in processione//chi ha la faccia come il sedere/ed in tasca la soluzione.
«Sono una donna rock che vive come una punk e rifiuta di accettare compromessi».
Nell' album si parla di violenze personali come il bullismo. La campagna di #metoo l' ha seguita?
«Sono con le donne e contro ogni tipo di violenza. Il mondo è impazzito in male. Vedo molta cattiveria e voglia di fare male.
Serve la memoria sia nel sociale che nella politica. Ma vedo troppa indifferenza».
Loredana cosa è rimasto, a 68 anni, di quella ragazza dall' aria sfrontata che, nei primi Anni '70, girava per piazza Navona e faceva girare la testa a tutti?
«Ma io la testa la faccio girare ancora. L' altro giorno ho rischiato di provocare un tamponamento. Si sono girati tutti a guardarmi, non so se perché famosa o strafiga. La verità è che sto benissimo: faccio una dieta e tutte le mattine due ore di cyclette. Mi sento bella. Pronta per il tour che è già tutto sold out, come i concerti di quest' estate. Incredibile».
Nella sua vita ci sono affetti e amici perduti, gente che le ha girato le spalle. Ora che il successo è tornato è disposta a recuperare vecchi rapporti?
«Assolutamente no, con quelli con cui ho avuto conflitti il portone è irrimediabilmente chiuso».
Loredana Bertè ripartirà in tour da Milano il 27 novembre. E andrà avanti a lungo. Mentre già pensa alla possibilità di una sua nuova presenza a Sanremo, dopo la sua ultima partecipazione del 2012. Ulteriore tentativo di riscatto perché, come canta in uno dei pezzi più malinconici, Anima carbone: «Se Dio ha barato a mio sfavore dovrà saldare il conto con la mia anima carbone».
2. LOREDANA BERTE' RACCONTA IL NUOVO DISCO
Rita Vecchio per www.leggo.it
Loredana Bertè torna, trasgressiva più che mai. Una fenice che risorge con una chioma lunghissima blu elettrico e mani che scartano il nuovo album. Ed eccolo LiBerté. «Un manifesto», lo definisce lei. Un disco di inediti che arriva dopo tredici anni dall'ultimo BabyBerté. Il reggae fa a pugni con il punk e il pop rincorre il rock: dieci brani - molti scritti da lei - con la firma attesa di Fossati e per la prima volta di Gaetano Curreri degli Stadio. E la novità della realtà aumentata tramite una app e il cellulare. Il successo di quest'estate con Boomdabash, a 68 anni, le ha dato nuova energia, oltre che farle triplicare il pubblico. Tende a eludere le domande su Asia Argento e sulle voci che la danno come sua sostituta a X Factor. Per il resto racconta di tutto. Compreso Sanremo: «Io ho intenzione di presentarmi, ho riservato l'undicesimo inedito, e rompere le scatole per cinque giorni. Poi decide Baglioni».
Perché LiBerté è il suo manifesto?
«C'è la mia essenza. Il mio vissuto. E la camicia di forza che indosso in copertina, creata da me, me la misero davvero».
Quando?
«Anni fa. Ho spaccato la portineria con una mazza, sono arrivati in quindici e mi hanno portato in manicomio. Mi sono trovata meglio lì che a casa, tanto che non volevo più uscire».
E la libertà?
«È trasgredire e non camuffarsi. Insomma essere normali»
Si è mai pentita di qualcosa?
«Sì. Riguarda Mimí (la sorella Mia Martini, ndr). Ma è una cosa molto personale».
Questo è un disco di ritorni. C'è pure Fossati.
«Gli ho mandato una lettera e mi ha risposto con una canzone. Dopo trent'anni è strepitoso».
E l'omaggio ai Ramones?
«Il reggae e il punk sono nel mio cromosoma. I Ramones mi sono sempre piaciuti».
Li ha mai incontrati?
«A New York, mentre suonavano in un bar. Erano gli anni in cui io cucinavo per Andy Warhol e lui mi disegnava le copertine, quelli in cui andavo a scuola con Pelé, gli anni di John Belushi e di Woody Allen con il suo clarinetto».
Torniamo al disco: canta la donna prima di tutto.
«Sono contro il femminicidio e contro ogni tipo di violenza».
È difficile essere donna?
«Molto. Non mi pare ci siano stati grandi passi avanti. Le quote rosa, se ci sono, non sono nei poteri forti».
Crede ancora di non essere una signora?
«Sono una donna punk, una di strada che ne ha vissute tante, ma che non smette di rivendicare il diritto alla libertà e alla diversità. Potrei stare sui murales di Basquiat».
Quindi cosa pensa del caso Asia Argento?
«Non mi espongo, per me è come una figlia. Credo ci sia troppa cattiveria e voglia di far male».
Per fortuna che ci sono i bambini?
«I bambini mi hanno fatto impazzire. Li ho voluti nel disco (intro e outro, ndr), per gridare con la loro innocenza alla libertà e contro il razzismo».
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