checco zalone immigrato tolo tolo

ZALONE VISTO DALLA CRITICA – IL MESSAGGERO: “NON FA NÉ RIDERE, NÉ PIANGERE. IL PROLOGO PUGLIESE FUNZIONA. LA RESTANTE ORA, QUELLA AFRICANA, STA TRA IL DRAMMATICO NON CREDIBILE E IL COMICO NON RIUSCITO” – CORRIERE: “NON SI LIMITA PIÙ AD OFFRIRE AL SUO PROTAGONISTA L'OCCASIONE PER UNA RISATA, MA LO SPINGE VERSO UN'ALTRA DIREZIONE: IL PRIMO LEVI DI ‘’SE QUESTO È UN UOMO” – REPUBBLICA: “ALTRO CHE RAZZISTA, ZALONE SPIAZZA TUTTI. I BUONI SONO GLI AFRICANI” – LIBERO: “IL PROMO DELLO SCANDALO È MEGLIO DEL FILM” - IL GIORNALE: “SEMBRA GIRATO DA PAPA BERGOGLIO” - VIDEO

 

1. IL CINEMA DEI GIUSTI

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cinema-giusti-lsquo-rsquo-tolo-tolo-rsquo-rsquo-meno-222754.htm

checco zalone

 

 

2. UNA COMMEDIA BUONISTA CON PIÙ SORRISI CHE RISATE

Maurizio Cabona per il Messaggero

 

Tolo Tolo di e con Checco Zalone non fa né ridere, né piangere. Il prologo pugliese funziona e strappa il sorriso, se non la risata. Il resto del film è monotono, salvo i siparietti dell'arrampicatore sociale e politico (l'ottimo Gianni D'Addario), mezzo Conte e mezzo Di Maio. Tutto questo occupa mezz'ora. La restante ora, quella africana, sta tra il drammatico non credibile e il comico non riuscito. Nemmeno la telefonata dalla famiglia a Checco in mezzo a un combattimento si sottrae ai limiti sia di sceneggiatura, sia di regia.

 

PIETRO VALSECCHI CHECCO ZALONE

Zalone come sceneggiatore patisce l'altro sceneggiatore, Paolo Virzì; Zalone come attore patisce l'identità con Zalone regista. Non che ultimamente il suo sodalizio con Gennaro Nunziante fosse felice come al tempo di Cado dalle nubi. Ma ci sono debolezze che non vengono punite: peggiorando i loro film, erano migliorati gli incassi... Secondo questo principio di proporzionalità inversa, Tolo Tolo potrebbe incassare quanto Sole a catinelle o Quo vado?.

 

3. CRUDELTÀ E SGRADEVOLEZZE SULLE ORME DI ALBERTO SORDI

Paolo Mereghetti per il Corriere della Sera

CONFERENZA STAMPA DI TOLO TOLO - CHECCO ZALONE

 

Chi cambia questa volta è il regista-sceneggiatore che non si limita più ad offrire al suo protagonista l' occasione per una risata, ma lo spinge verso un' altra direzione, costringendolo a misurarsi con qualcosa su cui in passato avrebbe preferito chiudere gli occhi o sorvolare con una battuta.

 

E lo fa sia a livello di scrittura che di regia. L' esempio perfetto del primo è la tentazione mussoliniana, l' identificazione ducesca che trasfigura Zalone quando sembra non sopportare più la vicinanza con i migranti.

 

checco zalone

Poteva essere una gag da lasciar interpretare al pubblico e invece il film si incarica di spiegarne il significato citando il Primo Levi di Se questo è un uomo , dove si legge che «la convinzione [che ogni straniero è nemico] giace in fondo agli animi come una infezione latente» pronta a venire a galla nei momenti di difficoltà. «Come con la candida», chiosa Zalone che non può evitare la battuta, ma la citazione da Levi è letterale e il messaggio non può arrivare più diretto e più chiaro.

 

4. ALTRO CHE RAZZISTA IL NUOVO ZALONE TORNA CON UN FILM «TERZOMONDISTA»

Cinzia Romani per il Giornale

 

checco zalone e moglie

Sembra girato da Papa Bergoglio. Del resto, è al Papa per primo che Luca Medici, nome anagrafico dell' ammazzasette del box-office, mostrerebbe il suo film. Dove i problemi dell' Africa nera e delle sue masse migranti vengono risolti con empatia, spirito d' accoglienza e buonumore. Porti aperti a Ong e barconi, dunque e un filo conduttore terzomondista per questa fiaba dal sapore politico che rovescia le aspettative, diciamo sovraniste, legate alla clip Immigrato, diffusa per battere l' acqua al film.

 

checco zalone

Da furbo uomo di spettacolo, il comico pugliese prima ha suscitato polemiche intorno alla sua canzone, presa sul serio dai progressisti zelanti che gli hanno dato del razzista e prime firme scomodate sui giornaloni, per discettarne -, poi ha servito il suo lavoro sulla società multietnica.

 

checco zalone

Per la prima volta in corsa da solo, senza il fido Gennaro Nunziante a dirigerlo, Zalone si prende un sacco di soddisfazioni, compresa quella di un finale disneyano surreale e d' una scena-chiave, in cui migranti in mare se la giocano alla Esther Williams: mancano soltanto le cuffie a fiorellini. Altro che disperati dei barconi: qua ci scappa da ridere e pazienza se i più tradizionalisti, che detestano la società multietnica, verranno delusi. Magari potranno cantare «da qualche parte del planisfero, c' è sempre uno stronzo un po' più nero».

 

 

5. ALTRO CHE RAZZISTA ZALONE SPIAZZA TUTTI: I BUONI SONO GLI AFRICANI

Natalia Aspesi per la Repubblica

checco zalone

 

Mossa pubblicitaria da premio Agorà, rivolta allo sciocchezzaio oceanico in costante attesa del facile nutrimento, il trailer con la canzoncina celentanica Immigrato (basta la parola!) ci ha del tutto ingannato: non un nanosecondo corrisponde al film, e in questo modo lei ha messo in subbuglio un grande Paese che avrebbe altre grane cui dedicare l' eventuale ingegno, ma che poi sceglie di lasciar perdere l' irrisolvibile e di dedicarsi all'inutile.

 

ZALONE

La stessa emozione che provai piccina quando mi portarono a vedere Biancaneve e i sette nani , l' ho riprovata ieri, canuta da decenni, per Tolo Tolo , il primo dei film di Zalone che osavo affrontare. Si sa noi pseudo elegantoni non si andava a vedere quel comico se non allo Zelig, anche perché i critici, che oggi definiscono il nuovo film chi un capolavoro, chi un grande film, chi mi ha fatto ridere e piangere (vedi Facebook), lo trattavano prima con distacco, tanto più che la folla entusiasta traboccava dalle sale superando anche i filmoni americani, il che non è mai un buon segno per i cultori del grande cinema

 

6. IL PROMO DELLO SCANDALO È MEGLIO DEL FILM

Giorgio Carbone per Libero Quotidiano

 

checco zalone video immigrato

Premessa necessaria. Tolo Tolo di Zalone non c' entra un tubo col promo interpretato dallo stesso Zalone che ha irritato molte anime belle. Il promo è stata una furbata (divertentissimo, splendidamente offensivo per i sacerdoti del politicamente corretto). Se il Checco sviluppava il promo all'ora e quaranta poteva venire fuori la cosa irresistibile. E certo una zalonata come Dio comanda.

 

Il Tolo Tolo è invece una cosa diversa, un commedione che aspira al respiro epico. Ma ci volevano polmoni che il Checco non ha e che mai avrà (la sua dimensione è quella del bozzetto sull' Italia piccola, non toccata ma solo sfiorata dai grossi problemi).

 

Nessuna anima bella sarà turbata. Tutta la storia è all' insegna del buonismo.

 

checco zalone video immigrato

Nella visione zalonesca, il dramma dell' emigrazione è vissuto (e infatti finisce) come un cartone animato. Gli africani non sono né buoni né cattivi, ma solo sfigati. Dalla nascita. Perché i bambini neri li porta da sempre una cicogna strabica.

CHECCO ZALONE TOLO TOLO

 

Si ride? Sì, si ride perché la verve comica è sempre straripante (non riuscirebbe a frenarla nemmeno lui manco a volere). Ma qui è come appesantita, condizionata dal contesto che è troppo drammatico per fornire solo da spunto per allegre cialtronate. Ogni cinque minuti la narrazione stagna in quasi melodramma.

 

checco zalonechecco zalone video immigratochecco zaloneCHECCO ZALONE TOLO TOLOchecco zalone video immigratochecco zalone video immigratoUnknownFIORELLO CHECCO ZALONECHECCO ZALONEFIORELLO CHECCO ZALONEPIETRO VALSECCHI CHECCO ZALONE

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO