ZEMAN OPPIO GIALLOROSSO! - SOLO IL TECNICO BOEMO PUÒ ECCITARE UNA TIFOSERIA DELUSA, PERMETTERE ALLA SOCIETÀ DI NON SPENDERE MOLTO E DI CONTROLLARE UNO SPOGLIATOIO DOMINATO DA TOTTI, IL CARNEFICE DI LUIS ENRIQUE - DOPO IL MIRACOLO DEL PESCARA, PROMOSSO IN SERIE A CON FIOR DI GOLEADE, IL “FUMATORE” DOVREBBE AVER LA MEGLIO SU MONTELLA - TUTTI SANNO QUAL È LA CONDANNA DEL “METODO ZEMAN”: GIOCO OFFENSIVO, TANTI GOL E NESSUNA VITTORIA…

Matteo Pinci per "la Repubblica"

«Le decisioni sono soltanto l´inizio di qualcosa». Forse così l´ex allenatore della Roma Luis Enrique, citando Coelho, avrebbe rassicurato Franco Baldini sulla scelta più delicata. Quella del tecnico a cui affidare l´eredità dell´asturiano e la Roma americana versione 2.0. Una scelta che la Roma effettuerà in maniera definitiva nel corso della settimana che inizia oggi: perché di tempo da perdere non ce n´è davvero più.

Una scelta che, a questo punto, passerà inevitabilmente dall´appuntamento fissato per oggi tra i dirigenti del club giallorosso e Zdenek Zeman: non necessariamente quello risolutivo. Eppure, da emozionante suggestione primaverile il tecnico boemo si potrebbe ritrovare nelle prossime ore titolare di quella panchina che nel 1999 lasciò a Capello, proprio mentre Franco Baldini entrava ufficialmente e per la prima volta nei quadri dirigenziali del club di Trigoria. Oggi i due si incontreranno ancora, insieme al ds Sabatini e all´ad Fenucci: fu lui il primo a suggerire un paio di settimane fa il nome del tecnico.

Contattato nei giorni scorsi, Zeman ha già scambiato con i vertici romanisti una reciproca disponibilità ad assumere l´incarico di allenatore della Roma, l´unica panchina, forse, per cui avrebbe accettato di salutare il Pescara dei miracoli costruito per salvarsi divertendo e portato invece a vincere il campionato di serie B con un gioco esaltante. Con i suoi giocatori il Boemo ha parlato in modo chiaro, per qualcuno persino inequivocabile, sabato sera subito dopo l´ultima partita.

Un discorso per spiegare che quella sarebbe stata probabilmente l´ultima gara giocata insieme e annunciando che in settimana avrebbe parlato con un´altra squadra. Mai nominata la Roma, di cui invece aveva già fatto conoscere l´interesse al presidente Sebastiani e al ds Delli Carri. Che oggi ammette: «La Roma lo segue da 10 giorni, le sirene e i segnali fanno pensare ad un matrimonio. Però bisogna essere in due a sposarsi».

Già, perché con Zeman di soldi la Roma non ha mai parlato. Magari lo farà oggi (proposta da un milione di euro per un anno più uno) in un incontro avvolto o quasi dal mistero: c´è persino chi dice possa avvenire a Pescara, dove stasera il tecnico è atteso da una cena di fine stagione, dopo i festeggiamenti di ieri per le strade della città con un pullman scoperto davanti a 20 mila persone. Martedì invece dovrebbe comunicare la propria decisione finale al club abruzzese: che lasci, a questo punto, appare quasi scontato.

Ma prima di poter dire se sarà davvero lui il tecnico della Roma 2012-2013 è necessario attendere il confronto con i giallorossi: un confronto che nel recentissimo passato ha già bruciato Montella, con cui non è scatta una buona impressione reciproca, anzi. E che non è servito a sciogliere un incondizionato "sì" a Bielsa, tutt´altro. Neanche con la primissima scelta Villas Boas è scoccata la scintilla, frenato in un recente appuntamento a Milano più che dalla difficoltà di essere soddisfatto nelle sue esose richieste di mercato, dai dubbi sulla tenuta dello spogliatoio.

A questo punto, dopo una serie di discorsi avviati e tramontati, quella di inseguire Zemanlandia sembra una scelta quasi obbligata dai fatti. E che certo farebbe felice la piazza, pronta a entusiasmarsi per lui. «Ma faremo la scelta più giusta, piuttosto che la più rapida o la più popolare», sibila da Trigoria. Dove giurano: «Non lo sceglieremmo per convenienza ma per la sua bravura».

Non un oppio per il popolo deluso, quindi, ma una scelta coraggiosa. Con dei "contro" che vanno dall´ingombrante peso "politico" di presentare due figure come Baldini e Zeman, all´eclissi totale che la sua ombra porterebbe nei confronti del club. A Pescara il motto è ancora «Boemo resta con noi». La sensazione però è che sia già troppo tardi.

 

 

Zeman6 2roma46 zemanzeman zeman zeman

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)